Speciale CEM Sicilia 2009 – Parte 2

Intervistiamo il Maestro Salvatore Tralongo, uno dei docenti e direttori del Corso Estivo Musicale organizzato dalla Fe.Ba.Si.

Sono ora col maestro Tralongo, direttore e docente del CEM organizzato della Fe.Ba.Si.. Benevenuto su MondoBande, Salvatore. Puoi parlarci della tua formazione ed esperienza musicale?
Un saluto da parte mia a MondoBande. È un piacere per me poter chiacchierare un po’ con voi.
La mia formazione è palesemente bandistica. Iniziai a studiare il Clarinetto all’età di 12 anni, nella banda del mio paese, dopo qualche anno decisi di studiare seriamente fino a conseguire sotto la guida del M° Cirinnà il Diploma di Clarinetto, presso l’Istituto Musicale “V. Bellini” di Catania. Subito dopo intrapresi lo studio del Pianoforte e della Composizione sotto la guida di illustri maestri, quali Giovanni Ferrauto, Salvatore Chillemi e Teresa Procaccini conseguendo, nel 1994, presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna, il Diploma di Strumentazione per Banda e, nel 2007, sotto la scuola del M° Angelo De Paola, presso il Conservatorio di Cosenza, la Laurea di secondo livello in Direzione e Strumentazione per Banda.
Una delle esperienze che ha contribuito tantissimo alla mia formazione musicale è stata quelle di avere diretto per quasi 10 anni un coro polifonico a cappella. Pertanto le problematiche legate all’intonazione delle singole voci, visto che mancava l’accompagnamento strumentale, hanno fatto sì che io sviluppassi particolarmente questa sensibilità.
Terminata questa parentesi, nasce l’Orchestra di Fiati Karl Orff, ensemble strumentale, che dirigo stabilmente dal 1997. La scelta del nome, abbastanza emblematico, ha rappresentato sin dall’inizio la volontà di dimostrare che le nuove sonorità della banda non hanno nulla da invidiare a quelle dell’Orchestra. Infatti all’inizio se dicevi che dirigevi una banda parecchi storcevano il naso, invece se dicevi che dirigevi un’orchestra di fiati, allora tutti ti guardavano con ammirazione. Per fortuna adesso questo capita sempre meno. Con questa orchestra mi sono preso parecchie soddisfazioni, come vincere ben 5 primi premi su 7 concorsi nazionali a cui abbiamo partecipato.
Con la stessa orchestra nel 2001 ho inciso un CD dal titolo “Dialoghi”, che mi vede impegnato sia nella veste di direttore che di compositore. I due brani presenti sono appunto “Dialoghi” e “Nostalgia” entrambi editi dalla casa editrice Scomegna.
In questi lunghi anni di attività come direttore di Banda ho avuto la fortuna di conoscere molti maestri che vi elenco non in ordine di importanza, ma in ordine cronologico: Nicola Samale, Daniele Carnevali, Lorenzo Della Fonte, Maurizio Billi, Jan Van der Roost, Eugene Migliaro Corporon e Angelo Bolciaghi, tutti grandi nomi: ognuno di loro mi ha dato qualcosa, arricchendo il mio bagaglio culturale, musicale e gestuale.

Hai menzionato il CD che contiene due tuoi brani: “Dialoghi” e “Nostalgia”. Il linguaggio usato è chiaramente tonale, e ascoltando e leggendo la partitura ho notato un’atmosfera quasi melanconica, sembrano la colonna sonora di un film d’amore. Ci vuoi parlare di queste tue composizioni?
Questi brani sono stati scritti quasi all’inizio della mia carriera compositiva e direttoriale, forse un po’ dettati dall’incoscienza e un po’ dalla voglia di misurarsi sempre più con se stessi. L’idea nacque quando stavo affrontando lo studio di alcuni compositori, tra cui mi piace citare Ted Hugguens, Andrè Waignein, Frank Erickson e Willy Hautvast. Quando studi e suoni la loro musica è difficile non rimanerne toccati, quindi per me è stato facile un giorno, dopo aver pensato a quale forma dare, sedermi al pianoforte e scrivere dei temi dal carattere nostalgico e malinconico, supportati da armonie semplici con soluzioni talvolta prese in prestito dalla musica jazz e dalla musica da film e un’orchestrazione ispirata chiaramente all’organico della Symphonic Band.

