Tra Teatri d’opera, Esercito e Bande

Dopo la recente premiazione avvenuta in Francia, abbiamo voluto conoscere meglio il M° Paolo Mazza

Presentiamo in questa breve intervista Paolo Mazza, compositore, direttore d’orchestra e di banda laureatosi in direzione d’orchestra e di banda e composizione sotto la guida, tra gli altri, di Briccetti e Fraschillo. Inoltre è fondatore dell’Aveto Wind Ensemble, Collaboratore della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e Maestro Direttore della Fanfara della Croce Rossa Corpo Militare del 1° Centro di Mobilitazione del Piemonte.

Per prima cosa benvenuto su MondoBande. La prima domanda è praticamente standard per tutti i nostri intervistati per presentarsi agli Utenti: qual’è stato il tuo percorso di studi e le tue evoluzioni musicali?
Buongiorno a Voi e ben trovati, grazie per l’attenzione che avete deciso di regalarmi. Dunque, io inizio i miei studi musicali presso il Conservatorio Musicale “N. Paganini” di Genova dove ho studiato Trombone ed in seguito Percussioni. Dopodichè, affascinato da sempre dalla Composizione e dalla Direzione d’Orchestra, ho deciso di intraprendere anche quella strada, dapprima sotto la guida del M° Francesco Berta a Genova ed in seguito ad Alessandria, poi a Brescia sino ad arrivare all’Accademia Nazionale e alla Southern University. Ho partecipato a numerosissimi corsi riguardanti il tema della Direzione sotto la guida di vari docenti, tra cui Thomas Briccetti, Jan van der Roost, Pjiotr Woolny, Andrea Franceschelli, Claudio Mandonico. Ultimo in ordine di tempo quello con Douglas Bostock e la Tokyo Kosei Wind orchestra, ecc..
Negli anni di studio, ho seguito anche vari seminari sia in Italia che in Austria, Spagna, Olanda, Lussemburgo, Germania e Stati Uniti.

La tua attività è molto particolare, ti dividi tra vari settori ed ambiti, ma ti chiederei per prima cosa di parlarci della tua esperienza bandistica. Quali sono i gruppi che dirigi e che tipo di repertorio proponi?
Per ciò che riguarda il settore bandistico, tengo innanzitutto a dire che io ho la fortuna di fare questo mestiere proprio grazie alla banda, infatti è lì che nasco musicalmente ed è da lì che ho tratto le mie prime esperienze musicali. Poi in seguito ho fatto per alcuni anni la professione come strumentista, ma le mie radici sono nella banda. Tra i gruppi che dirigo attualmente c’è ad esempio quello al quale sono senza dubbio più affezionato, che è il Complesso Musicale di S. Stefano d’Aveto, in provincia di Genova, che ormai ho il piacere di dirigere da ben 25 anni. E’ un paesino di montagna assolutamente intriso di musica, pensate che in nemmeno 500 abitanti vi sono il Complesso Musicale che dirigo io che comprende la Banda musicale, un Coro polifonico e la Scuola di Formazione musicale; oltre a questo vi sono anche altri due cori, uno di montagna ed uno a voci dispari. In questa realtà infatti, è da ormai 18 anni che ho creato un Festival Internazionale per Bande e Cori che ogni anno nei primi due week-end di luglio vede il paese animarsi di canti e suoni provenienti da varie nazioni e un po’ da tutta Italia. Inoltre ogni anno presentiamo anche una Musica d’Ordinanza militare, oltre alle formazioni civili. Sono ormai passati credo quasi tutti, dall’Arma dei Carabinieri, all’Esercito, alla Marina, ai Bersaglieri, agli Alpini, ecc..
Il repertorio proposto è, penso, il più adatto ad una località come quella, ciò quello dell’intrattenimento per il turista, e che quindi cerca di abbracciare il più possibile i gusti del pubblico, facendo sempre molta attenzione a proporre cose comunque di un certo buon gusto ed una qualità piacevole per l’ascoltatore.
Dopodichè la mia attività bandistica si rivolge a tutti coloro che ne chiedano la necessità, come i numerosi Corsi per Direttori e Vicedirettori che ho tenuto in questi anni in Piemonte, in Lombardia, in Liguria, in Veneto, in Emilia, ecc.: ad esempio lo scorso anno è stata proprio l’ultima esperienza, quella con l’Anbima Piemonte, che ha creato il progetto “Giovaninbanda” e che ha visto la formazione di bande provinciali giovanili. A me è stato richiesto di assumere la direzione della formazione provinciale di Torino2. In seguito, nel Gennio 2010, mi è stato proposta anche la direzione della neonata Fanfara Intercomponente della Croce Rossa Italiana, con sede al I Centro di Mobilitazione di Torino. Oltre a tutto ciò comunque collaboro con alcune orchestre sinfoniche italiane ed estere con le quali si sviluppano produzioni sia sinfoniche che operistiche.

