Bravo Maestro – Daniele Carnevali
Videocorso per maestri di Banda
Scomegna Edizioni Musicali – 2010
Dopo la presentazione/assaggio avuta nel corso del “Flicorno d’Oro” 2009, a Riva del Garda lo scorso Aprile, fresco fresco di pubblicazione, ecco finalmente la versione completa del Videocorso per Maestri di Banda di Daniele Carnevali. Un doppio DVD, edito da Scomegna e realizzato in collaborazione con Provincia Autonoma di Trento, Conservatorio “F.A. Boniporti” di Trento, Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento, che ha innanzitutto un ruolo veramente importante: è la prima pubblicazione in lingua italiana, che parla di Direzione di Banda, ad opera di un Italiano.
Ma entriamo nell’Opera: 210 minuti divisi in 3 capitoli.
1° Capitolo
- Introduzione
- Organici e Repertori in Italia
- La “riforma” di Vessella
- Evoluzione degli organici
- Repertori trascritti e originali
- La marcia sinfonica
- I nuovi organici
- I nuovi repertori
- La Banda come formazione
Si parla qui della evoluzione che ha avuto la banda in Italia, a partire dalla metà dell’800, sia dal punto di vista degli organici che della Musica; e si nota un altro punto a favore dell’idea di Carnevali: l’Autore si avvale, in questa parte, di autorevolissimi esponenti del nostro mondo bandistico, personaggi che sicuramente sanno quello che dicono, quali il M° Fulvio Creux (Direttore della Banda dell’Esercito Italiano) e il Dott. Antonio Carlini, uno dei massimi esperti di Storia della Banda in Italia, autore di svariate pubblicazioni e saggi inerenti il profilo storico dell’Italia bandistica.
È una parte, questa, veramente interessante. Una risorsa storica che, in qualche misura, ancora mancava; forse esposta in modo non perfettamente esaustivo (visti i tempi “ristretti” che un’opera in Video richiede), ma che sicuramente offre moltissimi spunti e tantissime idee di ricerca personale. Si parla di compositori come Vessella (che in molti conoscono) e Dalla Giacoma (che invece non conosce quasi nessuno).
E ascoltando quanto dice Carlini, riguardo ai maestri di Banda di fine Ottocento, ci si accorge che, in qualche modo, il discorso nel corso degli anni si è un po’ “involuto” culturalmente, forse un po’ come è successo per l’Importanza Culturale della Banda. Ma di questo ne parleremo più avanti.
Si parla di evoluzione degli strumenti, dell’introduzione dei saxofoni e dei flicorni, di case costruttrici di strumenti e di tutta l’influenza che queste hanno avuto nella evoluzione degli organici, oltre che degli strumentisti stessi.
Altro cameo, all’interno di questa parte Storica, è l’intervento puntuale, e di elevato interesse, da parte di Walter Ratzek (direttore della Banda dell’Esercito Tedesco). E si scopre che, anche nel periodo di fine 800, esiste un repertorio Italiano, ormai dimenticato, di brani originali (autori come Neglia, Della Giacoma, De Nardis), che grazie all’intervento della Banda dell’Esercito Italiano e del M° Fulvio Creux, è anche possibile ascoltare; in questa sezione non possono, ovviamente, mancare Giovanni Orsomando e la Marcia Sinfonica.
In tema di nuovi organici (Concert band, Symphonic Band, Wind Ensemble) e di nuovi repertori, si parte ancora dall’inizio del secolo scorso, in particolare da Florent Schmitt e della “Garde Rèpublicaine” francese, argomento ben sviscerato ed approfondito dall’intervento del Maestro francese Philippe Ferro, che di Schmitt e della sua musica è un profondo conoscitore.
Altro intervento autorevole è quello di Andrè Waignein, che riguarda Paul Gilson e i sintetisti (movimento musicale artistico sviluppatisi in Belgio) nella prima metà del ‘900, che furono base ed ispirazione per la musica bandistica belga degli anni successivi.
E si arriva fino “a noi”, con il ruolo importante che dagli anni 50/60 ha portato ad una impennata evolutiva per la musica bandistica europea: tutto il movimento dei compositori Olandesi, da Lijnschooten in poi, con gli interventi di Rèmi Leunissen e di Hardy Mertens, e di repertorio “globale”, didattica e preparazione, con l’intervento di Mark Scatterday (attuale direttore dell’Eastman Wind Ensemble). E al termine di questa prima parte, viene calato un vero e proprio asso: si parla con Donald Hunsberger, successore di Fennel e direttore per molti anni, dell’Eastman Wind Ensemble. Uno dei monumenti viventi dell’universo bandistico.
