Ventennale dell’Orchestra di Fiati della Valtellina
MORBEGNO (SO) – Il 26 marzo verrà eseguita la prima italiana di “Circus Maximus” del compositore americano John Corigliano. Dirige il M° Della Fonte
“A dieci anni dalla sua fondazione, l’Orchestra di Fiati della Valtellina è ancora oggi l’unica opportunità di fare musica ad alto livello per gli strumentisti della nostra provincia.” Così recitava un articolo pubblicato sul periodico Valtellinese “Alpes” nel 2001, anno del decennale.
Passati altri 10 anni, la situazione si è fortunatamente evoluta, nuovi gruppi sono nati, il numero di strumentisti (a fiato) di buon livello è aumentato, complice anche l’importante evoluzione che il Mondo Bandistico Valtellinese ha avuto in questi anni. Evoluzione per la quale l’Orchestra di Fiati ha fatto senz’altro da volano.
Sempre più sono i ragazzi della provincia di Sondrio che frequentano il Conservatorio, sparpagliandosi nelle città vicine (Milano e Como per lo più), dato che a Sondrio un Conservatorio ancora non c’è, e forse mai ci sarà. Ma la cosa importante è che questi allievi dei conservatori riportano poi le competenze acquisite attraverso gli studi nella realtà musicale della Valle, e soprattutto nelle sue bande, sia come strumentisti che come insegnanti. Una valle con una altissima concentrazione di Bande, della quale l’Orchestra di Fiati della Valtellina rappresenta la “punta di diamante”.
Bisogna dire che oggi, grazie al continuo lavoro di ricerca e proposta musicale dell’Orchestra e alla qualità professionale delle sue esecuzioni e dell’organizzazione che le sta intorno, il riconoscimento da parte di pubblico ed enti è unanime e consolidato. Purtroppo i magri tempi che viviamo (con i continui tagli al solito agnello sacrificale della cultura) non hanno ancora consentito il raggiungimento almeno di quella situazione di semi-professionismo cui l’Orchestra è votata, ma per lo meno oggi non è più necessario presentarsi, spiegare le ragioni, gli obiettivi: insomma, un ventennio che non è affatto trascorso invano.
«Vorrei però aggiungere alcune riflessioni – dice Lorenzo Della Fonte, fin dal primo giorno Direttore della OFV – e fare un po’ di chiarezza, su cosa s’intende per “orchestra di fiati”. Bisogna subito precisare che questo termine è assolutamente sinonimo di “banda”. Entrambi, infatti, significano “gruppo strumentale composto da strumenti a fiato”. In alcune lingue, essi sono rimasti uguali: “Blasorchester”, in tedesco, letteralmente significa orchestra di fiati, ma ogni banda si chiama così; “Orchestre d’Harmonie”, in francese, idem.Nell’accezione popolare italiana, non del tutto corretta (si vedano in proposito le grandi bande militari, le uniche realmente professionistiche, ma chiamate “banda”) la banda è poi passata a precisare un gruppo, di solito composto da dilettanti, che svolge la sua attività prevalentemente nel comune di pertinenza, svolgendo funzioni sociali, religiose, civiche, anche didattiche per il tramite delle scuole di musica.»
Con “orchestra di fiati”, dunque, si intende “gruppo di carattere professionale o professionistico” (le due cose sono diverse, come vedremo) che svolge attività in un ambito territoriale più vasto, di solito regionale o provinciale, a volte internazionale, tenendo solo concerti, con un repertorio musicale di alta qualità, e che ha come fine sociale l’esecuzione e la divulgazione di brani normalmente ineseguibili dalle bande “normali”.
L’organico delle “bande” può essere incompleto o lacunoso, e a questo proposito molta musica per banda è scritta in modo che si possa sopperire a eventuali (frequenti) mancanze. L’organico dell’orchestra di fiati è invece assai preciso, gli strumenti richiesti (tra i quali alcuni più rari nella zona della Valtellina, come fagotti, oboi, corni, contrabbassi, arpa) non hanno possibilità di sostituzione e devono essere presenti in organico, pena l’impossibilità di eseguire la musica di qualità prefissata. Sono, anzi, tra gli strumenti più importanti in un certo tipo di repertorio, e richiedono esecutori molto capaci.
