DIBA, Direttori Italiani di Banda Associati

A pochi anni dalla costituzione, l’associazione è già un punto di riferimento per tanti maestri da tutta Italia: ne parliamo con il Presidente Andrea Franceschelli.

Nello scorso 2020, purtroppo, abbiamo dovuto assistere a un generale stop delle attività bandistiche: le date sulle locandine di concerti e festival, sfilate e raduni, sono state prima modificate, anche più volte, e poi annullate del tutto, a causa della pandemia di Covid-19. E anche questo nuovo anno, da questo punto di vista, purtroppo non sembra cominciare sotto i migliori auspici.
Per fortuna, però, le diverse Associazioni e Federazioni italiane di categoria, dalle unità di base alle realtà nazionali e internazionali, hanno tutte approfittato di questa lunga interruzione forzata per organizzare diversi appuntamenti on-line, spesso molto interessanti, fornendo così alle rispettive realtà associate, oltre che gradite occasioni per tenere sempre viva l’attenzione sulla realtà bandistica, nonché validi diversivi al costante martellamento di notizie, vere o presunte tali, su pandemia e contagi, anche opportune indicazioni per comportarsi al meglio in questo sconfortante e desolante scenario.

Tra le tante Associazioni protagoniste troviamo anche la DIBA, acronimo che sta per Direttori Italiani di Banda Associati, costituitasi soltanto nel 2017 ma già assoluto riferimento di settore: durante l’anno scorso sono stati diversi gli incontri a carattere regionale (Marche, Lombardia, Lazio, Umbria, Sicilia e Sardegna) che si sono tenuti tramite piattaforme on-line, organizzati per presentare al meglio l’Associazione ai potenziali maestri interessati, e per conoscere più approfonditamente le realtà territoriali.
Purtroppo nel 2020 non è stato possibile dar seguito all’appuntamento annuale, il DIBAforum “Artigiani in bottega” (qui abbiamo parlato della prima edizione), che si tiene in estate e che fa da cornice e contenitore a una serie di eventi di grande interesse; masterclass di direzione con maestri di fama internazionale, tavole rotonde, conferenze e seminari incentrati su bande, direttori, repertorio, didattica e associazionismo saranno però, si spera, ancora una volta al centro delle attività della DIBA nel 2021.

Di questo e altro parliamo, incontrandolo nuovamente con molto piacere, con il M° Andrea Franceschelli, Presidente dell’Associazione.

Buongiorno, Andrea, e ben ritrovato su MondoBande.it. Ti avevamo ospitato in veste di Direttore Artistico del prestigioso Concorso Internazionale di Composizione di Corciano (qui la nostra intervista), e oggi eccoti di nuovo sulle nostre pagine, stavolta a rappresentare la DIBA. Innanzitutto, come stai? Com’è andato questo 2020?
Compatibilmente con la situazione di “clausura” che stiamo vivendo sto piuttosto bene, ti ringrazio. L’anno appena trascorso è da dimenticare per tutti; per noi musicisti è stato sicuramente uno dei peggiori a memoria d’uomo.

Di te sappiamo già tutto, quindi veniamo subito a parlare di DIBA: cos’è, quando nasce, chi l’ha fondata, la sua mission?
La DIBA, Direttori Italiani di Banda Associati, è il sodalizio dei Maestri di Banda italiani per i Maestri di Banda italiani.
L’Atto Costitutivo dell’Associazione è stato firmato nel mese di aprile del 2017, ma già da molti anni (i miei ricordi risalgono agli anni ’90) si sentiva la necessità di creare un’associazione dei Maestri di Banda, un luogo dove si prendessero iniziative affinché quella del Maestro di Banda diventasse una “professione riconosciuta”.
Il nucleo che ha fondato l’Associazione è costituito solo da nove persone, che si sono ritrovate in pochi ma sostanziali scopi. Attualmente il CdA è composto, oltre che dal sottoscritto, da Arturo Andreoli, Alessandro Celardi, Mirco Barani e Denis Salvini.