Ed ora passiamo alla tua esperienza di compositore ed arrangiatore: alcuni tuoi lavori sono pubblicati da varie case editrici. A cosa ti ispiri quando componi un brano? Segui dei modelli o preferisci essere “libero”?
Mah, dipende dai casi, mi spiego meglio: se si tratta di brani di libera composizione preferisco sentirmi completamente libero senza vincolo alcuno, completamente pronto ad assorbire sensazioni ed emozioni che possono arrivare da qualunque cosa che possa essermi di stimolo in quel momento, per riuscire a mettere in Musica ciò che provo; mentre se si tratta di commissioni, come ultimamente mi è capitato proprio per il 150° dell’Unità Nazionale e del nuovo Disco che abbiamo registrato con la Fanfara della Brg. Alpina Taurinense, ovviamente sono “legato” a predeterminati schemi che possono variare sia nello stile, piuttosto che nell’organico, o ancora nella scelta tematica della composizione. E’ infatti ciò che è accaduto ad esempio per le mie composizioni Cleombroto dedicato al 200° anniversario di Garibaldi, che è stata eseguita in prima assoluta al Teatro Carlo Felice di Genova, oppure a Gibilrossa, sempre in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, o ancora a The amazing silence dove mi venne richiesto di scrivere una nuova composizione dedicata al celebre “Silenzio militare” che però avesse un sapore nuovo, un’impronta inusuale.
La stessa cosa è accaduta poi per vari altri brani, mentre nel caso di altre composizioni come Servan, Band Celebration, Fanfare for T accade diversamente. Ad esempio per Piume d’Aquila è stata la scelta personale e quindi libera, di creare una romanza alpina cantata da un soprano e con una parte centrale recitata da una voce fuoricampo che declamasse alcuni versi (composti appositamente) che celassero tra le rime tutta una serie di “valori” militari e civili intrinsechi delle nostre Forze Armate: questo brano è stato eseguito in prima assoluta al Palazzo della Gran Guardia di Verona in occasione della Festa delle Forze Armate Italiane con l’interpretazione della celebre e bravissima soprano Cecilia Gasdia. Altri brani, proprio quest’anno sono stati inseriti all’interno del cartellone delle programmazioni di MiTo, il prestigioso festival Internazionale che si svolge tra Milano e Torino.

Tra le tue numerosissime attività c’è anche la direzione d’orchestra, e so che a breve dirigerai anche un’opera. Quali gruppi preferisci dirigere, le orchestre sinfoniche o quelle di fiati?
E’ vero: tra breve dovrò dirigere una Forza del destino, ma non credo ci siano gruppi che “preferisco” dirigere, la cosa importante e fondamentale secondo me, è il riuscire comunque e sempre a far Musica, sia con le compagini sinfoniche che con i gruppi di fiati che con i cori. La cosa primaria che un Direttore, a mio modesto parere, non deve mai perdere di vista, è la ricerca certosina della buona musica, quella che riesce a coinvolgere le persone che stanno lavorando con te e che insieme a te danno vita a quello splendido evento che è la Musica! Solo con una buona intesa tra direttore e musicisti si riesce a tirar fuori qualcosa in più da quelle note che altrimenti rimarrebbero solo scritte e “lette”.

