L’importanza della musica per i più piccoli

Quando le associazioni bandistiche interagiscono con le realtà scolastiche proponendo dei progetti musicali, si ottengono ottimi risultati: ne parliamo con Laura Fermanelli

Spesso ci capita di osservare che le nuove leve bandistiche del Belpaese sono sempre meno numerose, a causa certo di un generale disinteresse di media e istituzioni, ma anche per la poca importanza che il nostro sistema scolastico dà all’insegnamento della musica nelle scuole. Ma quando le bande si propongono nella realizzazione di progetti musicali, i risultati sono sicuramente ottimi.
Ne parliamo con Laura Fermanelli, docente di educazione Musicale presso la scuola media, diplomata in Sassofono e Didattica della Musica, e con due piccoli ospiti…

Ciao Laura, e benvenuta su MondoBande. Cominciamo con gli argomenti “didattica” e “eduzione musicale”…
La parola didattica deriva dal greco didàsko (insegno), ed è il metodo di insegnamento che si vuole utilizzare in una relazione educativa. Essa regola i rapporti docente-discente in un continuo feedback che migliora i processi di insegnamento e apprendimento, rapporto che viene continuamente rovesciato.
La didattica della musica sta pian piano cambiando in Italia, le “vecchie” metodologie stanno lasciando il posto ad altre più divertenti, mirate alle capacità dei singoli discenti. Occorre infatti avere conoscenze psico-pedagogiche che ci aiutino a calibrare in maniera sempre più precisa le attività idonee ad ogni singola situazione, in funzione degli obiettivi. Nel percorso scolastico italiano l’educazione musicale è prevista a partire dalla scuola dell’infanzia, ma solo nelle scuole medie inferiori è affidata a insegnanti specifici, mentre nelle “materne” e nelle scuole “elementari” le maestre devono affrontare il percorso di educazione al suono e alla musica: questo chiaramente ne mette alla luce le difficoltà, visto che questi insegnanti non hanno un background specifico di didattica musicale. Spessissimo infatti dedicano il tempo che dovrebbero occupare alle attività musicali ad altre discipline.
Ora, con l’autonomia scolastica, ogni scuola può inserire nel POF (Piano dell’Offerta Formativa) dei progetti in collaborazione con le associazioni musicali, che per fortuna sono presenti in tutta Italia. Questo porta nuove esperienze, anche grazie all’ausilio di operatori esperti nelle aree musicali, grafiche e pittoriche, sportive, teatrali, ecc..
Penso che le nostre associazioni bandistiche siano un punto di forza enorme, ma per sviluppare questo collegamento scuola/banda, fondamentale per divenire un punto di riferimento didattico-musicale, occorre preparare le nostre associazioni bandistiche a gestire una gran mole di lavoro.

Quali sono i benefici dell’insegnamento della musica per i più piccoli?

Più che insegnamento della musica parlerei di “esperienze musicali”. L’insegnamento strumentale per ovvie ragioni non può essere effettuato in tenera età, l’educazione al suono e alla musica invece può essere affrontata partendo già dai neonati e addirittura dalla vita intrauterina, visto che già dal 4 mese di gravidanza i feti riescono ad ascoltare i suoni sia interni che esterni, chiaramente filtrati dal liquido amniotico. Sono in corso molte ricerche e studi sulle relazioni tra musica e cervello, e pur nella diversità dei loro campi d’interesse esse giungono ad un univoco risultato: la musica ha il potere di migliorare le capacità cerebrali e favorire uno sviluppo cognitivo, motorio, relazionale, emozionale e sensoriale, rispetto a quei bambini non sottoposti ad “esperienze musicali”.
Inoltre la musica ha un fortissimo potere motivante: i bambini adorano giocare con i suoni, sia degli strumenti musicali, sia quelli della voce ed del corpo. Credo che la sua forza sia proprio quella di riuscire a coinvolgere totalmente il bambino, divenendo un “mezzo” formidabile per il raggiungimento di obiettivi non solo musicali ma soprattutto educativi. Mi auguro che le “esperienze musicali” vengano attuate in tutte le scuole dell’infanzia e primarie: tutti ben sappiamo che solo poche scuole, attualmente, hanno la fortuna di attuare questi progetti. Per fortuna l’interesse verso questo genere di progetti sta aumentando enormemente.