Quali sono i vantaggi di cui godrebbe un direttore associandosi alla DIBA? Qual’è l’iter per iscriversi?
Il primo e più importante vantaggio è senz’altro quello del ritrovarsi nel confronto: il parlarsi, il comunicare idee, il mettersi in discussione. In un’attività come la nostra, che per sua natura si esplica nel dirigere, nello “stare al comando”, con rare occasioni di mettersi in discussione, diviene momento fondamentale di presa di coscienza e di consapevolezza del ruolo che siamo chiamati a svolgere.
Altro motivo di vantaggio per i soci sono le Convenzioni che abbiamo stipulato con diverse Case editrici italiane e straniere per una scontistica nell’acquisto di partiture e materiali musicali per la propria Banda. Intese sono state stabilite anche con Accademie e Corsi di Direzione.
L’iscrizione può avvenire in due modi: o tramite l’invito diretto di uno dei soci, oppure inviando la propria adesione unitamente alla documentazione necessaria.

Quali sono le peculiarità di un direttore associato DIBA?
Per rispondere a questa domanda prendo in prestito lo Statuto dell’Associazione, che recita: “I requisiti dell’associato devono includere abilità distintive e un alto livello di etica professionale, chiaramente espressi attraverso l’attività svolta. Caratteristica preferenziale del candidato sarà una spiccata e riconosciuta indipendenza da vincoli commerciali e istituzionali”.
Per intenderci, per essere socio della DIBA non si chiede di essere il direttore della grande e importante banda blasonata, bensì di svolgere il ruolo di Maestro con formazioni di qualsiasi categoria, con competenza e senso di responsabilità.

Avete incontrato delle difficoltà, al momento della costituzione, e se si quali, e come le avete superate?
Come ho già accennato era almeno da trent’anni che si avvertiva la necessità di un’associazione di categoria. Nel corso di Corciano Festival del 2015, insieme ad alcuni colleghi direttori di banda, abbiamo deciso che era ora di prendere l’iniziativa e abbiamo avviato una serie di contatti che, dopo due anni, ha preso concretezza con la nascita della DIBA.
Anche nel nostro settore, come in ogni altro, ci sono divergenze di opinione, appartenenza a diverse scuole di pensiero che indicano strade non sempre concomitanti; ma la nostra volontà è quella di armonizzare le diverse posizioni perché, per raggiungere le mete che ci siamo prefissati, c’è bisogno della partecipazione attiva di tutti i direttori di banda italiani. Mi piace qui riportare le parole scritte da un nostro collega direttore: “Unità e coesione siano aspetti significativi, rappresentativi, imprescindibili di questa Associazione.

Nonostante sia di recente costituzione, la DIBA vanta già ottime credenziali, in particolare grazie alle kermesse estive organizzate gli anni scorsi, con le Botteghe e le Tavole Rotonde che hanno avuto importanti ospiti internazionali. Ci racconti qualcosa in più?
Nell’estate 2018 e 2019 abbiamo ideato e realizzato due iniziative, dal titolo DIBAForum I e II, che sono sicuramente il nostro fiore all’occhiello: sono state l’occasione per decine e decine di addetti ai lavori, dall’Italia e dall’estero, per discutere e progettare scenari di un possibile futuro.
“Artigiani in bottega” è il sottotitolo che abbiamo dato ai nostri Laboratori, per dare il senso del lavoro paziente, di scavo, di studio e riflessione che sono insiti nella nostra attività professionale. Le Botteghe del Direttore, del Didatta, del Compositore, del Repertorio, sono state le attività di spicco dei Forum, e la presenza di riconosciute personalità internazionali quali Douglas Bostock, Felix Hauswirth, Fulvio Creux, Fabrizio De Rossi Re, Allen Vizzutti, Steven Mead, che hanno tenuto Seminari e Masterclass oltre ai concerti nel cartellone di Corciano Festival, hanno aggiunto spessore e visibilità alle iniziative.
Oltre alle “Botteghe” abbiamo organizzato anche delle Tavole Rotonde, con rappresentanti delle Associazioni di categoria, che hanno visto la partecipazione di Carlos Dieguez Beltran, presidente della ANDB (l’associazione spagnola dei direttori di banda), Arjan Dunning e Chris Derikx della BvO (l’associazione olandese), Felix Hauswirth in veste di delegato della WASBE, Lowell Graham (Past President dell’ABA, American Bandmaster Association), Kenneth Crookston (Chief Executive Officer della Brass Bands England). Insieme abbiamo anche sviluppato progetti di collaborazione riguardo le funzioni e l’impronta che possono dare le associazioni dei direttori al movimento bandistico, a livello nazionale e internazionale.
La pandemia ci ha purtroppo impedito di svolgere il DIBAForum III nel 2020, ma questo non ci ha fatto diminuire la volontà di realizzarlo la prossima estate, con idee, progettualità e personalità sempre nuove.

