Women Wind Orchestra, l’orchestra di fiati al femminile

BRESCIA (BS) – Valorizzare la figura femminile nella realtà bandistica proponendo al pubblico musiche originali per fiati: ne parliamo con Denise Luani, Erina Ferrarini e Marta Lecchi

La Women Wind Orchestra è una formazione musicale nata nel 2014 dall’idea di Denise Luani e Barbara Folli, musiciste attive nel campo bandistico bresciano. Il gruppo si presenta originale e unico nel suo genere, in quanto formazione tutta al femminile il cui punto di forza è la presenza di strumentiste che provengono dalle varie realtà bandistiche delle provincie di Brescia e Bergamo.
Lo scopo di questa formazione è valorizzare, appunto, la figura femminile all’interno della realtà bandistica, oltre a quello di proporre al pubblico musiche originali per fiati e rendere consapevole chi ascolta della qualità e della bellezza del repertorio proposto, interamente dedicato alla tradizione storica e contemporanea bandistica: da brani di grandi compositori appartenenti alla tradizione europea come Holst, fino ad autori contemporanei come Van der Roost, De Meij, Reed, Ticheli e Maslanka, del quale è stato eseguito, in prima assoluta in Italia, il brano California.
Sebbene l’idea originaria fosse quella di scegliere brani di compositrici donne, risulta però difficile reperire “spartiti in rosa”: nel primo concerto è stato inserito un brano della compositrice Alex Shapiro mentre, nel secondo anno di attività, la WWO ha proposto A movement for Rose di Mark Camphouse, dedicato a Rosa Parks, la donna che ha cambiato la storia dei diritti civili in America; da marzo saranno eseguiti per la prima volta in Italia K2 – The Savage Mountain e, in prima europea, Malala – simbolo di Coraggio e di Pace, rispettivamente di Julie Giroux e Christin Hablewitz, due compositrici americane. Il secondo brano, in particolare, basato sul libro Io sono Malala di Malala Yousafzai, è per narratore e banda: la traduzione italiana del testo è stata fatta dal M° Erina Ferrarini e dalla fagottista Alessandra Bonetti.
Alla direzione si alternano i M° Erina Ferrarini e Marta Lecchi, che vantano una preparazione di alto livello: hanno partecipato a corsi di direzione seguendo seminari e masterclass anche con direttori di fama internazionale, come Ronald Johnson e Douglas Bostok. Entrambe provengono da realtà bandistiche: il M° Ferrarini dirige le bande di Gorlago, Ranica e Ghisalba (BG), il M° Lecchi quella di Calcinato (BS).
Fin dalla nascita la WWO ha eseguito numerosi concerti nel bresciano e nel 2016 ha accettato l’invito, come banda d’appoggio, del Corso Intermedio di Direzione, che viene organizzato annualmente per la formazione di nuovi Direttori: in quest’occasione ha presentato, per la prima volta in Italia, il brano El Racó de l’Or di Saül Gómez Soler, diretta dal M° José Alcacer Dura.
Il gruppo ha un impegno costante di due prove mensili, che si tengono nella struttura messa a disposizione da “Cavalli Musica” che, nella figura di Piero Cavalli, ha subito aderito alla richiesta delle musiciste per una sala prove che potesse ospitarle.
Fin dall’inizio la WWO, con la sua formazione al femminile, ha inteso assumere un profilo specifico per distinguersi dalle altre realtà bandistiche sparse su tutto il territorio bresciano. Le musiciste dell’orchestra, ognuna con tanti impegni diversi, hanno deciso di dedicare parte dei loro weekend alla musica: non sembrerà cosa straordinaria, ma bisogna ricordare che l’organico comprende madri e mogli, donne lavoratrici e studentesse, musiciste professioniste e non, le quali, grazie alla passione per la musica e alla volontà di dimostrare cosa possono fare tante donne insieme, credono fermamente in questo progetto.

