Carlino (UD) – VI Concorso Internazionale per Clarinetto

Dal 24 al 26 Ottobre, nella ridente cittadina friulana, si è tenuta la sesta edizione della competizione organizzata dalla Associazione Musicale “Nuova Banda di Carlino

A fine Ottobre si è conclusa la sesta edizione del Concorso Internazionale per Clarinetto “Città di Carlino”, organizzato dalla banda cittadina “Associazione Culturale Musicale Nuova Banda di Carlino” presieduta dal signor Zanutta Gianfranco, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone e del Comune di Carlino, patrocinata da vari comuni friulani (v. sito web www.concorsoclarinettocarlino.org per particolari), dall’ANBIMA del Friuli Venezia Giulia e della provincia di Udine, e con la collaborazione di “Roberto Buttus” Riparazione Strumenti Musicali, “Biasin Strumenti Musicali”, “G. Pecar Pianoforti”, e MondoBande.it.
La manifestazione, la cui direzione artistica è affidata fin dall’inizio al prof. Flaviano Martinello, direttore dell’Associazione Culturale organizzatrice, ha visto ben 52 partecipanti nelle cinque categorie previste, ovvero Clarinetto Solista “Baby”, “Junior”, “Senior”, Clarinetto Basso, i cui partecipanti erano accompagnati dai pianisti Luca Ferrini e Roberta Ropa, e Clarinetto in Quintetto con gli Archi, accompagnati invece dal “Quartetto d’Archi di Lubiana”.
L’ultima edizione ha visto trionfare rispettivamente Chiesa Aron di Roma (11 anni) e Paskvan Matej (10 anni) dalla Slovenja aexequo (95 punti) nella categoria Baby, sempre aexequo nella categoria Junior Kohan Istvan Ungheria e Mocilnik Tomaz della Slovenja (95 punti), mentre nelle altre tre categorie “Senior”, “Clarinetto Basso”, e Clarinetto in quintetto con gli Archi, il primo premio non è stato assegnato.
Importanti i curriculum dei 5 giurati, tutti professori d’orchestra e clarinettisti di chiara fama: Zsolt Szatmari, Joze Kotar, François Benda, Rocco Parisi e Paolo Beltramini.
In particolare i M° Parisi e Beltramini hanno tenuto, nella giornata del 27, un Masterclass di Clarinetto il cui scopo dichiarato è stato quello di “offrire un’ulteriore possibilità di alta formazione musicale con docenti di fama internazionale, con una proposta che parte dai giovanissimi, tenendo conto del mondo dilettantistico, per arrivare al professionismo”. E proprio ai più giovani era dedicata la proposta “Il clarinetto, un amico – Fondamenti della tecnica di respirazione, emissione e produzione del suono”, che ha entusiasmato i piccoli partecipanti.
Vista la crescita della manifestazione e l’alta valenza didattica e culturale, abbiamo pensato di sentire direttamente il parere dell’attivissimo Pasquale Moro, impegnato sia come segretario della banda di Carlino che come presidente dell’ANBIMA di Udine.

Buongiorno Pasquale, e benvenuto su MondoBande. Quanto è difficile organizzare un concorso internazionale di questa portata?
Sicuramente non è facile, affrontare le varie problematiche e risolverle, a partire dallo sforzo finanziario che va coperto, per arrivare alla giuria, passando attraverso il campo pubblicitario. Ebbene si, è un bel labirinto, ma se c’è una squadra che lavora e si impegna allora tutto diventa un pochino più facile.

Come è nata l’idea di un concorso per soli clarinettisti?
L’idea del concorso è nata dal professor Flaviano Martinello direttore artistico della nostra Associazione Culturale Musicale. Ed al quale preferirei tu girassi la domanda.

Bene, allora Professor Martinello com’è nata l’idea di un concorso esclusivamente finalizzato al clarinetto?
L’idea è nata da due intenti ben precisi: innanzitutto creare una nuova opportunità di conoscenza e di confronto per tutti i giovani strumentisti anche della nostra regione attraverso uno strumento molto diffuso, non solo a livello professionale ma anche a livello amatoriale (bande); e poi far conoscere il repertorio dedicato al clarinetto in diversi periodi storici e il suo utilizzo in diverse formazioni strumentali.

Ci può descrivere lo stato d’animo dei partecipanti? Che aria si respira durante le prove di concorso e poi nella premiazione?
Certamente l’emozione di confrontarsi con altri strumentisti di diversa nazionalità e cultura è sempre presente, anche se in percentuale diversa, per tutti i partecipanti. Si evidenzia comunque, per ognuno, la volontà di usufruire di questa esperienza per migliorare, affinare il proprio bagaglio tecnico–interpretativo e creare dei contatti umani e professionali interessanti per il futuro.

Quest’anno avete organizzato una manifestazione collaterale, un Masterclass: quanto interesse c’è stato, e quale valenza hanno manifestazioni di questo genere sull’educazione musicale dei più giovani?
Il Masterclass ha ottenuto un buon successo, in particolar modo per la sezione dedicata ai giovanissimi, ovvero i clarinettisti con un massimo di 12 anni.
Certamente esperienze di questo livello, nell’educazione musicale di giovani strumentisti dove la passione è viva e la fiducia nel proprio insegnante è sincera, creano uno stimolo incredibile a proseguire con impegno nel difficile cammino del mondo musicale.

