Intervista a Stefano Parrino

VALDIDENTRO (SO) – A seguito della Masterclass e del Festival “LeAltreNote”, abbiamo scambiato due chiacchere con il noto flautista

Il Festival “LeAltreNote” nasce nel 2010 per dare seguito all’esperienza della Masterclass omonima, e per permettere agli studenti della stessa di poter trovare un palcoscenico di grande livello.
Sin da subito lo spazio riservato agli strumentisti a fiato, ottoni e legni è stato notevole: dal quintetto di fiati Made in Sicily, al corno delle Alpi di Carlo Torlontano, l’Omnia Sax Quartet, il Dalam Kasus Brass Quintett, l’Orchestra di Fiati Rosmini di Rovereto diretta dal M° Andrea Loss. La presenza di artisti italiani e stranieri, giovani o meno, in progetti musicali di grande livello, hanno permesso ad artisti già affermati e non di poter condividere gli stessi teatri e palcoscenici, in alcune tra le location più incantevoli d’Italia.
La recente edizione 2014, in un momento di grave crisi culturale quale quello che stiamo attraversando, ha comunque visto la crescita del corso in termini numerici, con la partecipazione di circa 80 giovani artisti provenienti dall’Italia e dall’Estero, e questo fa ben sperare che il progetto sia stato compreso nella sua interezza. La stampa ha seguito con interviste ed approfondimenti quello che è stato lo sviluppo dell’edizione passata, dando spazi ai giovani artisti che ogni anno vengono premiati con delle borse di studio e che vengono invitati a divenire parte dello Staff artistico dell’edizione successiva. L’evento ha tra l’altro visto la partecipazione di Giorgio Forattini nella realizzazione della copertina, e il conferimento della Medaglia del Presidente della Repubblica.

Approfondiamo il tutto, e cogliamo l’occasione per conoscerlo meglio, con Stefano Parrino, flaustista che farà parte dell’organizzazione logistica de LeAltreNote 2015.

Per prima cosa benvenuto su MondoBande. La prima domanda è praticamente standard per tutti i nostri intervistati per presentarsi agli Utenti: qual’è stato il suo percorso di studi e le sue evoluzioni musicali?
Il mio percorso di studi è in verita piuttosto articolato: ho iniziato lo studio del flauto dopo aver conosciuto Severino Gazzelloni. Affascinato dalla sua grande personalità e dagli innumerevoli racconti, musicali e non, che sciorinava con innegabile simpatia e fantasia, decisi di intraprendere lo studio di questo strumento.
Dopo aver dato l’esame di quinto anno a Palermo, mi trasferii al conservatorio di Milano dove mi diplomai nel 1990. Nello stesso anno ebbi la fortuna di conoscere Patrick Gallois ad un corso di perfezionamento estivo e scattò in me la molla di conoscere ed esplorare altre realtà musicali e flautistiche. Feci le audizioni, fui ammesso, frequentai e mi diplomai al Conservatoire Superieur di Ginevra con Larrieu, a Parigi all’Ecole Nationale con Patrick Gallois, la Royal Academy a Londra con William Bennett, Sebastian Bell e Keith Brag, Lugano e Biella con Peter-Lukas Graf.
Posso definirmi un flautista influenzato dalla scuola francese per ciò che concerne gli studi di appartenenza, pur essendo stato a contatto con personalità di altre nazioni. Oggi non mi accontento più di essere solo un flautista, ambisco ad essere un musicista.