Ho saputo che in questi anni state lavorando nelle scuole del vostro circondario su diversi progetti che riguardano questo argomento: vuoi raccontarci qualcosa?
Insegno in progetti di musica nelle scuole dell’infanzia da 13 anni, da 5 abbiamo intrapreso un discorso più strutturato sul territorio, in accordo con gli Istituti Comprensivi della mia cittadina. Premetto che tutte le attività didattiche vengono gestite dall’associazione musicale di cui faccio parte, che comprende la banda musicale, la scuola di musica con strumenti bandistici e non; da alcuni anni effettuiamo attività didattica nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e dal 2006 anche nei due asili nido comunali.
In accordo con il Comune e i Direttori scolastici, abbiamo cominciato il progetto “musica” in forma sperimentale, con alcune classi a campione e poche lezioni, ma l’anno successivo tutte le maestre hanno chiesto che il progetto denominato “MUSICA E SCUOLA”, con un’ora di lezione per classe (circa 20 lezioni da svolgere nell’arco dell’anno scolastico) venisse attuato anche nelle loro classi.
Col passare degli anni la cosa ha preso piede: abbiamo avuto richieste anche da parte di altri Istituti Comprensivi dei Comuni limitrofi. C’è una grandissima richiesta da parte delle maestre, ne sentono veramente il bisogno perché il loro occhio esperto riesce a cogliere le grandi potenzialità di queste attività. All’inizio eravamo solo due operatori, io e la mia collega Melissa, anche lei diplomata in Didattica della Musica, ora siamo in sei. Con l’aumento delle richieste ho preparato ancche altri operatori, ma nonostante questo, abbiamo dovuto rifiutare alcune scuole per mancanza di insegnanti. Questo fatto non può che farmi piacere: finalmente si dà la giusta importanza alle attività musicali, specialmente in questo periodo di crisi occupazionale questo potrebbe essere uno sbocco eccezionale. Occorre però essere preparati e questo implica studio, impegno, aggiornamento, il solo percorso fatto per avere il diploma di strumento non è sufficiente.
Dal 2006 abbiamo iniziato ad effettuare degli incontri anche con i bambini degli asili nido, esperienza nuova e bellissima per me e la mia collega: è stata l’occasione per mettere in pratica quanto appreso in alcuni seminari sul metodo Gordon, mirato appunto alla fascia 0-6 anni, e devo dire che per noi è stata veramente una crescita incredibile.
Abbiamo anche attuato, nella scuola elementare dove lavoravamo già con il progetto “Musica e scuola”, un nuovo progetto denominato “Finalmente si suona!”, che prevedeva la nascita di una banda musicale scolastica. Ho strutturato il progetto ispirandomi al modello del percorso scolastico americano, in cui già dalle elementari si svolge attività strumentale.

Parlaci di questo progetto “Finalmente si suona”: dettagli, obiettivi e finalità.
Il progetto “Finalmente si suona!” è rivolto ai bambini dalla terza alla quinta elementare, prevede lo studio di flauto, clarinetto, sassofono, corno, tromba, trombone, euphonium e percussioni ( in futuro anche oboe e fagotto). Si svolge in orario extra-scolastico, due ore a settimana: una dedicata alla lezione di teoria musicale (non solfeggio) e l’altra alla pratica strumentale che non è individuale ma collettiva, con 3 bambini divisi per strumento e per classe. Poi, con cadenza mensile, vi sono anche lezioni di musica d’insieme delle 3 junior band divise per classe.
L’obiettivo principale è di far vivere ai bambini un’esperienza che preveda la pratica strumentale come evento formativo. Gli strumenti musicali sono di proprietà dell’Associazione che li concede in comodato d’uso gratuito. Arrivati in quinta i bambini decideranno se acquistare uno strumento per proseguire il percorso iniziato, altri invece no, ma credo che in entrambi i casi per loro sarà stata una grande esperienza che contribuirà a formare degli adulti più sensibili e degli ascoltatori più attenti. Quelli che proseguiranno saranno il futuro delle nostre bande. Le elementari sono l’ambito più idoneo: i bambini sono meno condizionati e più spontanei, scelgono anche strumenti meno “gettonati” come il corno e l’euphonium perché quando frequentano la seconda vedono, sentono e toccano tutti gli strumenti: anche se l’assegnazione dello strumento è condizionata da vari fattori,teniamo conto delle loro preferenze.
Voglio precisare che il tutto è assolutamente gratis, sia per i bambini, che possono iscriversi senza alcuna discriminazione, che per la scuola: gli oneri economici sono tutti a carico dell’associazione, e senza che si creino disavanzi economici.

Com’è il rapporto tra voi insegnanti e i bambini?
Sono molto contenti di questa esperienza, soprattutto amano la musica d’insieme e la marcia che facciamo al campetto. Qualcuno lascia il corso perché magari si rende conto che occorre impegnarsi e studiare tanto, in genere nei primi mesi, ma chi supera questo primo periodo arriva sempre in fondo, i dati di questi primi tre anni parlano chiaro.
Per noi, bè… è molto impegnativo gestire più di 50 bambini che fanno anche molta confusione, ma quando l’anno scolastico finisce mi mancano, sono orgogliosa del percorso fatto insieme. Siamo in 10 insegnanti, 8 di strumento e 2 di teoria che propongono un percorso piacevole e divertente, molto lontano dal classico solfeggio parlato.