Siamo arrivati alla sesta edizione, professor Martinello: la formula rimarrà invariata, o per le prossime edizioni son già previste delle novità?
Abbiamo appena finito la sesta edizione, in effetti stiamo studiando la settima che proporrà l’avvicendamento della V categoria in “Clarinetto solista nell’orchestra di fiati”. Questa formula di base, consolidata in questi anni resta un riferimento certo per questo concorso; forse avrà bisogno di qualche correttivo dovuto ai vari concorsi nati dopo il nostro e che hanno copiato di sana pianta l’impalcatura, ma i numeri ci danno ragione e pertanto squadra – e progetto – che vince… Per il prossimo anno, come detto, ci sarà questa quinta categoria che cambia, ritorna il “Clarinetto solista nell’orchestra di fiati”, e sarebbe nostra intenzione avvalerci della collaborazione della Banda Giovanile Regionale ANBIMA del Friuli Venezia Giulia; come ci piacerebbe, per la settima edizione che coincide anche con il trentennale di fondazione della nostra Associazione, far scrivere appositamente un brano per il concorso, proprio per questa categoria.

Ritorniamo da Pasquale per parlare dell’iter organizzativo, dalla definizione e pubblicazione del bando di concorso, scelta dei giurati, fino alla premiazione: insomma, cosa avviene “dietro le quinte”?
Il lavoro inizia già durante lo svolgimento del concorso: monitoraggio situazioni, valutazione tempistiche, analisi dei concorrenti e loro preparazione. Subito dopo il lavoro si fa concreto, con la stesura del bando unitamente al direttore artistico, la pubblicazione del bando di concorso attraverso vari canali, cartacei e web; la scelta dei giurati viene fatta dal direttore artistico, valutando assieme al direttivo eventuali novità e proposte. Il lavoro di segreteria è notevole: contatti, prenotazioni, invio comunicazioni, contatti con i concorrenti, aggiornamento del sito, che è aggiornato in tempo reale.
La soluzione di eventuali problematiche viene svolta in tempi brevissimi con la collaborazione tra direttore artistico, segreteria e presidenza. I giorni del concorso sono un intreccio di comandi, bus navetta che prendono e portano i concorrenti dalle sedi degli alberghi alla sede delle prove e/o audizioni, predisposizione delle graduatorie, classifiche, attestati di partecipazione e diplomi. Per arrivare poi alla conclusione con il concerto di gala e premiazione della domenica sera, giusto coronamento di un lavoro intenso ma gratificato da quest’ultimo momento in cui veramente dici “abbiamo fatto un buon lavoro”. E quando i genitori dei concorrenti, concorrenti stessi provenienti da diversi paesi europei e non, si congratulando con te per l’organizzazione, l’ospitalità, la cordialità, bene, allora la musica ha veramente raggiunto il suo scopo.

A livello personale, quanto è importante per te, e cosa rappresenta, la banda?
Ma guarda, per me la banda è importantissima, oltre ogni ragionevole certezza. Mi ha dato tanto, mi ha fatto conoscere aspetti umani importantissimi, rapporti personali molto intensi, una crescita interiore molto grande e tuttora mi tiene giovane. Questo per i musicisti professionisti o per chi si ritiene tale, sono cose di poco conto, invece per me tutto muove da qui.
Quando vado a prove al venerdì sera mi ricarico come una pila, mi riprendo tutta l’energia spesa nell’arco della settimana, cerco di non mancare mai a prove perché altrimenti rischio una crisi d’astinenza.
Mi diverto ancora a 45 anni e non sono Peter Pan, mi piace suonare insieme a persone più anziane, ma anche con i ragazzini. Sono convinto che la musica sia l’unica arte che può trasmettere un universo di sensazioni, sono convinto che chi fa musica all’interno di un complesso bandistico sia in grado di confrontarsi a 360° con tutta la comunità e che difficilmente non sia in grado in interloquire. È per questo motivo che mi piacerebbe che le istituzioni parlassero anche di musica nelle scuole non solo di maestro unico, aggiunto d’inglese o di religione. Parlano tanto d’Europa, la musica è d’obbligo nello stragrande numero di paesi europei, solo in Italia neanche menzione.

