Passeggiata nella storia

Inaugurato il museo degli strumenti delle bande musicali di Sicilia “Maestro Bruno Castronuovo”

E’ stato inaugurato il 9 maggio, a Ramacca (CT), in presenza dell’on. Giuseppe Castiglione, presidente della provincia regionale di Catania,  il primo museo siciliano dedicato alle bande musicali.  L’associazione Turistica Pro Loco di Ramacca (CT) con il contributo dell’Assessorato Regionale al Turismo, della Provincia Regionale di Catania e del Comune di Ramacca ha portato a compimento un progetto di ricerca e valorizzazione delle proprie tradizioni e ha voluto rendere fruibile strumenti bandistici, rievocazioni di ospiti illustri che hanno soggiornato in questa città (R. Strauss, R. Wagner), memorie ed opere dei maestri Castronovo: suoni, immagini e costumi che, in un percorso storico, didattico ed artistico vogliono trasmettere e far riaffiorare nei visitatori emozioni e ricordi che solo le bande possono regalare.
Un luogo che racchiude la storia della banda è un luogo che conserva la storia di un popolo, poiché la banda è stata ed è sempre presente nei momenti più importanti della vita di una comunità: che sia l’inaugurazione di un locale o l’ultimo saluto ad un cittadino, la banda musicale è la colonna sonora dell’evento. Un popolo senza musica è un popolo senza radici.
Chi visita il museo si troverà a vivere una promenade tra i documenti: entrando per il corridoio, sul lato sinistro si possono osservare alcune partiture di grandi opere liriche, frammenti del repertorio musicale che i maestri succedutisi a Ramacca hanno sapientemente trascritto. Sul lato destro, invece, vi sono delle fotografie che ritraggono la Banda Musicale nel corso dei decenni.

La prima stanza è dedicata al M° Angelino Castronovo, e a due grandi della musica mondiale: Richard Wagner e Richard Strauss.
Angelino Castronovo è protagonista indiscusso di questo Museo. Ramacchese, un solista eccezionale del quale si custodiscono i ricordi per onorarne la memoria. Egli riuscì da subito a spiccare tra tutti e a far parlare di sé anche dopo diversi decenni.
Andando avanti nel  percorso, incontriamo la celebre famiglia Wagner. L’attenzione viene puntata sulla figura di un’elegante signorina, che ha segnato gli eventi storici di Ramacca e che è nota in tutta Europa per essere stata la figliastra dell’illustre Maestro della tetralogia del Nibelungo: Blandine von Bülow.
Blandine è nata da una precedente storia avuta dalla moglie del grande Richard, Cosima, e accettata al pari di una figlia. Essa s’innamorò del principe Biagio Gravina di Ramacca, un nobile decaduto che, nonostante qualche problema, riuscì a sposarla e a tenerla con sé a Ramacca. Wagner, infatti, accettò le loro nozze e Blandine venne portata all’altare dal nonno Franz Liszt. Dalla Sicilia, insieme al marito, manterrà i rapporti epistolari con la Germania, nonostante i continui spostamenti tra Ramacca, Bayreuth, Firenze e Roma, fino alla morte di Biagio, anno in cui la famiglia si trasferì definitivamente a Catania.
A Ramacca, paradossalmente, la notorietà di Blandine sollevò un polverone di maldicenza e pettegolezzo, forse per un comportamento troppo libero in un paese allora fortemente conservatore, tanto che si diffuse la voce di un presunto figlio illegittimo, ma tutto ciò non fece altro che arricchire di mistero i fatti
La prima fonte della venuta a Ramacca del famoso musicista è citata dallo scrittore Giuseppe Tornello nel 1961.
Giunse nel paesino siculo insieme alla moglie, Cosima, entrambi ospiti della figliastra Blandine von Bülow, in occasione della nascita del nipote.
Wagner cercava inoltre ispirazione per il suo ultimo dramma, il Parsifal, proprio in questi luoghi ameni ed in seguito lo ultimò a Palermo.
La composizione del suo Inno dei mietitori viene attribuita a questo soggiorno ramacchese, ispirata dalla meravigliosa campagna circostante.