Ci sono stati grandi compositori della storia della musica, Stravinsky e John Cage tanto per dirne qualcuno, che sostenevano che la musica non può esprimere sentimenti o paesaggi, ma è musica in quanto musica, espressione sonora; a differenza di chi li ha preceduti che, tramite le sensazioni che poteva trasmettere un paesaggio o uno stato d’animo, hanno illustrato musicalmente queste emozioni. Secondo te un brano deve quindi essere capace di procurare all’ascoltatore una chiara emozione? O deve essere lo specchio dell’idea del compositore, dove non è necessaria la percezione di chi ascolta?
Secondo me la verità sta sempre nel mezzo. Ognuno deve poter utilizzare lo strumento che gli è più congeniale. In passato alcuni compositori hanno utilizzato le forme descrittive per esprimere le proprie emozioni, oggi John Cage utilizza altre forme espressive molto all’avanguardia e non sempre le sue idee risultano comprensibili. Accennavi a Stravinsky, ricordiamoci che nel 1913 la sua prima rappresentazione del balletto “Le Sacre du Printemps”, fu fischiato sonoramente, invece oggi è uno dei balletti più eseguiti. Quindi credo che bisogna rispettare prima di tutto la volontà del compositore, e poi non dimenticarsi del fruitore, il quale a poco a poco, deve essere aiutato ad assimilare e a digerire queste nuove forme di espressione.

Un’ultima domanda prima di parlare del CEM. Ancora oggi nella banda la maggior parte dei compositori utilizza il sistema tonale, che è un po’ come il latino, una lingua morta da cui nacquero tutte le lingue neolatine. Non credi che dovremmo in qualche modo iniziare a superare la tonalità? O credi che può ancora dare molto?
Personalmente penso che la tonalità avrà ancora vita lunga, in quanto rimane il mezzo di comunicazione musicale più immediato e più semplice, ossia quello che più facilmente arriva al grande pubblico. Tuttavia, ritengo sia giusto inserire nel proprio repertorio composizioni che utilizzino linguaggi musicali sempre più innovativi e, se pur con un certo ritardo, qualcosa comincia a farsi sentire anche qui in Italia. Bisogna avere sempre più il coraggio di proporre composizioni che affrontino linguaggi musicali contemporanei come la musica aleatoria, minimalista, politonale, ecc., e questa è sicuramente responsabilità di noi direttori e ancor più delle case editrici.

