Intervista a Davide Miniscalco

A tre anni dalla pubblicazione del suo libro “Il Maestro dell’orchestra di Fiati” incontriamo il Maestro Brianzolo e le sue opinioni sul mondo bandistico

Buongiorno Maestro, benvenuto su MondoBande.it. Seppure il suo sia un volto della “nuova generazione”, la sua figura è già ben conosciuta nell’ambiente bandistico. Doverosa però è una breve descrizione preliminare della sua attività, in campo musicale e non solo.
Innanzi tutto buongiorno a voi.
La mia attività in campo musicale si sviluppa su diversi fronti:la direzione, l’arrangiamento di brani, l’insegnamento e l’attività di strumentista.In qualità di direttore mi occupo stabilmente delle mie due bande che dirigo ormai da diversi anni e con le quali sto portando avanti numerosi progetti.  Sono reduce dalla direzione de “L’Opera da tre soldi” di Kurt Weill con l’Ensemble dell’Orchestra sinfonica del Lario nonché dallo stage (sempre in qualità di direttore) per orchestra sinfonica giovanile della Nuova Scuola di Musica di Cantù (CO). Da settembre ho inoltre ho ricevuto l’incarico di direttore della Lugano Junior Band da parte della Civica Filarmonica di Lugano (CH) e questa è un’altra importante ed accattivante “avventura” che ho da poco iniziato. Come arrangiatore collaboro con la casa editrice Animando, che ha già pubblicato alcuni miei lavori di trascrizione per decimino di fiati e symphonic band. In qualità di insegnante collaboro con diverse associazioni musicali del territorio ed allo stesso tempo sono direttore artistico ed insegnante dei gruppi che dirigo.
Recentemente sono stato invitato come relatore in diverse conferenze, sul tema del mondo bandistico e non solo, tra le quali “La Banda: Orchestra di Fiati del 2000”, “Gli strumenti dell’orchestra” e a breve terrò un incontro dal titolo ”L’orchestra di fiati. Evoluzione dell’organico e del repertorio”.
In qualità di strumentista collaboro stabilmente con l’Orchestra Sinfonica del Lario e con diverse formazioni cameristiche del territorio.

Maestro, perchè la scelta di intitolare il suo libro “Il maestro dell’orchestra di fiati” (v. recensione, NDR) e non “Il maestro della banda”? Secondo Lei, esistono differenze tra banda ed orchestra di fiati, e se si quali?
Dal punto di vista dell’organico una banda è costituita da strumenti a fiato ed a percussione, un’orchestra di fiati si compone di fiati e percussioni. Che differenza c’è? Nessuna. Nel linguaggio comune il termine “banda” ha assunto nel tempo un connotato più “popolare”  ma, come potete notare, una banda è un’orchestra di fiati. Ciò che conta è la qualità del  “prodotto finale”, in termini chiaramente musicali, e ciò dipende in buona parte dalle capacità di un soggetto, il direttore appunto, a cui principalmente il mio libro si rivolge.

Per Lei è importante il linguaggio verbale nella comunicazione? Considerando che in una banda ci sono modi diversi di pensare, come deve comportarsi un direttore nel mandare a tutti lo stesso messaggio?
Durante una prova, nella concertazione di un brano, esistono diversi tipi di comunicazione tra il Maestro e l’orchestra: la gestualità della bacchetta, la postura del corpo, l’espressione del viso ed il linguaggio verbale. Il linguaggio verbale è di straordinaria importanza e deve essere coerente con tutti i meccanismi di comunicazione sopra elencati, onde evitare il rischio che i messaggi trasferiti possano essere percepiti in modo distorto. Durante la concertazione ogni richiesta fatta ai propri musicisti dovrà essere chiara e precisa,  indicando ogni volta la sezione o le sezioni interessate con un tono di voce tale  da attirare su di sé l’attenzione e la concentrazione dei suonatori.
Nel comunicare le diverse correzioni può essere utile ricorrere alla regola delle “tre W”  – Where, Who, What – ossia “dove” (in quale punto del brano), “chi” (quale sezione) e “cosa” (la correzione da segnalare); si tratta di un efficace criterio che permette di non disperdere l’attenzione. Sarebbe inoltre preferibile usare sempre terminologie positive e costruttive evitando possibilmente espressioni indefinite e sommarie che cominciano con “non” o “troppo”.
Il Maestro ha inoltre la possibilità di precisare alcune richieste musicali utilizzando  paragoni ed immagini, come per esempio: “dolce come…”, “trasparente come….” ecc..
Nel fare tutto questo un direttore deve tenere presente il fatto che in una banda convivono normalmente musicisti molto diversi tra loro in termini di età, esperienza e possibilità tecniche. Il linguaggio usato deve essere tale da raggiungere ciascuno di essi e nel modo più efficace possibile.

E’ giusto che un direttore debba ispirarsi a suoi maestri o figure note, o è meglio che crei un suo stile?
Penso che non ci sia nulla di male se un direttore trova in altri personaggi delle figure di riferimento. In fondo quando si studia uno strumento musicale, soprattutto durante i  primi anni di formazione, l’allievo cerca, volutamente o per istinto, di imitare ciò che sente o ciò che vede fare dal proprio insegnante. In seguito è altrettanto giusto ed importante che ogni direttore si crei un proprio stile e concerti i brani secondo una propria interpretazione.
Anche per me è stato così. Quando ho scelto di iscrivermi al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano nella classe di Direzione di orchestra di fiati, sapevo di incontrare un insegnante, il M° Franco Cesarini, di ottima qualità. Così è stato: ho superato l’esame d’ ammissione,  ho lavorato sodo sotto la sua impeccabile guida e, alla fine, mi sono diplomato.