Con tale premessa, per MondoBande.it è addirittura un obbligo approfondire la conoscenza con la WWO: poniamo quindi qualche domanda innanzitutto a una delle due fondatrici, Denise Luani.

Buongiorno Denise. Raccontaci qualcosa su di te: studi, esperienze bandistiche, il tuo ruolo nella WWO.
Sono un’oboista e sono nata praticamente nella banda. Ho cominciato a suonare nella banda del mio paese, Bovezzo (BS), all’età di 12 anni, e da lì è nata la folle passione per la musica e per il mondo delle bande. Ho frequentato il conservatorio di Brescia e, da quattro anni, i corsi di direzione tenuti dal Centro di Formazione Bandistica sempre di Brescia, dove è nata anche la mia passione per la direzione. Nella WWO suono l’oboe e rivesto, per il momento, il ruolo di coordinatrice, insieme ad altre musiciste.

Come è nata l’idea di costituire un’orchestra di fiati tutta al femminile? Come Vi siete organizzate per mettere insieme una formazione così numerosa?
L’idea di una formazione tutta al femminile è nata semplicemente da una telefonata con Barbara Folli, durante il giorno della Festa della Donna: commentando il fatto che, essendo musiciste, avremmo potuto suonare in questo giorno, anziché starcene a casa, abbiamo pensato che si sarebbero potute radunare le tante donne strumentiste, che suonavano già nelle bande della provincia di Brescia, e anche quella vicina di Bergamo, per valorizzare la figura della donna nel campo musicale. Ed è nata così.
Ho chiamato prima le mie amiche musiciste, ampliando poi la ricerca tramite e-mail, conoscenze, ecc., e tutte insieme abbiamo cominciato poi a formare il gruppo. All’inizio abbiamo avuto non poche difficoltà perché ci siamo ritrovate, ovviamente, con centomila flauti e clarinetti, ma poca bassa banda (tuba, tromboni, ecc.); ma poi, grazie alle donne già inserite, pian piano siamo riuscite a definire sempre meglio il tutto.
C’è stata poi la scelta dei Maestri, e qui dobbiamo ringraziare Denis Salvini, grande figura musicale nel panorama bresciano e nazionale: ci ha indirizzato verso Marta Lecchi, e quest’ultima verso Erina Ferrarini; non dico che il gioco era concluso, ma quasi.
Una parola devo spenderla anche per la ABMB, che ha creduto da subito in questo progetto e ci ha aiutato ad organizzare un primo concerto appunto l’8 Marzo del 2015, e un secondo al San Barnaba nel 2016.

State tuttora affrontando delle difficoltà?
Le difficoltà sono sempre legate al discorso organico: soprattutto, come dicevo prima, alla sezione grave e alle percussioni. Siamo sempre alla ricerca di queste musiciste: donne, fatevi sentire!

Quale sarà il percorso della WWO in futuro?
Quest’anno il passo di consolidamento del gruppo è quello di formare un’associazione. Il nostro intento è quello di fare musica focalizzando l’attenzione sulle problematiche femminili, sia mediche che psicologiche. Infatti spesso e volentieri i nostri concerti vengono richiesti da associazioni legate appunto al Pianeta Donna: vogliamo continuare su questa strada.