Ma la grande differenza tra banda e orchestra di fiati è la professionalità della proposta artistica. Cosa s’intende per professionalità? Non certo “professionismo”: questo termine identifica il pagamento di un regolare salario. Ma significa che l’orchestra e i suoi strumentisti si comportano con quelle caratteristiche di impegno e capacità tipiche del rapporto di lavoro professionale. Questo implica anzitutto la presenza di una struttura societaria atta allo scopo (statuto, bilancio, revisione dei conti, eccetera…), ma anche e soprattutto capacità musicali al di sopra della media, assimilabili in tutto e per tutto a quelle di un’orchestra professionistica: esecuzione di musiche del livello artistico più alto, produzioni musicali diversificate (orchestrali, da camera, operistiche, solistiche) ed infine capacità didattico-formativa nei confronti dei propri strumentisti.
In parole povere: l’orchestra di fiati non può e non deve eseguire lo stesso repertorio che eseguono le bande, ma deve fungere da esempio musicale per la crescita delle stesse.
Nel caso dell’OFV, la costante crescita di essa e dei gruppi ad essa collegati (per il tramite dei direttori di bande che vi suonano) ha fatto sì che, dopo 20 anni di storia, oggi le migliori bande della Provincia di Sondrio suonino brani che nel 1992 suonava solo l’OFV, mentre essa oggi propone, ovviamente vista la crescita costante, un repertorio ancora di più alto livello; oltre a essere la “scintilla” per la costituzione di gruppi analoghi in altre zone della regione.
Troppo facile auto-definirsi “orchestra di fiati” quando in realtà si suonano gli stessi brani che le bande normali possono eseguire, spesso neppure in maniera migliore.
Leggiamo ancora su “Alpes”, nell’articolo scritto da Lorenzo Della Fonte riferito al Decennale: «Il tentativo di far nascere un’orchestra di fiati in provincia di Sondrio non fu affatto facile. Dopo alcune proposte, rifiutate, fatte a realtà musicali valtellinesi, pensai ad una nuova associazione, la cui costituzione fosse appositamente creata per l’orchestra. Radunai alcune persone: studenti e diplomati di Conservatorio, ed ottenemmo l’appoggio dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Sondrio. Il 23 marzo 1991 si tenne un’assemblea pubblica presso il palazzo della Provincia. Vi erano invitate tutte le bande: scopo della riunione era verificare la concreta possibilità di istituire una formazione che, come ancora oggi recita lo Statuto, offrisse la possibilità a diplomati di Conservatorio, studenti, eccellenti dilettanti provenienti dalle bande (erano molti ed oggi sono ancora di più) di conoscere ed eseguire la letteratura originale per fiati.
L’assemblea fu piuttosto concitata, le polemiche non mancarono, ma alla fine un gruppo di strumentisti si accordò per darsi appuntamento, in una domenica di Aprile, presso la sede del Corpo Bandistico di Berbenno. Fu la prima prova dell’orchestra: si suonarono la Prima Suite di Holst, un brano di Sheldon ed uno di Schoonenbeek. Nell’autunno del 1991 ripresero le prove, con l’aiuto di alcuni collaboratori esterni, non valtellinesi, per gli strumenti che mancavano (oboi, corni, fagotti, tromboni). Ancora oggi ce ne sono, ma in misura sempre minore, visto il costante arrivo di studenti provenienti dalle eccellenti scuole musicali delle nostre bande.»
Il 12 gennaio 1992 si tenne il primo concerto a Morbegno. Fu un momento molto importante, la prima concreta prova che il gruppo poteva esistere. Seguirono lo Statuto, l’elezione di un Presidente, e a giugno la partecipazione al primo concorso internazionale, a Strasburgo (primo premio). Nel luglio ’93 la prima partecipazione al WMC di Kerkrade, ancora oggi il concorso più importante per le bande di tutto il mondo: secondo premio, che tuttavia fu per l’orchestra un risultato importante, poiché ottenuto con pochi mezzi, se confrontati a quelli a disposizione delle altre orchestre.