Ed ora arriviamo alla tua vita con le stellette: sei Maestro Direttore della Fanfara della Croce Rossa Corpo Militare del 1° Centro di Mobilitazione di Torino e Collaboratore della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense. Come riesci a conciliare tutte queste attività?
Mah, è più semplice di quanto si possa immaginare. Grazie alla Riserva dell’Esercito Italiano da svariati anni ho rivestito con piacere ed onore la divisa che abbandonai anni fa ed ho iniziato a farlo proprio con la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense, ensemble prestigioso tra le Musiche d’Ordinanza della musica militare italiana. Con questo gruppo, e di concerto con altri collaboratori tra i quali il mio allievo M° Direttore M.llo Calandri, si è inziato un percorso musicale “importante”, creando cioè una serie di documenti sonori, arrivati ad oggi a tre incisioni discografiche prodotte dalla “M. Boario” di Torino, dove si realizzano esecuzioni di brani originali della grande Letteratura mondiale per Fiati accanto a composizioni sempre originali ma scritte per l’Ensemble, talvolta dietro commissione. Di questo va reso merito principalmente al Comando che nelle persone dei suoi Ufficiali si è sempre dimostrato lungimirante ed attento.
Inoltre con l’ultimo lavoro “Voli d’Aquila” mi sono potuto avvalere anche della prestigiosa collaborazione per un mio brano, dal quale prende il titolo il disco, della celebre e bravissima soprano Cecilia Gasdia e del favoloso attore e regista Ricky Tognazzi che hanno messo la loro arte a disposizione della musica scritta da me. Contemporaneamente, nel gennaio 2010 mi è stata proposta la direzione di questa Fanfara della C.R.I. appartenente al I Centro di Mobilitazione di Torino – Corpo Militare (unica realtà in Italia come Intercomponente) che ho accettato e con la quale, in soli 2 anni di attività, abbiamo già realizzato molte cose interessanti, quali un’incisione discografica e numerosi concerti prestigiosi in tutta Italia.
Nel prossimo 2012, probabilmente, con questa formazione ci saranno ulteriori novità molto importanti, ma prima di parlarne aspettiamo di vederne gli sviluppi; casomai vorrà dire che ci risentiremo se ne avrete il piacere.