Questo è il 4° anno che la Fe.Ba.Si. organizza il CEM, e questo corso ti vede coinvolto attivamente in veste di docente e direttore. Come si prepara un direttore ad affrontare un evento di questo tipo?
Normalmente il corso dura circa 10 giorni ed è rivolto ai ragazzi associati alla Fe.Ba.Si., di età inferiore ai 18 anni. Quindi si cerca di dare una impostazione di massima, pensando a tutte le attività che si potranno svolgere nei giorni designati. Il corso è diviso in due parti: la prima è rivolta a tutti coloro che vogliono ricevere una formazione strumentale individuale, affinché i ragazzi possano confrontarsi tra loro, ricevere ulteriori stimoli, migliorare le qualità tecniche e conoscere nuovi repertori; la seconda parte sarà un vero e proprio corso di formazione orchestrale. L’organico sarà quello della Symphonic Band, se pur con qualche problema di bilanciamento per l’eccessiva presenza o carenza di alcuni strumenti piuttosto che altri. Fortunatamente però, ogni anno ne siamo usciti bene.
I giovani musicisti faranno esperienza di musica di insieme, impareranno a guardare la bacchetta e a comprendere il gesto del direttore, quindi a tradurre in musica l’idea del compositore, in quanto loro esecutori, attraverso il gesto del direttore che ne è l’interprete. La formazione orchestrale rappresenta un momento di crescita musicale molto importante per questi musicisti in erba. Infatti solo pochi di loro hanno la fortuna di avere nelle proprie bande un organico completo o di possedere un parco strumenti a percussione completo di timpani, xilofono, glockenspiel e strumentini vari. Al CEM questo è possibile, la tavolozza timbrica a loro disposizione è ricca di nuovi colori, non solo per la presenza di questo variegato numero di percussioni, ma anche perché spesso abbiamo la fortuna di avere la presenza di strumenti ad ancia doppia, come l’oboe e il fagotto.
Anche la scelta del repertorio non è stata casuale, poiché sono stati affrontati brani e autori che potessero avere una valenza sia sotto l’aspetto didattico che musicale. La maggior parte dei brani viene scelta dalla letteratura originale per banda, senza disdegnare eventuali colonne sonore o delle buone trascrizioni di brani celebri. Sia l’anno scorso che quest’anno tra i brani oggetto di studio figuravano composizioni che presentavano linguaggi musicali alquanto innovativi (Miroirs di Daniele Carnevali e Fires of Mazama di Michael Sweeney), come i cluster, armonie per quarte, momenti di musica aleatoria e minimalista.

I ragazzi hanno avuto difficoltà?
Tutto dipende dal direttore, da come egli affronta la concertazione durante le prove. L’importante è farlo con semplicità e naturalezza, spiegando loro ciò che succederà. I ragazzi non hanno preconcetti o condizionamenti, come noi adulti, e quindi, il gioco è fatto. Il risultato sarà sicuramente straordinario e stupefacente.

Un brano affrontato quest’anno permetteva ai ragazzi una libera interpretazione in un punto prestabilito della partitura, dove potevano scegliere le altezze e durate dei suoni nei punti d’attacco indicati dal direttore. Hai notato se i ragazzi hanno percepito la lezione sulla musica aleatoria? Cioè, hai notato se le note erano sempre le stesse, o se davano libero sfogo alla loro creatività?
Assolutamente si, i ragazzi hanno recepito perfettamente il messaggio: infatti ad ogni ripetizione il risultato migliorava sempre di più, in quanto i meccanismi e la tecnica esecutiva in relazione alla nuova soluzione compositiva si affinavano continuamente.

Molti di questi ragazzi non sono mai stati diretti da veri direttori: rispetto ai musicisti che hai diretto, come ti rivolgi a loro? Per far capire il linguaggio dei tuoi gesti, lo spieghi prima, o subito capiscono cosa pretendi?
Prima di iniziare una prova, a prescindere da chi avrò davanti, giovani, meno giovani o professionisti, sono solito illustrare e spiegare la composizione che andrò ad affrontare, dando anche qualche breve informazione sull’autore, in modo da creare interesse e curiosità sul brano che si studierà. In generale, il mio comportamento di fronte ai musicisti dell’orchestra tiene poco conto della loro età anagrafica. Quando dirigo non faccio alcuna distinzione su chi ho davanti, per me quei musicisti sono dei professionisti. È da parecchi anni che ho a che fare con bande giovanili e posso dire, con un po’ di presunzione, che ho acquisito ormai una certa esperienza. I ragazzi sono più sensibili e ricettivi degli adulti. Non hanno preconcetti o condizionamento alcuno, sono avulsi da qualsiasi influenza esterna. Naturalmente, loro capiscono subito se la persona che hanno davanti è preparata, se è all’altezza del suo compito. Quindi, appurata la professionalità e le capacità del loro direttore, essi si fideranno ciecamente di lui, non faranno domande ed eseguiranno senza reclamare le indicazioni loro date.
Per quanto riguarda i gesti non ho mai avuto bisogno di spiegarli. Credo di essere sufficientemente chiaro, quando dirigo, e cerco sempre di assecondare la musica senza andare mai contro di essa. Così facendo riesco a raggiungere il mio obiettivo più facilmente, spesso senza parlare, usando solo il gesto, lo sguardo e l’espressione del mio volto.

