Intervista a Federico Agnello

Incontriamo il giovane compositore siciliano che è balzato alla ribalta del panorama bandistico italiano e internazionale con i suoi brani

Ciao Federico, e benvenuto su Mondobande.it. La prima domanda è la solita: ci parli della tua formazione e dei tuoi “inizi”?
La mia formazione musicale inizia a circa 6 anni, quando i miei genitori mi portarono per la prima volta nella scuola di musica del mio paese (Canicattini Bagni), e per questo non finirò mai di ringraziarli. Inizialmente ho provato con il trombone, ma dopo un po’, data la mia assoluta incompatibilità con quello strumento, ho iniziato con le percussioni e ho capito subito che erano il mio strumento. Nonostante questo, non ho preso la musica seriamente fino ai 12 anni, in quanto la vedevo più come un hobby.
Ho iniziato a studiare più seriamente quando sono entrato in banda e per questo devo ringraziare il M° Michele Netti, in quanto mi ha dato sempre stimoli ed occasioni per andare avanti. Dai 16 anni ho iniziato a partecipare a numerosi concorsi di esecuzione solistici e di musica da camera, vincendoli tutti, e questo mi ha dato una carica enorme.
Finiti gli studi scolastici, a 19 anni ho conseguito il diploma di percussioni presso il conservatorio di Messina e successivamente mi sono trasferito in Trentino (dove ancora mi trovo) per studiare strumentazione per banda presso il conservatorio di Trento con il M° Daniele Carnevali.

Com’è nata la tua passione per la composizione?
La mia passione è nata in maniera ingenua e quasi per gioco. Quando avevo 15 anni vedevo alcuni amici che avevano programmi di scrittura musicale e facevano degli arrangiamenti, quindi me li sono fatti prestare per vedere come funzionavano e per provarci anche io. Ho iniziato a fare arrangiamenti e a scrivere qualcosa di mio, ma con pessimi risultati data la mia totale mancanza di conoscenza dell’armonia e degli stili compositivi.
L’anno successivo sono andato a suonare al concorso bandistico internazionale “Città di Sinnai” (CA) e li c’è stata una piccola svolta che mi ha fatto cambiare totalmente la visione della banda come la conoscevo io e mi ha dato nuovi stimoli. In particolare c’era una banda giovanile spagnola con un organico impressionante che suonava dei brani descrittivi di autori a me sconosciuti: quelle sonorità, quelle timbriche e quei colori non li avevo mai sentiti in quanto ancora non ero interessatomolto all’argomento. Da li mi sono prefissato come obiettivo di riuscire a scrivere un brano per banda che avesse dentro tutti quei colori e quella timbrica, riuscendoci in parte qualche anno dopo.

Qual è stato il tuo primo brano per banda che hai scritto, e perché?
Il mio primo brano per banda è stato Elusive Inspiration. Questo brano l’ho scritto a 18 anni e ho impiegato 4 mesi per portarlo a conclusione. Appena concluso ero molto felice, perché avevo finalmente scritto il mio “primo brano” e avevo raggiunto con un buon risultato l’obiettivo che mi ero prefissato qualche anno prima. Chiaramente ancora non conoscevo né le basi di strumentazione né quelle di armonia: quindi prima di iniziare a scriverlo sono andato nell’archivio della mia banda e ho analizzato tutte le partiture originali presenti e questo è stato fondamentale per il lavoro.
Per quanto riguarda l’aspetto compositivo mi sono basato sulle mie sensazioni e ho provato a trasmettere subito il mio gusto e il mio stile, che poi ho riportato con coerenza nei brani successivi.

Nella tua seppur breve carriera di compositore hai vinto un buon numero di concorsi… ce li racconti?
Il primo concorso che ho vinto è stato quello di Bertiolo con la mia prima composizione Elusive Inspiration. Vincere un concorso di composizione per me era impensabile, dato il fatto che vedendo gli albo d’oro di diversi concorsi, erano sempre vinti da grandi compositori affermati; nonostante questo, decisi di mandare il brano ottenendo questo risultato.
Questo concorso è stato quello che mi ha spinto a continuare a scrivere e a studiare strumentazione per banda. Dico questo perché in quell’occasione, per la prima volta, alla cerimonia di premiazione ho sentito il mio brano eseguito da una formazione, e ho subito capito cosa non andava e cosa dovevo perfezionare per rendere la mia musica migliore e più efficace.
Da quel momento ad ogni concorso a cui ho partecipato ho ottenuto segnalazioni e premi importanti, ve ne elenco qualcuno: 2° premio con il brano Renri al Concorso Internazionale di Composizioni Originali per Banda Giovanile “Città di Sinnai” e allo stesso segnalazione di Dark Funky System e Insidia Terroris; 1° premio al Concorso Internazionale di Composizione “Romualdo Marenco” con il brano Danze Pazze e segnalazione di Sarcastic Damnation; 1° Premio al 3° Concorso Internzazionale di Composizione per banda “La prime Lus” con il brano Nuraxi; semifinalista al concorso Internazionale “Coups De Vents” con la composizione Nuclear Warrior, e molte altre segnalazioni in altri concorsi.