Sappiamo che oltre al concorso, prerogativa della tua Associazione, in Friuli Venezia Giulia l’ANBIMA è molto frizzante ed organizzate diverse iniziative: vuoi parlarcene?
Beh sai, nella mia Regione abbiamo cominciato a muovere i primi passi in termini di riorganizzazione circa dieci anni fa. Nessuno di noi crede nel “tutto o niente”, pertanto abbiamo preferito un passaggio generazionale senza strappi, e questo ha fatto si che l’Anbima Regionale sia ancora unita nelle quattro provincie. Siamo passati attraverso corsi di direzione e formazione per maestri di sola teoria ai corsi attuali, teorico pratici, con il coinvolgimento delle formazioni bandistiche regionali. Abbiamo cominciato un percorso di formazione di una Banda Giovanile Regionale attraverso l’istituzione di un Campus Estivo, ma anche qui tutto è in movimento, i ragazzi ci hanno bruciato i progetti anticipando tutte le nostre aspettative ed ora dovremmo provvedere ad aggiornare gli step di processo. Stiamo verificando l’evoluzione di concerti di periodo organizzati dalle varie provincie Anbima in concerti di valutazione o altro fino a raggiungere un obiettivo di classificazione, obiettivo che sarà raggiunto quando almeno il 50% dei complessi bandistici aderirà a queste manifestazioni, e si confermerà che il messaggio di un aumento qualitativo della musica bandistica in Friuli Venezia Giulia è passato.
Stiamo procedendo in una verifica con la Regione Friuli Venezia Giulia per una legge ad hoc per i complessi bandistici, ovvero un riconoscimento univoco alle Bande Musicali della Regione quali titolari dell’insegnamento musicale e strumentale di base. Questo intendimento dovrà portare l’Anbima ad essere unico interlocutore con le scuole dell’obbligo per la programmazione di progetti musicali nelle istituzioni scolastiche, ad avere una certezza finanziaria nella programmazione della propria attività istituzionale, che passa attraverso l’unificazione delle scuole di musica dei complessi bandistici in un unico programma di studi, in una sempre più approfondita formazione di insegnanti e strumentisti, in una più attenta formazione dei dirigenti.
Per quanto riguarda progetti concreti a stretto giro di posta vorrei ricordare il Concerto di Fine Anno della Banda Giovanile Regionale Anbima del Friuli Venezia Giulia il 28 dicembre al Teatro “Giovanni da Udine” alle ore 18.00 con la partecipazione straordinaria di Antonella Ruggiero, e lo Stage con Jo Conjaerts di fine gennaio (30, 31 gennaio e 1 febbraio 2009) aperto a chiunque voglia partecipare, e le cui modalità di partecipazione verranno rese note al più presto.

Cosa auspichi per il futuro bandistico del territorio dove operate? Va bene così, o si può fare meglio?
La cultura bandistica in Friuli Venezia Giulia è radicata in modo importante. 90 complessi musicali, 4000 iscritti oltre ai circa 2000 allievi delle altrettante scuole di musica, espresione diretta di questo movimento. Con questa realtà è nostro intendimento cercare sinergie che portino il mondo delle bande e delle sue scuole di musica verso traguardi che siano al passo con i tempi. Maggiore qualità, maggiori risposte alle esigenze di un mondo che chiede ad alta voce una visibilità del lavoro che sta svolgendo, sono i nostri obiettivi. Sono sicuro che le istituzione di amministrazione politica debbano guardare sotto una nuova luce questo ambiente, capace di proporsi sul terreno della formazione, e della crescita culturale. Sono altresì convinto che una convenzione a tre (Anbima, Regione, Provveditorato) sul piano dell’offerta formativa porterebbe un grandissimo valore aggiunto all’istruzione ed alla formazione dei ragazzi della nostra Regione. La condivisione di progettualità con obiettivi che determinino una crescita qualitativa della cultura bandistica in Friuli Venezia Giulia, sia nell’interesse di tutti. Sono convinto pertanto che anche attraverso la crescita dell’offerta culturale del mondo bandistico passi il miglioramento della qualità della vita nella nostra Regione.
Abbiamo notato che c’è un nuovo interesse da parte di moltissimi giovani nei confronti del mondo bandistico, e noi non possiamo non cogliere questo interesse. Per farlo dobbiamo rapportarci alle loro esigenze, confrontarci con le loro richieste, il campus, la Formazione giovanile fatta su loro misura: sono una parte delle risposte. Ma dobbiamo anche trasmettere loro i valori della musica bandistica, che sono assieme, e non protagonismo; rispetto e non individualismo; e mi sembra che stiamo lavorando su un terreno molto fertile. La loro capacità, l’entusiasmo, l’interesse sono recettori importantissimi che daranno i loro frutti: dobbiamo continuare ad investire su queste basi. Per farlo dobbiamo dare prova di qualità, di professionalità, di organizzazione seria e mirata.

Vuoi aggiungere qualcosa?
Io non sono bravo nè a parlare nè a scrivere, sono piuttosto un operativo, e pertanto preferisco che parlino i fatti, per le iniziative, per i progetti che stiamo costruendo. Mi piacerebbe molto che alcuni direttori, maestri e presidenti, invece di auto incensarsi ed autoproclamarsi, lavorassero realmente per tutta la comunità bandistica della nostra regione e non per il proprio campanile o per il proprio orgoglio. Perché non è vero che in Friuli le Bande non funzionano: forse dal ’90 al ’98 chi gestiva la parte artistica e dirigenziale dell’Anbima non ha prodotto molto in termini di risultati concreti, ancorché preparati e qualificati per farlo; ma ora la situazione è diversa e i fatti dimostreranno quanto sta diventando solida la realtà della nostra regione.