Che livello di preparazione hai trovato?
Quest’anno c’è stato un cambiamento generazionale: alcuni ragazzi che hanno partecipato alle prime edizioni del CEM, avendo superato il limite di età, in quanto maggiorenni, sono rimasti a casa, lasciando spazio alle nuove leve. Tutto questo ha comportato, nei giovani partecipanti, un abbassamento del livello di preparazione, del quale ha risentito notevolmente tutta l’orchestra, ma paradossalmente si è riusciti ad avere una morbidezza e una fusione di suoni superiore agli anni precedenti, poiché mancavano certe spiccate individualità.
Un altro problema è caratterizzato dal fatto che cerchiamo di accogliere tutte le richieste di partecipazione, e non in funzione dello strumento suonato, ma in funzione dell’ordine cronologico con cui arrivano le richieste di adesione. Quest’anno, ad esempio, l’iscrizione che si è aperta il 1° marzo portava come scadenza il 20 dello stesso mese, ebbene 10 giorni dopo l’apertura abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni per eccesso di richieste. Tutto questo dimostra, senza dubbio, che lo staff tecnico di cui io mi onoro di far parte ha lavorato bene negli anni precedenti e che, nostro malgrado, saremo costretti ad affrontare una mole di lavoro in più, per problemi di bilanciamento di organico (eccesso o carenza di alcuni strumenti musicali). Tuttavia utilizzando qualche piccola strategia e/o qualche piccolo ritocco nella partitura saremo in grado di riuscire ugualmente nell’intento.

Un momento molto delicato nella funzione del direttore è quando si assegnano le parti: in una banda succede spesso di assistere a litigi o invidie nel momento in cui qualcuno ha la prima parte a discapito di qualcun altro. Qui è successo la stessa cosa, o i ragazzi hanno accettato la parte assegnata loro dal maestro?
No, i ragazzi sono stati molto maturi, e hanno accettato tranquillamente il ruolo loro assegnato. Quando a volte mi trovo ad affrontare problemi di questo tipo, prima spiego che non c’è alcuna differenza tra le varie parti (prime, seconde o terze), tutte sono importanti, poi aggiungo che, se tutti facessero la stessa parte, il risultato non sarebbe più lo stesso. Basta spiegare ciò che accadrebbe in queste situazioni, e loro capiranno immediatamente. Nel caso in cui i tutti i musicisti di quella sezione siano abbastanza validi, allora adotterei il sistema della rotazione. In altre parole ogni musicista avrà l’opportunità di essere una volta primo, con un determinato pezzo, poi secondo in un altro brano, in modo tale da potere invertire i ruoli con gli altri musicisti della stessa sezione.

Avere un gruppo con una buona formazione musicale fa tanto, però una buona orchestra deve avere un ottimo gruppo affiatato, se c’è anche la preparazione è ancora meglio. Nel calcio si usa l’espressione fare spogliatoio: qui al CEM cosa fate per creare un gruppo su cui poi puntare?
La programmazione è stata articolata in questo modo: i primi due giorni sono stati molto più intensi, i ragazzi hanno lavorato oltre 4 ore la mattina e 4 il pomeriggio, lasciando loro come riposo il dopo pranzo e il dopo cena. Il terzo giorno hanno avuto tutti la mattinata libera fino all’ora di pranzo. In questa fase si sono curati altri aspetti educativi, come la socializzazione e il rispetto delle regole, una delle direttive principali insieme a quella di mantenere pulita e in ordine la struttura che ci ospita, rispettare gli orari, gli insegnanti, i tutor e i collaboratori. I ragazzi a turno pulivano le camerate, i bagni, servivano ai tavoli. Posso affermare con sicurezza che tutte queste attività fatte sotto forma di gioco hanno consentito a tutti di avere più rispetto per tutto quello che li riguardava. Durante i momenti di pausa sono stati somministrati loro dei giochi musicali, cruciverba e quiz di cultura generale sulla teoria e storia della musica.