Grazie Denise, ci auguriamo che Vi contattino in tante!
Poniamo ora qualche domanda alle due direttrici, M° Erina Ferrarini e M° Marta Lecchi. Raccontateci qualcosa su di Voi: com’è nata la passione per la banda, quando avete iniziato, come siete arrivate alla direzione, e poi sul podio della WWO.
M° E.F.: La mia passione per la banda è nata a 9 anni quando, vedendo sfilare una banda fuori da casa mia, mi sono incuriosita e mi sono recata con i miei genitori presso la scuola di musica della banda di Bagnatica, il paese vicino al mio: dopo circa un annetto di lezioni di solfeggio con il M° Angelo Magli, ho scelto di intraprendere lo studio del sassofono con l’allora Maestro della banda, il Cavalier Giuseppe Belotti, e da lì non mi sono più fermata.
La voglia di passare “dall’altra parte della barricata” me l’hanno trasmessa alcuni dei direttori che ho incontrato lungo il mio percorso di musicista, e alle WWO sono arrivata tramite la mia collega e amica Marta Lecchi, che ha fatto il mio nome quando si cercava un secondo Maestro che collaborasse con lei. Abbiamo studiato insieme ai corsi del M° Denis Salvini e il nostro mentore comune è il Dottor Ronald Johnson, quindi ci conoscevamo e stimavamo abbastanza da sapere che saremmo andate d’accordo sia sulla scelta dei programmi che sull’impronta da dare al progetto… e infatti eccoci ancora qui!
M° M.L.: I miei genitori, sebbene non siano musicisti, mi hanno sempre trasmesso una forte passione per la musica: mi portavano a vedere la banda per le vie del paese, a teatro e ad ascoltare concerti tra i più disparati. Devo il mio inizio a loro: mi hanno permesso di studiare la musica e approfondire questa grande passione, cosa che reputo una grande fortuna. Conseguito il diploma in flauto traverso presso il Conservatorio di musica di Brescia mi sono dedicata all’insegnamento del flauto ed alla direzione della banda giovanile nella scuola di musica del mio paese, la stessa dove avevo iniziato all’età di otto anni.
Successivamente, su espresso desiderio dei componenti, mi è stata proposta la direzione della banda. Cominciare a dirigere, quindi, per me è stato un po’ un caso: ne è scaturita però un’enorme passione.
Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della direzione e a seguire i corsi del Centro di Formazione Bandistico di Brescia, promossi dall’associazione ABMB di Brescia. Qui ho conosciuto i maestri Arturo Andreoli e Denis Salvini: il primo mi ha introdotto al mondo della strumentazione per banda e alla lettura della partitura, il secondo mi ha aiutato ad apprendere la tecnica della direzione, e ho imparato a concretizzare, attraverso le mie mani, le idee che avevo in testa e che leggevo dalla partitura. Denis, oltre ad avermi fornito le basi, mi ha dato anche la possibilità di conoscere altri direttori molto importanti, che hanno alimentato la mia passione e contribuito alla mia crescita: tra i tanti vorrei citare il M° Ronald Johnson, che reputo un grande riferimento, e nei confronti del quale provo enorme stima, ammirazione e affetto.
Ho iniziato a dirigere la WWO quando, in seguito alla loro costituzione, cercavano un direttore. È stato chiesto consiglio a Denis, il quale ha suggerito il mio nome. Elettrizzata dalla fiducia riposta in me non ho esitato a condividere il progetto con la mia amica Erina.

Che importanza ha la Musica nella Vostra vita?
M° E.F.: E’ una domanda semplicissima e difficilissima allo stesso tempo: come, credo, per tutti i musicisti, la Musica è fondamentale nella mia vita; si può dire che nella mia testa non c’è un attimo di silenzio, c’è sempre qualche brano che risuona in sottofondo alle varie attività quotidiane. La Musica è allo stesso tempo la valvola di sfogo quando qualcosa non va, e spesso è anch’essa stessa quel qualcosa che non va: come dice il direttore spagnolo Josè Alcacer Dura, con il quale ho avuto il piacere di fare alcuni stage di direzione, “un bandista in più = un problema in più” e, dirigendo al momento tre bande e la WWO, si può immaginare la quantità di problemi che possono sorgere! La ricerca di programmi sempre nuovi, adatti alle varie realtà dove lavoro, che possano far crescere e divertire musicisti e pubblico, è sempre impegnativa, così come lo studio delle partiture… però tutti questi grattacapi e questo lavoro, alla fine, danno i suoi frutti, nella soddisfazione e nell’emozione del far Musica, quindi per fortuna ne vale sempre la pena!
M° M.L.: La musica fa totalmente parte della mia vita. Ogni momento che ho vissuto è legato a qualche brano ascoltato o suonato, e non mi riferisco solo a brani di musica classica o per banda. Non riuscirei a vivere senza.