Quanto un maestro deve intromettersi nel lavoro del Consiglio Direttivo, e quanto lo stesso può intromettersi nelle scelte del direttore?
Il Maestro ed il Consiglio Direttivo devono  instaurare fin da subito un rapporto di  collaborazione reciproca. Tutti i progetti che mirano al miglioramento ed alla crescita dell’associazione devono essere condivisi. Ogni persona all’interno del Consiglio dovrà portare avanti il proprio incarico, cercando di farlo con la massima precisione e determinazione. Nello sviluppo di ogni singolo progetto il Maestro insieme al Comitato Artistico si occuperà a pieno titolo dell’aspetto musicale, il Consiglio Direttivo dell’aspetto economico ed organizzativo. Il tutto dovrà essere sottoposto a controlli periodici, attraverso degli incontri programmati per accertarsi che tutto possa procedere per il meglio o se il progetto richiede qualche intervento straordinario.

I bambini e la banda: pensa che sia cosa positiva inserire in un organico anche bambini e adolescenti? E cosa fare per il dislivello di età (anziani, bambini) e gestire le differenze d’età?
E’ proprio dai bambini che la banda deve crescere e crearsi un futuro. Negli ultimi anni grazie all’attuazione di progetti di cooperazione tra Associazioni Bandistiche  e scuole elementari c’è stato un risveglio, un interesse nuovo da parte dei più giovani  nei confronti della banda (anche se purtroppo queste collaborazioni sono limitate nel tempo). Progetti con programmi e contenuti didattici ben strutturati hanno favorito l’avvicinamento ai gruppi bandistici da parte di diversi ragazzi animati da grande curiosità ed entusiasmo. Molti di loro hanno così intrapreso lo studio di uno strumento all’interno dei corsi di musica istituiti dai corpi musicali sotto la guida di validi insegnanti e grazie alle nuove metodologie, anche in tempi rapidi, sono stati inseriti nel fantastico mondo della musica d’insieme, con la costituzione di vere e proprie bande giovanili (Junior Band).
Questo “step” intermedio è molto efficace poiché rende meno traumatico il successivo  ingresso nella banda senior. I ragazzi saranno, infatti, già abituati a suonare ascoltando altri strumenti, saranno da subito in grado di affrontare alcuni tipici problemi quali l’intonazione, l’equilibrio,  l’articolazione, il fraseggio e comprendere la terminologia specifica. Per quanto riguarda la convivenza tra adolescenti e “anziani” ritengo da sempre che questo costituisca un “tesoro prezioso” per ogni banda e non un problema: l’esperienza di vivere e di relazionarsi con persone d’età ed interessi diversi può solo essere occasione d’arricchimento reciproco sia da un punto di vista musicale che umano.

Quali devono essere, a suo parere, i generi musicali da inserire nel repertorio di un concerto?
Tra i compiti esclusivi di un Maestro rientra sicuramente la scelta del repertorio; si tratta di una decisione che richiede infatti conoscenze e competenze professionali specifiche e non può essere delegata genericamente ad altri. Nel portare avanti questo compito il Maestro  deve tener conto di molteplici fattori quali ad esempio il livello musicale del gruppo, l’obiettivo di crescita che si è prefissato, i diversi generi musicali, ecc..
A tal proposito è importante fare alcune considerazioni: ritengo sia importante privilegiare brani appartenenti alla musica originale per banda in quanto appositamente scritti per un organico composto da strumenti a fiato e a percussione e quindi più adatti ad esaltarne le caratteristiche peculiari ed a valorizzare le possibilità tecnico-espressive dei diversi strumenti. Inoltre si ha la possibilità di far conoscere autori che in questo campo hanno dato vita alla letteratura bandistica apprezzando così le nuove generazioni di compositori.
Da non dimenticare la possibilità, da parte del Maestro, di inserire nei concerti  trascrizioni classiche e moderne, spesso molto care al pubblico poiché più diffuse e conosciute: in questo caso il Direttore dovrà però cercare, nella vasta disponibilità di mercato, una strumentazione idonea e ben curata in tutti gli aspetti musicali.

A 3 anni dalla pubblicazione del suo libro, nota delle evoluzioni nel mondo bandistico? Dove stanno andando le bande oggi in Italia?
Un’evoluzione positiva nel panorama bandistico nazionale è senz’altro in atto. Noto con piacere dalle mie esperienze professionali che anche il movimento bandistico italiano oggi è in continua trasformazione. E’ sufficiente guardare all’elevato numero di giovani che si avvicinano a queste associazioni, ai corsi di formazione ed ai concorsi bandistici (riservati anche alla Junior Band) che negli ultimi anni si sono tenuti sul territorio nazionale.
Tutti questi indizi fanno presupporre un crescente interesse da parte delle persone nei confronti di questi sodalizi e noi “addetti ai lavori” abbiamo il dovere di incentivare questo fenomeno attraverso la nostra passione e la nostra professionalità, lavorando seriamente per migliorare la qualità esecutiva e l’immagine di questi gruppi amatoriali non solo in occasione di concerti ma anche nelle parate.

Per concludere, un saluto ed un parere su “MondoBande.it”
Si tratta di una bella iniziativa! Un sito molto chiaro, diviso per categorie, ricco di approfondimenti e di confronti. Complimenti vivissimi a tutti gli ideatori, ai sostenitori ed ai  frequentatori del forum.
Un saluto ed un arrivederci alla prossima occasione!!!

Per saperne di più sul M° Davide Miniscalco: http://www.webalice.it/davide.ila/

(a cura di Paolo B.)