Il direttore di banda come professionista: nessuna improvvisazione ma, al contrario, studio, competenza ed esperienza dovrebbero essere le caratteristiche distintive di questa figura. Quali dovrebbero essere i requisiti minimi da inserire in curriculum per poter essere considerato tale? E quali aspetti dovrebbero valutare le formazioni bandistiche nell’assumere una persona alla direzione?
E’ superfluo dire che, come per ogni altra attività professionale, occorrono i titoli di studio. Ma sappiamo bene, questi da soli non sono sufficienti a garantire la professionalità: al Maestro di Banda vengono richieste solide capacità di discernimento, nell’amplissima offerta di repertorio da parte delle Case editrici, nel proporre i brani più adatti alla propria banda per una crescita qualitativa continua sia dal punto di vista tecnico che artistico.
A mio parere la qualità più importante da valutare nella scelta del Maestro è quella che sia cosciente del fatto che ha di fronte degli strumentisti non professionisti che svolgono questa attività per passione, e che questa passione va alimentata giorno per giorno sia sotto l’aspetto del rapporto umano che della proposta musicale, oltre ovviamente alle competenze tecniche imprescindibili.

E’ opinione comune, tra gli addetti ai lavori, che la Scuola in Italia purtroppo non sia capace, o forse lo è appena in minima parte, di educare alla conoscenza e all’ascolto della Musica, e men che meno di quella bandistica; mentre sarebbe auspicabile, per le bande, suonare di fronte a un pubblico che possieda delle competenze musicali almeno di base, come peraltro avviene in tante altre nazioni. Può essere compito – anche – delle nostre Bande sopperire a eventuali mancanze in tal senso? Se si, secondo te, come si potrebbe operare?
Che l’istruzione musicale in ambito scolastico in Italia sia carente è realtà purtroppo conclamata. Le Associazioni bandistiche sopperiscono spesso, attraverso le loro Scuole di musica e l’attività delle Bande musicali, alle manchevolezze dell’amministrazione pubblica, ma tutto questo impegno non è sufficiente a coprire l’intero territorio nazionale. Io credo che questo deficit potrebbe essere l’occasione, per la Banda, di diventare ancora di più il “luogo della formazione musicale del territorio”, promuovendo e organizzando molteplici attività rivolte al pubblico più vasto, magari in collaborazione con i Conservatori di Musica e le Università. A mio parere le Associazioni bandistiche dovrebbero uscire dal loro essere solo “Banda”, per aprirsi alla Musica in tutte le sue espressioni.

Per organizzare meglio le attività in modo da conseguire gli obiettivi che vi siete posti fin dalla nascita della DIBA, avete costituito delle Commissioni. Puoi descriverci il loro funzionamento e su quali specifici argomenti state lavorando?
Tutti i soci hanno la possibilità di far parte delle diverse Commissioni che, occupandosi di argomenti inerenti la nostra professione, diventano occasioni di crescita personale e di acquisizione di competenze.
Le Commissioni che abbiamo attivato finora sono:

  • Liste dei Brani, classificati per grado di difficoltà e per qualità
  • Linee guida per la Formazione dei Direttori
  • Valutazione curriculum nuovi Soci
  • Riscoperta del Repertorio Storico Italiano
  • Committenza di nuove Composizioni
  • Studi Musicologici
  • Rapporti Internazionali

Ogni Commissione ha un coordinatore e ne fanno parte quei soci che sono interessati allo specifico argomento trattato. La Commissione Liste Brani vede invece la partecipazione di tutti i soci, in quanto tutti sono invitati a formulare una propria lista, comprendente fino a un massimo di tre pezzi per ogni grado di difficoltà da 1 a 6, che non siano già presenti nelle liste conosciute.