Riflessioni sulla realtà del territorio in cui operate, e su quella nazionale, ovviamente da un punto di vista bandistico?
M° E.F.: Purtroppo, al giorno d’oggi, i giovani non hanno un grande interesse nelle attività bandistiche: è difficile trovare nuovi allievi e questo sta causando non pochi problemi a molte bande che faticano a sopperire al naturale ricambio generazionale. Ma questo può e deve essere uno stimolo, per le nostre realtà, a svecchiarsi, rendersi sempre più serie, affidabili ed “appetibili” per le nuove generazioni, in modo che un domani le attività musicali di volontariato possano continuare. Di certo anche l’insicurezza causata dalla riforma del Terzo Settore non aiuta, e qui entrano in gioco le amministrazioni comunali e locali, che devono sempre cercare di supportare e valorizzare le proprie bande, fornendo aiuti materiali ed economici e luoghi e occasioni dove dar modo alle bande di mettersi in mostra.
M° M.L.: Credo che il territorio bresciano proliferi di appuntamenti musicali bandistici e di realtà che operano molto positivamente; inoltre trovo molto positivo il lavoro che si sta facendo, volto ad ampliare la collaborazione tra le bande e tra i direttori. Purtroppo, è noto quanto la realtà musicale italiana, e culturale in generale, stia vivendo una situazione di sofferenza, e questo non è sicuramente d’aiuto. Una cosa che trovo alquanto sintomatica è il fatto che in Italia non esista la figura professionale del direttore d’orchestra di fiati (il direttore di banda); a scuola non le viene riconosciuta la giusta importanza, e a livello politico e sociale non viene mai messa in luce.
Credo fermamente che si debba lavorare molto molto di più “in squadra”, se si vuole crescere ed ottenere la dovuta importanza. Parlando con amici direttori, spesso mi rendo conto che i miei problemi sono anche i loro, e viceversa, quindi sono convinta che dobbiamo aiutarci a vicenda e condividere risorse il più possibile. Se ci si aiuta, con un confronto costruttivo, si può arrivare insieme a nuove idee e soluzioni. Un esempio è la DIBA, l’associazione Direttori Italiani di Banda Associati.

Veniamo alla figura del direttore donna: pur conoscendone di elevato spessore, nel mondo bandistico purtroppo sono ancora un po’ troppo “rare” e, secondo noi, ce ne vorrebbero molte di più.
M° E.F.: Fortunatamente negli ultimi anni le “donne direttore” stanno diventando sempre più numerose e, di conseguenza, anche la “poca fiducia” che si sentiva all’inizio, da parte di alcuni musicisti, sta sempre più lasciando il posto a un trattamento equo, basato solo sul merito del singolo direttore, uomo o donna che sia.
M° M.L.: Quando conobbi il Maestro Josè Rafael Pascual Vilaplana, mi disse che le donne che dirigono devono farsi rispettare in quanto direttori, e non solo perché sono donne. Io sono fermamente convinta di questo: quando dirigiamo, o quando suoniamo, lo dobbiamo fare perché ci siamo impegnate, perché abbiamo studiato, perché siamo state determinate, e non perché qualcuno ci ha concesso di farlo facendoci un favore. Non deve essere una “guerra” contro gli uomini, ma c’è bisogno di più donne musiciste, più donne direttori, perché solo così il mondo sarà più equilibrato ed empatico; anche se devo dire che, con il passare del tempo, la mentalità delle persone si è gradualmente evoluta, e questo mi fa ben sperare.