Iniziò così una serie di esibizioni in giro per tutta l’Europa: nel 1994 da contatti internazionali scaturì l’invito in Germania, presso la magnifica sala “Graf Zeppelin” di Friedrichshafen; in Svizzera, a Poschiavo, prima di partire per la Spagna, dove si suonò a Valencia a Museros, a La Fon d’Ene Carros.
Il 1995 vide l’Orchestra partecipare a quello che doveva essere il suo ultimo concorso di esecuzione, a Riva del Garda: secondi assoluti.
D’allora in poi le presenze della OFV ai concorsi si sono ridotte, per scelta. Nel ’96, per il Circolo Musicale di Sondrio, eseguì in prima nazionale la “Missa Solemnis” del compositore parigino Serge Lancen, che addirittura onorò l’evento con la sua presenza.
Il 12 ottobre 1997 fu un’altra data importante: l’esordio in sala di registrazione per il primo CD. La casa discografica Agorà di Milano, per la prima volta inseriva una “banda” nel suo prestigioso e ricco catalogo di musica classica. I CD saranno poi addirittura due, per l’ammirevole produzione tecnica di Michael Seberich, e le sedute termineranno solo l’anno successivo. 1999: Nuovo Presidente e partecipazione anche al Festival del Ticino e al Concorso Internazionale delle Alpi di Morbegno, come gruppo fuori competizione.
Dal 2000 in avanti è stato un continuo crescendo di successi ed affermazioni, in Italia e all’estero. Il compositore americano Stephen Melillo chiese di incidere un CD con sue musiche, e poi venne come direttore ospite in due concerti, uno dei quali tenuto presso il prestigioso Alpine Music Festival di Saas-Fee in Svizzera. Concerto che venne replicato l’anno successivo (2001), come preparazione di una straordinaria tournée che avrebbre portato l’OFV sugli importanti palcoscenici di Zurigo e Lucerna. Qui tre concerti (uno in diretta radiofonica) con alcuni illustri personaggi come ospiti: i direttori americani Ronald e Dennis Johnson, che diressero le prime esecuzioni assolute, rispettivamente, del brano “Verdi Variations” di Lorenzo Della Fonte, e di “Fellini’s Song” di Giorgio Gaslini, e lo straordinario eufonista inglese Steven Mead, che eseguì la “Fantasia di Concerto” di Edoardo Boccalari. Il pubblico del concerto di Lucerna era formato da esperti di tutto il mondo, essendo parte di un grande Festival planetario dedicato alle orchestre di fiati (10a Conferenza Mondiale della WASBE), in cui l’OFV era stata invitata come unica rappresentante l’Italia. Da questo concerto verrà realizzato, più tardi, il cd “Live in Luzern”, per la casa Animando.
Ma lo straordinario 2001 era appena iniziato: tornati dalla Svizzera, esordio a Milano, nell’ambito di una rassegna bandistica organizzata dal Comune, poi in Val Masino, a Filorera, per un evento di cui si sarebbe molto parlato: la prima esecuzione assoluta della “Sinfonia delle Valli” di Giorgio Gaslini. Il grande musicista milanese si era avvicinato all’OFV ascoltandone i due CD “Agorà”, e restandone vivamente impressionato. Nacque così un’amicizia artistica molto stretta: Gaslini nel giro di qualche mese ultimò la partitura (quattro movimenti, molto difficile ma entusiasmante) ed iniziarono le prove. La notte di Filorera fu magica: sotto un terso cielo stellato si presentarono un migliaio di spettatori, e tutto andò bene, anche grazie agli altri gruppi collaboratori: i cori di Colico e la Banda di Sondrio, grazie alla perfetta organizzazione degli Amici della Musica, e alla Provincia di Sondrio che sostenne l’iniziativa. Fu davvero un evento di cui ricordarsi, nel tempo.