Un altro celebre compositore che soggiornò a Ramacca fu Richard Strauss, autore di tantissimi poemi sinfonici, sinfonie, opere e musica da camera.
Durante la sua permanenza in Sicilia fu ospite dei conti Biagio Gravina e Blandine von Bülow, ai quali era legato da una profonda amicizia per via del padre naturale di lei, il barone Hans von Bülow, anche lui grande musicista come il nonno Franz Liszt.
Questo fu un grande evento per Ramacca e Strauss, stimolato dalla serenità della villeggiatura ramacchese e dalle colline imbiondite dal grano maturo, il 7 giugno del 1893 completò la stesura del secondo atto del “Guntram”.
Lettere di suo pugno indirizzate alla madre descrivono la magnifica vista dell’Etna che da Ramacca amava ammirare e le passeggiate in compagnia del conte su un delizioso carrettino attraverso i suoi possedimenti.
Gli strumenti musicali che abbiamo modo di osservare in questa sala risalgono ai primi anni del Novecento e sono appartenuti ai maestri ed ai componenti della banda che si sono succeduti negli anni. Tra i fiati, per lo più ottoni, protagonisti assoluti sono le trombe, simbolo di gioia collettiva.
Spiccano, inoltre, i Flicorni baritoni, i Flicorni contrabbassi in SIb, i due Corni e i Sax Baritoni.

La seconda stanza è dedicata al M° Andrea Castronovo.
Apprende le prime nozioni musicali nel 1937 dal padre Cosimo. Nel 1939 entra a far parte della Banda Musicale di Ramacca e si esibisce da solista con il flicorno baritono. La passione per la musica lo porta ad orientarsi anche verso altri strumenti, quali la tromba, ottenendone nel tempo grande padronanza.
All’inizio degli anni ‘70 è arrangiatore e compositore per bande.
Grazie al suo talento e alla sua multiforme versatilità, nel 1978 diventa Direttore del Circolo Musicale “V. Bellini” di Grammichele.
E’ proprio in questi anni che compone diverse opere, tra cui “Silvana”.
Fra gli strumenti esposti hanno maggior rilievo i clarinetti, appartenuti al periodo che intercorre tra gli anni trenta e gli anni settanta.
Sono presenti anche gli strumenti che componevano le orchestrine: il  mandolino, il banjo, il tamburello, la chitarra, la fisarmonica, il clarinetto, il violino. Anche se non rientrano tra gli strumenti convenzionalmente utilizzati dalle bande musicali, la loro presenza in questo museo è fondamentale: essi, infatti, raccontano un periodo storico in cui gruppi di musicisti del corpo bandistico si aggregavano per allietare con brani “ballabili” festini o serate danzanti, nonché per dedicare serenate amorose, ricevendo anche dei compensi.
Nel ventennio fascista, queste prestazioni artistiche vennero proibite a causa del divieto di assembramento che non permetteva, appunto, che più persone si riunissero insieme. Numerosi aneddoti sono ad oggi raccontati da coloro che hanno vissuto quel periodo.
Un vasto ed originale repertorio di carte autografe e di ricordi appartenenti ai maestri che hanno fatto la storia del Corpo bandistico ramacchese è gelosamente custodito in questa stanza.
Numerosi sono i riconoscimenti e le onorificenze ricevute da parte delle istituzioni nazionali, a merito delle opere composte.
La presenza, inoltre, delle divise in questa stanza vuole rievocare la storia del corpo bandistico di Ramacca. Ognuna di esse si rifà ad un dato periodo storico della cittadina.
L’abito del direttore d’orchestra Cosimo Castronovo proietta il visitatore nella magica atmosfera dei grandi concerti che negli anni Trenta rappresentavano i momenti più rilevanti per la comunità ramacchese.

Il museo degli strumenti delle bande di Sicilia “Maestro Bruno Castronovo” può essere paragonato ad un mosaico: attraverso le sue tessere dislocate tra le stanze e il corridoio, si può ricostruire ciò che è la storia di una cittadina e di una regione.

Il Museo è visitabile sabato e domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 e tutti gli altri giorni previa prenotazione al tel. 095/7931141 o email: prolocoramacca@virgilio.it.

(a cura di Giuseppe S.)