Lei è Solista, Docente , Didatta, organizzatore: quale di questi “ruoli” sente più Suo?
Quante domande? Sono sicuramente uno spirito irrequieto… credo di essere un po’ tutte le figure da Lei citate, poiché ho molteplici interessi. Cerco di portare avanti tutto nel migliore dei modi e mi auguro e spero di riuscirci.
Amo sia insegnare che suonare, le due attività si compenetrano e si completano vicendevolmente. L’esempio è necessario, ma trovo importante abituare gli studenti ad avere una propria personalità, un proprio gusto musicale con lo sguardo sempre volto alla musica.
Credo nella necessità di aiutare i giovani a trovare degli spazi e lo faccio ogni volta che mi capitano le occasioni propizie. In questo filone si inserisce la mia figura di organizzatore: ecco quindi lo scopo della masterclass “LeAltreNote” con l’omonimo festival parallelo. Qui, si da spazio ai giovani strumentisti con grandi possibilità di esibizione. LeAltreNote è giunto ormai alla sua nona edizione come Masterclass ed alla sesta come festival e di anno in anno gli spazi per i giovani sono aumentati.

Ci parli della sua esperienza bandistica. Qual’è stato il suo primo approccio e come si è avvicinato al mondo delle bande?
Il mio rapporto con le bande nasce dall’avere avuto come nonno un direttore di banda a cui hanno intitolato la compagine strumentale della sua cittadina. Ho sempre amato il suono dei legni e degli ottoni ed è ben vivida (anche se ero molto piccolo) in me l’immagine del nonno che dirigeva la banda di Edolo. Ero affascinato dal suono di questi strumenti e dalla gioiosa sensazione di allegria che provavo nell’ascoltare la banda!
Ho conosciuto poi degli straordinari musicisti che mi hanno fatto conoscere e apprezzare i repertori delle orchestre di fiati. Lo scorso anno mi sono esibito più volte da solista con l’Orchestra di Milazzo diretta dal M° Andrea Loss e devo dire che sono state esperienze entusiasmanti, e ho inoltre potuto ascoltare l’Orchestra di fiati Rosmini di Rovereto, apprezzandone l’incredibile qualità musicale, la compattezza del suono, la straordinaria espressività.

Come dicevamo prima, Lei è anche docente non solo di flauto ma anche di respirazione e di musica da camera: un suo pensiero su quanto si sta facendo nel nostro Paese per la formazione musicale a livello bandistico e non solo.
Considerando la tradizione bandistica italiana (praticamente ogni città o paese anche piccolo ha un suo corpo bandistico) mi pare che attualmente le istituzioni prestino poca attenzione alla diffusione della musica. Le bande rappresentano un punto d’incontro tra persone più o meno giovani oltre ad essere un laboratorio musicale dal quale sono usciti fior fior di musicisti. Proprio Severino Gazzelloni ha avuto i suoi primi esordi nella banda di Roccasecca e ricordo che mi disse che, bambino, lo mettevano in piedi su una sedia perchè fosse alla pari con gli altri strumentisti.
Alcuni conservatori hanno capito l’importanza che hanno le Bande e si sono attivati per creare dei corsi di orchestre di fiati, purtroppo però mi pare che si sono persi anni preziosi.
Non c’è che da augurarsi che ci sia una rivalutazione della musica a tutti i livelli e strati della società.

Ci parli ora del festival “LeAltreNote”, festival con una grande presenza di musica per fiati.
Il festival LeAltreNote nasce nel 2010, un festival particolare che ha sempre dato spazio a tutte le anime della musica.
Le ultime edizioni hanno permesso a tanti giovani strumentisti a fiato e non di potersi esibire davanti a pubblici attenti e numerosi, penso alle ultime due edizioni che hanno visto per esempio la presenza dell’omnia Sax Ensemble, del Dalam Kasus Brass quintett, dell’orchestra di Fiati Rosmini di Rovereto, del clarinettista Luigi Magistrelli, del sassofonista David Brutti, per citarne alcuni, che hanno presentato repertori davvero innovativi e affascinanti.

Emozionarsi, emozionare: verbi sin troppo inflazionati quando si parla di Musica, però hanno un loro senso; qual’è il suo pensiero riguardo a questo?
Se penso a delle emozioni in musica penso a dei momenti in cui la distanza tra ascoltatore ed esecutore si annulla, a quel “quid” che tocca una parte della sensibilità che spesso tendiamo a non ascoltare. Da esecutore provo sempre a trasmettere più che una emozione sentimentale, una energia musicale, cioè quella energia che tramuta ciò che io sento in suono e che attraverso la sensibilità di chi ascolta si modifica in base a chi riceve quell’informazione.