Ma ci possono essere, secondo Voi, nel dirigere, delle sensibilità diverse, rispetto a un direttore uomo? Ad esempio sull’interpretazione di una partitura, nella gestualità, o ancora nel rapporto e nella comunicazione con i musicisti che si hanno di fronte? Anche considerando il fatto, nel Vostro caso, di dirigere un complesso formato esclusivamente da donne.
M° E.F.: Ovviamente le donne sono meglio! Scherzi a parte, può essere che per una donna sia più facile esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni, piuttosto che per un uomo: la nostra società, per tradizione, da sempre abbina l’emotività alla donna e la forza all’uomo. Ma per fortuna i tempi cambiano e le mentalità si adeguano; non esistono più strumenti “da maschio” o “da femmina”, come qualche decennio fa, e le emozioni, così come la gestualità, sono unisex: evviva!
Dirigere un complesso di sole donne è fantastico perché le emozioni diventano, a volte, quasi tangibili, tanta è la voglia delle musiciste di esprimerla con i loro strumenti! Certo, il chiacchiericcio a volte aumenta a dismisura, ma si sa, alle donne oltre che suonare piace anche parlare un po’!
M° M.L.: Non ho mai riflettuto sulle differenze tra direttori uomini e direttori donne: per me ci sono solo direttori bravi e direttori non bravi. I direttori bravi sono quelli che sanno comunicare con le mani, con il gesto, le loro intenzioni; sono coloro che rispettano i musicisti che hanno davanti, che hanno rispetto del compositore, che hanno studiato la partitura e che la sanno dirigere. Direttori che mettono al centro la musica, e non sé stessi.

Viste le Vostre ultime risposte, le donne sono senza dubbio più sagge. Parlateci invece del rapporto che c’è tra Voi e le strumentiste della WWO, e tra le strumentiste e Voi, ovviamente… ovvero di come pensate Vi vedano le musiciste della WWO sul podio.
M° E.F.: Un rapporto di completa fiducia, stima ed affetto reciproci: noi sappiamo che loro ce la metteranno tutta per fare quello che chiediamo, e loro sanno che le nostre scelte sono pensate “su misura” per ognuna di loro, per migliorare sempre di più. Il risultato è un gruppo coeso e forte, che dà sempre il meglio di sé!
M° M.L.: Sono contenta di dirigere il gruppo con Erina perché, oltre ad essere una stimata collega, è una grande amica. Tra noi e le musiciste, e viceversa, si è creato un rapporto molto trasparente e costruttivo. Ognuna è consapevole di essere l’anello di una catena, ognuna ha il proprio ruolo e la propria importanza, nessuna è più importante di qualcun’altra. Naturalmente la responsabilità si sente, sia nei confronti delle musiciste, sia verso la musica che si sta suonando. Non si può lasciare niente all’improvvisazione, e anche i momenti delle prove sono importantissimi per la concentrazione e l’impegno che ci si deve dedicare. L’importante è che ognuna rispetti il proprio ruolo e le proprie responsabilità nei momenti in cui serve, poi nei momenti di svago ci si diverte.

Focalizziamoci ora sul repertorio: la bio sulla pagina facebook della WWO ci conferma che è difficile scegliere qualcosa che abbia particolari riferimenti al mondo femminile o, ancor di più, scritto da compositori donne. Magari questa può essere l’occasione giusta per lanciare un invito.
M° E.F.: Non sono molte le donne italiane che compongono musica per banda ma, fortunatamente, all’Estero (soprattutto in America) ce ne sono molte: con pazienza e metodo, cercando nel web, si trova tanta bella Musica. Inoltre gli autori uomini spesso dedicano le loro composizioni a figure femminili famose, o comunque importanti nella loro vita. Certo, noi non abbiamo ancora eseguito un brano scritto appositamente per la WWO: se ci fosse una compositrice italiana che volesse mettersi in contatto con noi sarebbe perfetto!
M° M.L.: La scelta del repertorio è molto importante. Io ed Erina partiamo dalle esigenze e dalle possibilità del gruppo, e ricerchiamo repertori comunque orientati soprattutto alla crescita: brani non sempre eseguiti, brani insoliti, originali per banda. Inoltre speriamo di trovare brani anche di compositrici italiane… perché no!