2° Capitolo
- Introduzione
- Gesto neutro
- Attacco tetico
- Attacco anacrusico
- Attacco acefalo
- Corone e cesure
- Crescendo e diminuendo
- Accelerando e ritardando
- Gesto attivo e passivo
- Indipendenza della mano sinistra e gesto “a specchio”
In questa seconda parte, si dà una sorta di “infarinatura minima” per quello che riguarda la tecnica di base della direzione, prestando attenzione soprattutto alla mano destra e alla bacchetta. A dire il vero, personalmente mi aspettavo che in un “videocorso per maestri di banda” si sviscerasse un po’ meglio la questione puramente tecnica. Invece si rimane (ma per espressa scelta dell’Autore, come dice lui stesso al termine del discorso) nel campo del “minimo indispensabile”. Con l’ausilio di alcuni specifici, selezionati corali di Johann Sebastian Bach, ed attraverso la collaborazione di Marco Somadossi e Federico Scarfì, si dà una visione molto rapida delle problematiche relative al gesto, e alla sua relazione con quanto scritto in partitura. E, comunque sia, non si pensi che questo videocorso di tecnica possa rimpiazzare, approfondire o sostituire la frequentazione di corsi specifici. Prima di tutto perché il videocorso non ha la presenza dell’insegnante che possa correggere eventuali imperfezioni; inoltre, la spiegazione a video non può sicuramente sostituire una prova diretta, con una banda di fronte ed un insegnante a fianco. Ognuno dei “sottoargomenti” presentati necessita di molto approfondimento personale, e sicuramente non esaurisce quella che deve essere la preparazione minima di un direttore (o aspirante tale) per mettersi di fronte ad un ensemble di qualsiasi tipo (soprattutto se giovanile). Insomma, chi si aspetta di “imparare” la tecnica in stile fast food, attraverso l’acquisto di un DVD, avrà da questa opera la conferma che lo studio e l’applicazione, la costanza e la passione, la guida di un insegnante esperto non possono essere “scavalcati”. Sono decisamente troppi, dalle nostre parti, i direttori fai da te, ed uno dei pregi più grandi della pubblicazione di Carnevali è appunto quello di far capire, a chiunque tramite questo prodotto si avvicini alla Direzione, che non esistono scorciatoie; la parola d’ordine è e resta studiare.
3° Capitolo
- Introduzione
- Organico: rapporto tra ance e ottoni
- Il suono “a piramide”
- Macro e micro “piramide”
- Interpretazione: orizzontalità e verticalità
- Interpretazione: fraseggio ed articolazioni
- Organizzazione della prova
- Intonazione
- Controllo formale della partitura
La terza ed ultima parte si occupa del “lavoro” che il direttore deve fare con il gruppo, quella parte di lavoro che esula dalle cognizioni puramente tecniche della “bacchetta”, ma che riguarda invece il bilanciamento, la gestione del suono e l’interpretazione. Anche qui, di ottimo impatto sono gli interventi della Banda dell’Esercito Italiano diretta dal M° Fulvio Creux, della Orchestra “Orpheus” di Tilburg (Olanda) diretta da Hardy Mertens e dell’Eastman Wind Ensemble diretto da Donald Hunsberger. Qui si patisce un po’ l’impossibilità di poter utilizzare ampie parti dei brani in oggetto (per questioni editoriali e di diritti di pubblicazione), quindi è necessario vedere e rivedere i brevi spezzoni di prova, per poter individuare quanto spiegato da Carnevali nell’intervento introduttivo nei gesti degli illustri suoi Colleghi che si vedono all’opera. Poco male, però: vedere, rivedere, assimilare ed analizzare sono verbi importanti per il mestiere di direttore.
Concludendo, un lavoro ampio e voluminoso, che cerca di toccare tutte le problematiche relative alla direzione, e pur non sviscerandone (è impossibile in un video-corso temporalmente limitato) approfonditamente tutti gli aspetti, dà comunque una certa panoramica e alcuni suggerimenti su quello che il mestiere del Direttore deve (o dovrebbe) essere. Ribadiamo l’efficacia della parte storica iniziale, mentre si lamenta un approccio inaspettatamente leggero sulle questioni puramente tecniche, da affrontarsi magari in modo più approfondito in un eventuale “secondo volume”.
(a cura di Denis S.)