Una domanda un po’ più “concreta”: quali caratteristiche dovrebbero avere un bravo didatta ed un bravo musicista secondo Lei?
Un bravo docente deve accompagnare nella crescita lo studente, semplificandogli il cammino attraverso degli strumenti che rendano lo stesso autonomo. Sono cresciuto in un epoca in cui la didattica si limitava a “fai come faccio io”… Altri docenti invece suggerivano empirici e dannosi consigli su come “aprire la gola” o altre cose davvero un po’ naïf che ora mi fanno un po’ sorridere e un po’ indignare. Un bravo docente dovrebbe personalizzare la lezione a seconda della persona che deve seguire. Ogni soggetto è diverso ed è giusto che abbia l’insegnamento che più si adatta alla sua personalità ed al suo carattere. Basta cattive fotocopie di questo o quel docente di grido!!! Va da sè che il rapporto deve essere improntato sulla fiducia reciproca, sul rispetto e sulla consapevolezza che si voglia il bene dei giovani.
Un bravo musicista è colui il quale riesce a trasmettere emozioni, sensazioni e linguaggi il più chiari e intelliggibili possibili riuscendo a toccare le “corde” degli addetti ai lavori ma soprattutto a chi, non sapendo niente di musica ha comunque la sensibilità e la voglia di avvicinarsi al meraviglioso universo musicale. Se riesco anche in minima parte in questi intenti credo di potermi considerare un buon musicista. Come disse uno dei miei docenti, il vero virtuoso è chi rende facile da ascoltare ciò che è difficile.

Qualcos’altro sul futuro di Stefano Parrino? Cosa farà “da grande”?
La mia intenzione è quella di non fermarmi, di seguire sempre più attentamente i miei allievi, di finire determinati progetti che sono ancora nel cassetto sebbene pronti, di continuare a ricercare repertori originali e purtroppo dimenticati.
Tra breve uscirà un nuovo Cd e successivamente ci saranno altre tre o quattro registrazioni. Nel 2015 inoltre sono previsti concerti e tour in Austria, Australia, Cina, Estonia, Russia in duo con mio fratello Francesco, e con gli ensemble da noi create: Il Trio Albatros e il quartetto DuepiùDue, nonché come solisti con alcune orchestre tra le quali la Filarmonica di San Pietroburgo. Previste Masterclasses in Italia, Europa e nel lontano oriente.
Inoltre siamo, sempre insieme a Francesco ed allo staff della Masterclass e del Festival LeAltreNote, nella organizzazione logistica dell’edizione 2015 che vedrà un nutrito gruppo di straordinari musicisti e che sarà ancora più sorprendente.

Bene, concludiamo anche con Lei: vuole aggiungere qualcosa “ad libitum”?
Desidero ringraziare MondoBande per lo spazio che mi ha concesso ed i lettori per la pazienza. Invito tutti i musicisti ad essere più solidali tra di loro e a far trasparire questa unità verso una società che per indifferenza e per poca conoscenza ci percepisce come degli esseri particolari e molto poco connessi alla vita reale, se non addirittura inutili. Viva la musica e viva l’arte!

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Concludiamo informandoVi che è già in preparazione l’edizione 2015 de LeAltreNote: i nuovi eventi vedranno la partecipazione di alcuni dei vincitori del concorso Audi Mozart 2014, oltre ad una nutrita serie di grandi ospiti per un Festival che sarà sicuramente sorprendente.
Parallelamente al Festival è chiaramente prevista anche una nuova edizione della masterclass, altrettanto interessante: lo staff (ben 14 le discipline previste) si arricchirà di novità di rilievo che renderanno “LeAltreNote” non un semplice corso, ma un vero e proprio progetto culturale e di innovazione educativa, con costi accessibili, servizi logistici e strumenti musicali a disposizione dei corsisti.

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