PROGRAMMA
Concerto di Natale dell’Unione Musicale Inverso Pinasca
Sabato 11 dicembre 2021 ore 21,00, Teatro Piemont – Perosa Argentina
(con il patrocinio del Comune di Perosa Argentina – le offerte andranno a favore dei progetti di Jambo Car)
La musica batte il virus
Direttore Riccardo Chiriotto
Presenta Mara Balcet
Il concerto si terrà nel rispetto delle normative COVID19. L’ingresso è consentito ai possessori di GreenPass
- Berardo Sbraccia – (Teramo 1858 – New York, USA 1936)
LA BANDA NASCENTE - Louis Panella – (Pittsburgh, USA 1881 – 1940)
AMERICAN RED CROSS MARCH - Karl Jenkins – (Penclawdd, Galles 1944)
PALLADIO (
trascr. Robert Longfield) - Johan Sebastian Bach – (Eisenach, Germania 1685 – Lipsia 1750)
BIST DU BEI MIR, GEH ICH MIT FREUDEN
da un’aria di Gottfried Heinrich Stölzel (trasc. Alfred Reed) - Davide Delle Cese – (Pontecorvo 1856 – Bitonto 1938)
INGLESINA - Ryan Meeboer – (Ontario, Canada 1980)
KAALIN’S FLIGHT - Chad Taylor – (San Antonio, USA 1989)
AMAZONIA - Jan de Haan – (Nijefurd, Olanda 1951)
KLEZMERIANA
Torniamo a suonare: l’Unione Musicale Inverso Pinasca può di nuovo suonare in pubblico dopo due anni di pausa forzata, tanto inaspettata quanto sgradita. Ma come riprendere? Con quale spirito e con che brani? È possibile portare in musica quanto successo?
Forse si può trarre spunto dagli eventi per intrecciare musica, compositori e storie, trovare analogie curiose e celebrare omaggi meritati, ricordando chi non è più con noi.
Tre autori italiani le cui fortune musicali sono legate agli USA, tre varianti del virus ed un testo vecchio di tre secoli tristemente attuale: numeri apparentemente banali, fredda contabilità di enormi tragedie personali o base di bellezza estetica. C’è un po’ di tutto questo (e molto di tutti noi) in quello che suoneremo.
Due marce iniziali, una per sottolineare il ritorno – quasi una nuova nascita – ed una, dedicata alla Croce Rossa Americana al termine della Prima Guerra Mondiale, per ringraziare il personale sanitario.
Parliamo dei numeri, base di bellezza ed armonia nelle architetture Palladiane come in certe strutture musicali, malgrado per parecchio siano stati il nostro assillo quotidiano mentre chi ha lasciato i propri cari spesso lo ha fatto senza nemmeno una parola di conforto: ne parla un’aria settecentesca su di un tema musicale evocativo e struggente, reso in maniera magistrale dalla trascrizione di un grande della musica per nato giusto cento anni fa.
Quando sembrava si stesse migliorando è giunta la doccia fredda delle varianti: dapprima nominate a seconda della nazione ove le si è scoperte, poi indicate con lettere dell’alfabeto greco per non “dare la colpa” ad inglesi, indiani e brasiliani; a noi resta però lo spunto per suonare tre brani ispirati a questi Paesi, iniziando da un grande classico della letteratura bandistica come Inglesina. Segue un brano che trae il titolo dalla parola Indi per il tappeto volante, mito associato generalmente alla cultura araba ma presente anche in India per poi andare nelle Foreste Pluviali i cui ostinati ritmici tribali percorrono la musica Amazonica.
Per chiudere la cultura musicale di chi prima di tutti ha puntato sui vaccini per uscire dal buio e poter guardare al futuro. Futuro cui guarda anche l’Unione Musicale in cui nuove leve rimpolpano le fila dopo il battesimo del Concerto di S. Cecilia.
(Riccardo Chiriotto)
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