Tra quelle elencate, svolgono a nostro parere un ruolo importante quelle dedicate alla Riscoperta del Repertorio Storico Italiano e la Committenza di nuove Composizioni: ci sembra di capire che sia fondamentale tenere sempre presente da dove, bandisticamente parlando, proveniamo, ma con lo sguardo orientato costantemente verso il futuro. Come si armonizzano le due cose? Su cosa, e come, lavorare per riproporre il Passato, e quali speranze e desideri riporre nella letteratura bandistica italiana del Futuro e degli anni a venire?
L’operazione di riportare in vita composizioni del passato con valori artistici e storici di riconosciuto valore, necessariamente attraverso revisioni e nuove strumentazioni, è un passo importante per la conoscenza della nostra storia: è da qui che possiamo prendere le indicazioni dei percorsi da intraprendere per il futuro e, anche, per ampliare il nostro migliore repertorio. Accanto a questa, stiamo commissionando brani a compositori di estrazione accademica, con il fine di favorire la conoscenza delle reali possibilità espressive e artistiche della banda. Purtroppo la Banda è ancora “questa illustre sconosciuta” per molti compositori.
A questo proposito porto l’esempio dell’iniziativa avviata con la classe di Composizione del Conservatorio di Perugia del M° Mario Gagliani, dove il giovane Eugenio Monni ha composto un brano dal titolo “Sulle Orme di Francesco” che è stato eseguito a Corciano Festival.
Un’altra bella collaborazione, realizzata per iniziativa del nostro consigliere Alessandro Celardi, è avvenuta con il Conservatorio di Frosinone con il progetto “MUSICA FUTURA, Giovani Talenti per l’Orchestra di Fiati Città di Ferentino”.

Durante il 2020 non vi siete fermati, e avete sfruttato le piattaforme on-line per incontrarvi e continuare a far conoscere la vostra attività anche a livello regionale. Come sono andati questi incontri? Quali sono state le tematiche proposte, e in che modo hai idea che possiate intervenire in maniera proficua per contribuire alla crescita di bande e direttori?
Momenti importanti della nostra attività nel corso del 2020 sono stati gli Incontri Regionali che abbiamo promosso in alcune regioni: Marche, Umbria, Lazio, Sicilia, Sardegna, con o scopo di far conoscere la nostra Associazione ma anche per capire la situazione reale delle Bande di ogni territorio.
Da questi incontri abbiamo avuto la conferma di quanto sia variegata la situazione delle Bande da territorio a territorio, ma abbiamo anche toccato con mano quanto sia importante, anzi fondamentale, la figura e la funzione del Maestro che con la sua capacità e autorevolezza determina percorsi, strategie, e conseguentemente, la qualità della Banda.

Il 2021 è appena cominciato: magari non benissimo, ma speriamo che possa migliorare nel corso dell’anno. Pandemia permettendo, cosa bolle nella pentola della DIBA?
Siamo ancora immersi in questa pandemia che ci impedisce qualsiasi attività concertistica e didattica, ma siamo speranzosi che, attraverso le conquiste della scienza, questo periodo negativo presto sarà solo un ricordo. Con la DIBA non ci siamo fermati: stiamo proseguendo il lavoro con le Commissioni, gli Incontri regionali e l’organizzazione del DibaForum III che abbiamo in programma per la prossima estate.

E nella pentola del M° Franceschelli?
Come sai ormai da tempo ho abbandonato l’oboe e l’insegnamento al Conservatorio di Perugia, ma non per questo mi sono fermato nelle mie attività: la DIBA, Corciano Festival e il Concorso Internazionale di Composizione per Banda, dove mi “sopportano” ancora dopo quasi quarant’anni, sono i miei impegni principali.
Una attività che mi procura diverse soddisfazioni è quella della revisione e strumentazione di brani dal repertorio storico cameristico per fiati e per banda, e poi faccio il nonno della mia nipotina Benedetta. Come vedi la mia pentola è sempre bella in ebollizione.

Bene, possiamo concludere, ma magari ci risentiremo più avanti per fare un ulteriore check sullo svolgimento delle attività dell’Associazione. Intanto, vuoi utilizzare quest’ultimo spazio per fare un invito agli indecisi?
L’interruzione dell’attività dovute alla pandemia costituisce una sventura che avrà degli strascichi negli anni a venire e, senza voler fare il menagramo, credo che molte Bande troveranno delle difficoltà per riprendere la normale attività. Ma un vecchio adagio dice “L’Unione fa la Forza”: ecco, solo attraverso una comunione di intenti e di azioni potremo affrontare le difficoltà e le sfide che attendono le nostre bande, e che sono insite anche nel far riconoscere la nostra attività una Professione. Per questo faccio un invito sentito a tutti i colleghi Maestri di Banda ad accostarsi alla nostra Associazione, per raggiungere insieme il nostro scopo.


INFO E CONTATTI
DIBA – Direttori Italiani di Banda Associati
Via della Torre, 10/14 – 06073 CORCIANO (PG)