Ogni anno scrivi molti pezzi (quanti?): come trovi l’ispirazione per non cadere nello stereotipo?
Allora, è un po’ difficile fare una stima di quanti brani scrivo in un anno in quanto non scrivo da molto, ma posso dire che dal 2009 ad oggi ho scritto 25 brani, senza considerare il 2012 che è stato un anno dove mi sono fermato un po’ per riflettere su nuovi progetti/composizioni e studiare per arricchire sempre di più i miei brani futuri.
La mia musica è di carattere descrittivo, e quindi l’ispirazione la trovo spesso nei luoghi che visito o dalle storie o leggende che leggo. L’ispirazione però è solamente un 10% di tutto il processo compositivo, in quanto con l’ispirazione non si scrive un brano, ma ti sprona a cercare sempre delle soluzioni per rendere al meglio quello che stai raccontando.
Cercare di non cadere negli stereotipi è una cosa molto difficile da fare, e io non posso dire certamente se lo faccio oppure no; però quando mi metto a scrivere cerco proprio di non farlo. Spesso gli stereotipi vengono inseriti involontariamente perché si cerca di imitare un brano o uno stile che piace al compositore, e proprio per questo ogni volta che sono impegnato in una composizione vado a rianalizzare e riascoltare tutta la musica che adoro, proprio per cercare di non imitarla.
Come dicevo prima nel 2012 ho scritto poco, proprio per riflettere e cercare nuove soluzioni ai miei brani, in quanto la mia musica stava sempre di più diventando stereotipo di se stessa.

Come prosegue il tuo percorso di formazione?
Ho appena terminato il percorso di composizione presso il Conservatorio di Trento con il M° Cosimo Colazzo e da quest’anno inizierò il Biennio di Strumentazione per banda con il M° Daniele Carnevali. Ho partecipato come allievo effettivo a qualche corso di direzione con importanti maestri, per migliorare e soprattutto per portare rispetto ai musicisti giovani o meno giovani che mi trovo davanti quando dirigo. Ultimamente non sto più partecipando ai corsi come allievo effettivo, ma vado a suonare nelle “bande cavia” dei suddetti corsi; ho notato che imparo molto di più dall’interno della banda, e in particolar modo nelle bande giovanili, in quanto sento i pareri dei ragazzini sui maestri e di solito loro non sbagliano (in quanto privi di malizia e pieni di sincerità) e questi appunti ti fanno riflettere su molte cose. Devo dire che affrontare i corsi in questo modo mi sta aiutando tanto, essendo un direttore di bande giovanili, e adesso sto affrontando la direzione e il rapporto con i ragazzi in maniera completamente diversa rispetto a prima, e ogni volta che faccio un’esperienza imparo sempre cose nuove e utili nel mio lavoro.
Questo nuovo modo di agire mi ha portato in poco tempo a raggiungere traguardi importanti come il primo premio all’11° Concorso per bande giovanili di Costa Volpino con una delle mie bande giovanili. A proposito, voglio puntualizzare che portare una banda giovanile ad un concorso non deve mai essere per una sfida o per una gara (o come spesso accade per l’ego del Maestro), ma semplicemente per dare la possibilità ai ragazzi di fare un’esperienza importante per la loro crescita musicale.
Per concludere, lavorare con le bande giovanili rientra nel mio corso di formazione per quanto riguarda la composizione, in quanto riesci a capire realmente le difficoltà che hanno i musicisti quando affrontano un brano e allora quando scrivi tieni conto di tutto… prima o poi riuscirò anche io a scrivere un brano semplice!

Bene, concludiamo ringraziandoti e ti auguriamo di raggiungere traguardi sempre più importanti.
Vi ringrazio per questa intervista e per avermi concesso questo spazio su MondoBande, che sta diventando sempre di più un punto di riferimento e una vetrina del mondo bandistico italiano e non solo; e per questo vi faccio i miei complimenti! Un caro saluto a tutto lo Staff e a tutti gli Utenti di MondoBande.

(a cura di Denis S.)