E ancora il bello doveva venire: la Società del Quartetto di Milano, prima associazione dedicata ai concerti della capitale Lombarda, propose una collaborazione per tre concerti presso il magnifico Teatro Dal Verme, tempio della musica sinfonica milanese, in cui presentare un’immagine il più completa possibile del repertorio per orchestra di fiati. Il primo fu un concerto molto impegnativo: l’opera omnia per banda di Holst e Rimsky-Korsakov, di quest’ultimo in particolare i concerti per clarinetto (solista Fabrizio Meloni), oboe (solista Diego Dini Ciacci), trombone (solista Jaques Mauger). Il secondo fu un concerto tradizionale e richiamò un folto pubblico: le ouvertures italiane hanno sempre una grande presa. Il terzo fu addirittura esaltante: l’orchestra dialogava, un po’ nella forma del concerto grosso, con uno straordinario quintetto jazz tra cui spiccavano i nomi di Maurizio Giammarco (sax), Fabrizio Bosso (tromba) e Cristian Meyer (batteria). Le performances furono tutte registrate, e trasmesse da Radio Tre Rai, nell’ambito dei concerti del mattino. Coronamento ideale per una straordinaria produzione musicale.
Una nuova, magica notte di agosto 2002 a Filorera vide l’esecuzione della sinfonia “Il Signore degli Anelli”, costruita sul romanzo di Tolkien da Johan De Meij, grande successo che fu poi replicato in seguito, con due attori a recitare le parti del testo.
Il 30 novembre 2002 partecipò ad un altro concorso internazionale, quello di Altea (Alicante) in Spagna, invitata dall’organizzazione come unica banda non spagnola. Anche se solo con un secondo premio, in Spagna si va per essere parte, almeno una volta ogni tanto, di un mondo bandistico stellare (il più riconosciuto d’Europa), e non si può pretendere di confrontarsi alla pari con formazioni di 120-130 esecutori.
Il 2003 vide l’OFV fare un altro passo importantissimo: il 26 maggio si esibì per la prima volta all’Auditorium Stelio Molo della Radio Svizzera Italiana, a Lugano, con tanto di registrazione e messa in onda del concerto, da parte di un’emittente che non ha certo bisogno di presentazioni. L’11 e 12 luglio trasferta in Austria, invitati al prestigioso Festival Mid-Europe, per il quale si esibì a Salisburgo e Schladming (con Eric Whitacre direttore ospite). Nel mese di novembre, ci furono le sedute di registrazione del CD “Salute from Italy”, che sancì l’inizio della collaborazione con la casa discografica olandese Mirasound, la numero uno al mondo per le bande. Con un repertorio esclusivamente italiano, parteciparono anche due solisti di grande prestigio: Corrado Colliard all’eufonium e Gabriele Cassone alla tromba, i due nomi di maggior spicco in Italia nei rispettivi strumenti.
Ancora a Kerkrade, 12 anni dopo, nel luglio 2005: questa volta in Prima Categoria, per verificare la possibilità (verificata!) dell’OFV di stare legittimamente con le migliori bande europee; poi in agosto a Corciano (PG) per eseguire le musiche vincitrici dell’importantissimo Concorso Internazione di Composizione per Banda.
Nel 2006 un altro impegno importante, e tecnologicamente avanzatissimo: la registrazione dell’opera di Gaslini, la Sinfonia delle Valli già eseguita nel 2001. Qui i tecnici della Mirasound, arrivati in forze a Sondalo e capitanati da Peter Kleine Schaars, fecero qualcosa che nessuno prima di allora aveva fatto: la sovraincisione di un’orchestra sull’altra per il tramite di oltre 50 cuffie distribuite a tutti gli esecutori e direttore. In pratica, essendo l’opera scritta per due orchestre di fiati che suonano contemporaneamente, l’OFV registrò entrambe le parti, suonando la seconda mentre ascoltava se stessa suonare la prima, in cuffia. Un esperimento audace ma perfettamente riuscito e, possiamo dire, storico.