Parlaci ora dell’Aveto Wind Ensemble (compagine ligure di alto livello, NdA): il gruppo è nato da una tua idea? Parallelamente svolgi anche la direzione artistica del Festival musicale di Santo Stefano d’Aveto, ci racconti qualcosa anche di questa esperienza?
Sì, l’Aveto Wind Ensemble è una mia idea, infatti è una delle componenti (quella dell’Orchestra di Fiati) di un progetto molto più grande: l’ “Aveto Ensembles”, progetto che racchiude al suo interno varie formazioni, dal gruppo di fiati, all’orchestra da camera, a quella sinfonica. E’ una formazione semiprofessionale che nasce dal primo nucleo di amici con i quali ho condiviso in questi anni tanta Musica e con i quali una sera, dopo ormai tante volte che mi sentivo dire “Paolo, abbiamo voglia di fare Musica!“, ho deciso di costituire il primo nucleo di questo gruppo. Ciò accadde proprio mentre ci trovavamo in quella splendida località che è la Val d’Aveto, da qui la scelta del nome direttamente legata alla bellezza e alla serenità di quei luoghi. Questo Gruppo non ha nulla a che fare con le varie bande o ensemble di fiati del territorio ligure, infatti è assolutamente autonomo, non dipende da alcuna associazione e da alcuna località; è il primo, e per ora unico, ensemble ligure formato da musicisti di varie provenienze ed estrazioni che nasce ed esiste con il solo intento di fare Musica. Con questo gruppo abbiamo già realizzato un disco per le edizioni M. Boario dal titolo I Cavalieri del Graal, che potete trovare facilmente distribuito con all’interno alcune mie composizioni.
Per ciò che riguarda la mia Direzione Artistica del “Festival Internazionale Appennino in Musica”, il tutto nasce da un’idea che ebbi 18 anni fa e che il mio Presidente Francesco Livellara sposò immediatamente, creando così la prima edizione del Festival che ogni anno si svolge nei primi due week-end di luglio a S. Stefano d’Aveto, ospitando bande, cori e orchestre da tutta Italia e anche dall’estero. Abbiamo avuto in queste 18 edizioni praticamente quasi tutti i gruppi bandistici e corali di rilievo del nostro panorama nazionale e non, dall’orchestra di fiati di Soncino, alla banda civica di Milano, alla brass band di Quart; dai mitici Crodaioli di Giuseppe de Marzi alla celeberrima S.a.t. di Trento; inoltre sono stati ospitati praticamente quasi tutti i gruppi di rappresentanza della musica militare italiana, dai Carabinieri, agli Alpini, ai Bersaglieri, alla Marina, ecc., oltre a compagini straniere quali ad esempio la Sixth Fleet Band dei Marines, la banda interforze della Nato, Musiche e Balletti russi, ecc..
Questo Festival nasce con l’idea primaria di poter mettere “a disposizione” del pubblico (in questo caso ligure) un’occasione di poter ascoltare gratuitamente e comodamente in due fine settimana estivi e nella splendida cornice di una bella località, gruppi e musiche che magari difficilmente avrebbero occasione di poter fruire.

Siamo quasi alla fine. Un’ultima domanda: hai scritto un manuale per capobanda (Manuale del Capobanda – Ed. musicali M. Boario, NdR); com’è nata questa idea e quali argomenti tratti nel libro?
Già è vero, ogni tanto mi dedico anche a piccole pubblicazioni di carattere più “letterario” e questa è una di quelle. L’idea è nata dal mio Editore che, seguendo alcuni Corsi che tenevo in giro per l’Italia, un giorno mi propose di racchiudere in una pubblicazione il riassunto di tutte o quasi le problematiche che mi venivano poste dai vari allievi, creando così una specie di piccolo “manuale” con la speranza che potesse divenire poi utile a qualcuno in cerca di risposte.
Gli argomenti trattati sono tra i più vari ma, penso, anche tra quelli più utili. Infatti parlo di come sarebbe importante poter eseguire l’intonazione per ogni classe strumentale, di come porsi di fronte al pubblico anche nei momenti “di servizio” e non solo di concerto – infatti spesso dimentichiamo che le nostre bande la maggior parte del loro pubblico lo incontrano mentre si trovano a svolgere un servizio e non durante un concerto – per cui quello è il momento nel quale bisogna fare attenzione a come ci si presenta e alla propria immagine; a seguire tratto argomenti come quello della corretta “procedura cerimoniale” nelle varie occasioni militari e civili, in quanto troppo spesso purtroppo vedo accadere cose assurde in tali momenti, e tutto ciò semplicemente perché in quel momento “qualcuno” si è improvvisato cerimoniere e ha deciso così, magari eseguendo uno squillo di Attenti di fronte al monumento dei Caduti invece dei tre previsti, ecc.. Questa del manuale è stata una bella esperienza, che probabilmente ora replicherò con il secondo volume e che ho felicemente visto tornare utile tante volte a svariate persone. Parecchi musicisti e addetti ai lavori mi hanno fatto i complimenti per questa pubblicazione, incoraggiandomi a proseguire in tal senso.

Ringrazio vivamente Paolo Mazza per il tempo dedicato a questa intervista e per averci raccontato le sue esperienze ed il suo modo di vivere la banda.
Grazie a Voi per il gentilissimo interessamento e per il lavoro che fate in maniera egregia per tutto il panorama bandistico nazionale, e buona Musica!

(a cura di Simone B.)