Come funziona il Vostro lavoro con la WWO, e come Vi alternate sul podio?
M° E.F. e M° M.L.: Con la WWO prepariamo un programma all’anno: le prove iniziano a settembre/ottobre, e i concerti di solito a marzo dell’anno successivo. Il lavoro di ricerca e scelta del programma viene quindi svolto da noi due più che altro d’estate: ci teniamo aggiornate sulle varie “scoperte” che facciamo, e poi ognuna sceglie i suoi tre brani in base anche a quello che vorrebbe fare l’altra, per fare un programma che complessivamente suoni bene e che abbia una certa continuità, nonostante sia stato elaborato a metà da due persone diverse in base ai propri gusti personali. Si prova ogni due/tre settimane, per tre ore, nei week end – sabato pomeriggio o domenica mattina – e ogni prova è solitamente divisa a metà, per permettere a entrambe di portare avanti la preparazione dei propri brani.

In generale, nel nostro Paese, le donne purtroppo faticano ancora ad emergere, in qualsiasi settore, e vengono spesso loro preclusi ruoli chiave e dirigenziali; non è banale affermare che c’è ancora troppa disparità. Secondo Voi come si può risolvere? Dove bisogna intervenire, e che ruolo può avere la Musica in tutto questo?
M° E.F.: Prendendo esempio dalla Musica dovremmo imparare a valorizzare il merito, il talento e la bravura, tralasciando quei dettagli inutili che sono il genere, o l’orientamento sessuale, o altri fattori personali che non dovrebbero influire in alcun modo nella vita lavorativa e nelle occasioni offerte. C’è ancora tanta strada da fare e l’educazione dei giovani è il punto da cui partire, se vogliamo che il domani sia più equo e migliore anche per noi donne.
M° M.L.: La situazione di discriminazione di genere è a livelli altissimi, ed è incredibile e assurdo che se ne debba ancora parlare. La parità tra maschi e femmine non ha nulla a che fare con il femminismo: è solo una questione di giustizia, perché un mondo paritario è di sicuro un mondo migliore. La Musica può dare l’esempio, iniziando a dare spazio a chi se lo merita, uomo o donna che sia. Non è raro, purtroppo, sentire di bande che scelgono il direttore dando rilevanza al genere: è un’idea che non condivido assolutamente. Bisogna guardare al merito, e alle peculiarità della persona in quanto tale. Dobbiamo aprire le nostre menti: i pregiudizi e gli stereotipi legati al genere non servono a nulla, o meglio servono solo a creare ancora più disparità.

Non c’è bisogno di dire che siamo totalmente in accordo col Vostro pensiero, e che è stato un onore conoscere Voi e la WWO. Progetti per il futuro?
M° E.F.: Continuare il mio percorso da direttore, aggiornandomi e cercando di migliorare sempre di più; cercare di rendere il mondo un posto migliore attraverso la Musica, almeno per quanto posso nel mio piccolo.
M° M.L.: Continuare a dirigere.
WWO:
Grazie per l’attenzione che ci avete riservato: speriamo che far conoscere la nostra realtà, anche al di fuori della Lombardia, possa favorire la formazione di altri gruppi simili, per diffondere sempre più la cultura musicale ed i valori che ci contraddistinguono. Da parte nostra c’è l’impegno a portare avanti l’attività della WWO, anche per sensibilizzare la società sulle gravi piaghe di oggi, come la violenza sulle donne e il femminicidio, che devono scomparire al più presto, combattute con le armi della cultura e dell’educazione.

 

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