Un ragazzo che partecipa al CEM, cosa porterà dietro?
Sicuramente tanti amici e tanta, tanta musica. Il CEM è un corso full immersion, che li impegna per più di 8 ore al giorno, tutti insieme a fare la stessa cosa nel medesimo momento. Dopo tutta questa musica, e queste nuove esperienze, il CEM diventa una grande opportunità dove si riscopre il piacere di stare con gli altri non virtualmente, ma fisicamente. Nascono nuove amicizie, nuovi amori adolescenziali. Quando poi si torna a casa arrivano tante lacrime e tanta tristezza, perché la vacanza è finita, perché il compagno o la compagna di stanza con cui hai condiviso tutto per 10 giorni, ritorna a casa sua dai suoi genitori. Ma una cosa è certa: già si sono dati appuntamento per il prossimo anno, nello stesso posto e prima di andare via si sono scambiati gli indirizzi e-mail per ritrovarsi sulla rete a chattare su Msn o su Facebook, e raccontarsi poi le ultime novità…

E invece un direttore cosa si porta dietro?
Sicuramente tanta gioia per aver conosciuto tanti giovani musicisti, e la speranza di essere riuscito a dar loro qualcosa. Di avere contribuito in qualche modo alla loro crescita musicale. Mi riferisco, in particolare, a coloro che non hanno la fortuna di militare in una banda dove si suona una certa musica, o dove si fanno certe esperienze musicali.

Oltre il CEM hai altri progetti?
Attendo la pubblicazione di un mio primo libro che avverrà nel prossimo autunno. Il lavoro, che sarà edito dalla casa editrice Animando, parlerà del compositore italo-americano Vincent Persichetti. Uno dei più grandi musicisti del Novecento che ha scritto più di duecento opere, e tra queste alcune molto importanti per banda. Una particolare attenzione sarà rivolta alla composizione Masquerade for Band, della quale ho tracciato un’analisi molto approfondita, dimostrando che il titolo (Masquerade) indicava la maschera dietro cui si nascondeva il manuale di composizione, Armonia del Ventesimo Secolo dello stesso Persichetti.

Salvatore, ti ringrazio per questa piacevole chiacchierata, a nome di tutto lo Staff e degli Utenti.
Grazie a te, Giuseppe, per questa intervista, e per avermi dato l’opportunità, tramite il sito MondoBande.it, di poter fare conoscere tutto quello che stiamo facendo e realizzando per il bene di tutti coloro che vivono nel mondo bandistico. E per questo, e per tutto quello che sarete in grado di fare ancora, credimi, non finirò di ringraziarvi mai abbastanza. Perché è solo attraverso dei network come il vostro, in grado di arrivare nelle case di tantissime persone, che riusciremo a dare una mano a tutti coloro che vogliono crescere e migliorarsi. Quindi grazie ancora Giuseppe e grazie ancora a MondoBande.it.
Un saluto, un invito e un ringraziamento caloroso voglio fare anche a tutti gli Utenti di MondoBande.it, che spero diventino sempre di più: leggete, rispondete, ed interagite il più possibile con tutti coloro che scrivono su questo sito, o che si prodigano così tanto per farlo funzionare al meglio. Sforziamoci di diventare sempre più numerosi e piu sensibili verso tutte le problematiche che riguardano la nostra attività musicale. Un abbraccio caloroso, idealmente, ad ognuno di voi; evviva le Bande e le Orchestre di Fiati.

(a cura di Giuseppe S.)