Il 2008 fu l’anno più intenso di tutta la storia dell’OFV: dopo aver partecipato all’esecuzione del Bolero di Ravel a Sondalo, con l’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione di San Pietroburgo, iniziò la lunga tournee, voluta dal Credito Valtellinese per i festeggiamenti del proprio centenario, che portò l’Orchestra in 15 località valtellinesi nel breve volgere di 5 mesi, alcune toccate per la prima volta. Fu approntato un programma vastissimo che costò un gran numero di prove, l’impegno assoluto e la dedizione dei componenti, ma si eseguirono oltre 40 brani, in modo che ogni concerto fosse diverso dagli altri.
Aggiungendo a queste altre esibizioni a Lugano (ancora Radio Svizzera, questa volta addirittura trasmessi in diretta, con un brano del concerto che andrà su un CD antologico di radio Svizzera), Flero (BS), Milano (la prima volta alla prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio), Talamona, arrivando alla ragguardevole cifra dei 20 concerti in un anno, tantissimi per un gruppo di questo tipo.
Il 2009 segnò un altro traguardo importante, quello dell’OFV non solo come orchestra di fiati, ma come ensemble di archi e fiati, per la recita de “L’elisir d’amore” di Donizetti, esperienza che si ripeterà nel 2010 con il “Barbiere di Siviglia” di Rossini.
Ma nel frattempo, l’Auditorium S. Antonio di Morbegno è divenuto ufficialmente la sala prove dell’OFV, e vedrà il 26 marzo prossimo un altro evento assoluto: la prima italiana (e terza europea) di “Circus Maximus”, la 3a Sinfonia del grande compositore americano John Corigliano, una performance musicale ma anche spettacolare, con musicisti disposti in ogni angolo della sala, che merita sicuramente una vasta partecipazione di pubblico e, soprattutto, di addetti ai lavori.
Aggiungiamo, al termine di questa “carrellata” sulla carriera dell’Orchestra di Fiati della Valtellina (per la quale un sentito ringraziamento va rivolto al Maestro Lorenzo Della Fonte, per averci fornito il materiale su cui scrivere questo articolo) una lista di numeri, numeri che presi come tali, magari possono rappresentare poco, ma che sicuramente nelle persone che nella OFV credono, sudano e producono, sono oltremodo significativi. Numeri che, speriamo vivamente, possano aumentare ancora.
131 | i concerti tenuti fino al febbraio 2011 dall’Orchestra di Fiati della Valtellina, di cui: |
94 | i concerti tenuti in Provincia di Sondrio (26 Comuni) |
19 | i concerti tenuti fuori Provincia (9 Province e 3 Regioni), in Italia |
18 | i concerti tenuti all’estero |
7 | i Paesi toccati: Svizzera, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Austria, oltre all’Italia |
6 | i concorsi internazionali di esecuzione a cui ha partecipato |
7 | i compact-discs realizzati fino ad oggi |
168 | i brani eseguiti in concerto dall’Orchestra dal 1992 ad oggi, di cui: |
34 | in prima esecuzione italiana |
8 | in prima esecuzione assoluta |
9 | i direttori ospiti |
18 | i solisti ospiti |
13 | le bande musicali valtellinesi, valchiavennasche e valposchiavine rappresentate |
18 | i direttori di bande (anche non valtellinesi) che suonano in orchestra |
Mi sento di aggiungere che molte persone, che negli anni hanno collaborato e collaborano con la OFV, ne sono state vivamente segnate (personalmente mi metto in testa a questi), perché in OFV si è imparato un certo modo di “fare” la banda con passione, con obiettivi altissimi, a volte onorati, a volte meno; sempre personalmente ho assimilato (e come me molti altri) un certo “target” di repertorio, un livello artistico e un modo di lavorare che da nessun’altra parte ho trovato. E se oggi la banda è parte integrante della mia vita, molto lo devo senz’altro all’Orchestra di fiati della Valtellina.
(a cura di Denis S.)