Avete incontrato delle difficoltà a proporre i progetti nelle scuole? Se si, quali e da dove si sono originati? E come li avete risolti?
Non abbiamo trovato alcuna difficoltà a proporre i nostri progetti, probabilmente perché se veramente c’è la volontà di attuarli, le soluzioni ad eventuali problemi si trovano.
Vorrei comunque puntare i riflettori su un fattore significativo: l’input più importante deve venire dalle maestre, anche perché sono loro che hanno i contatti diretti sia con i Dirigenti che con i genitori, e sono anche coloro che giudicano il nostro lavoro. Se si lavora bene loro saranno le nostre prime alleate e promotrici.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, il progetto è stato finanziato quasi totalmente dalla nostra associazione: ho trovato un contributo da un imprenditore locale e uno tramite il progetto “Scuole aperte” di circa 2.200 Euro. Il costo iniziale è alto per l’acquisto degli strumenti, circa 5.000 Euro all’anno, ma per i prossimi anni scolastici dovremmo sostenere solo il costo degli insegnanti. E’ un investimento sul futuro, e se vogliamo raccogliere bisogna pur seminare.

In conclusione?
Vorrei concludere invitando le associazioni bandistiche a riflettere sulla possibilità di allacciare progetti simili con le scuole. Ora c’è questa possibilità, è importante iniziare un percorso e acquistare la fiducia sia dei dirigenti che delle maestre e questa la si ottiene lavorando “bene” e correttamente. Una volta stabilite delle solide basi, si possono proporre anche progetti diversi in base al percorso che si vuole intraprendere. Le nostre associazioni hanno tra le finalità lo sviluppo della cultura musicale nel territorio: perché non iniziare questo percorso dai nostri bambini?


E dato che per MondoBande è importante anche il parere dei più piccoli, poniamo alcune domande a…

  • BEATRICE
    Ciao Beatrice, benvenuta su MondoBande. Sono ormai passati 3 anni da quando hai iniziato a suonare il corno. Ti piace suonare questo strumento?
    Nel primo anno del corso, il corno non mi piaceva affatto perché ritenevo che fosse uno strumento maschile; a me piacevano il flauto traverso, il clarinetto e il sassofono, ma evidentemente non erano strumenti adatti a me. Il maestro che avevo non mi dava una grande voglia di studiare e di continuare il corso. L’anno successivo arrivò la maestra Sabrina (ancora oggi mi insegna) che mi ha fatto apprezzare questo strumento ed ora sono convinta che sia uno strumento fantastico ma molto impegnativo che può suonare le parti più acute e quelle più gravi.

    Ti è piaciuto imparare la musica? Come ti sei trovata con i maestri?
    Imparare la musica è un’esperienza incredibile, oltre ad essere bellissimo, ci apre la mente verso qualcosa di nuovo ed impegnativo; richiede molta passione e volontà e chi lo farà raggiungerà un buon livello.
    Come ho gia accennato prima, nel primo anno non mi sono trovata proprio benissimo per la mia mancanza di osservazione e per il poco stimolo avuto. L’anno dopo è arrivata la maestra Sabrina che è fantastica e mi ci sono trovata subito bene proprio come mi sono trovata bene con la maestra Laura, che ha ideato questo progetto e per ciò la ringrazio di tutto cuore.

    Hai intenzione di continuare a studiare la musica?
    Sì, voglio continuare a studiare musica al Formaggino (il nomignolo dato dai tolentinati allo stabile dove ha sede la banda, per la forma particolare – NdA) e spero di diventare una brava insegnante di musica.

    Perché vuoi diventare un’insegnante di musica?
    Perché questo progetto di musica mi ha appassionato moltissimo e mi ha fatto vivere un’esperienza indimenticabile e vorrei che questa esperienza la provassero anche altre persone.

    Qual’è stata la cosa più divertente e piacevole del corso?
    Una cosa che mi è piaciuta molto è stata la marcetta ad incrocio, è così elaborata! Mi sono piaciuti anche i saggi di fine anno scolastico. Una volta al mese praticavamo musica d’insieme infatti mi ritrovavo con i miei compagni di classe in una grande stanza e suonavamo uno o più brani tutti insieme. Nell’ultimo anno abbiamo suonato un brano molto divertente che si intitolava “Silly Scales” dove dovevamo fare una scenetta in cui rappresentavamo una banda rumorosa.

    Ti piacerebbe entrare a suonare nella banda del tuo paese?
    Entrare a suonare nella banda musicale di Tolentino o comunque suonare con la mia maestra sarebbe meraviglioso!

  • EDOARDO
    Ciao Edoardo, benvenuto su MondoBande. Sono ormai passati 3 anni da quando hai iniziato a suonare il sassofono. Ti piace suonare questo strumento?
    Si, mi piace molto suonare questo strumento perché ha un suono allegro e poi ci si possono suonare molti generi di musiche.

    Ti è piaciuto imparare la musica? Come ti sei trovato con i maestri?
    Mi sono trovato molto bene con i maestri perché qualunque maestro o maestra fosse arrivato erano gentilissimi ed imparare la musica è stata una delle cose più belle al mondo!

    Hai intenzione di continuare a studiare la musica?
    Si ho ancora intenzione di continuare a suonare il sax perché dal primo giorno che suono mi sono innamorato e non lo mollo più!

    Qual’è stata la cosa più divertente e piacevole del corso?
    Suonare in presenza di Laura e Silvia.

    Ti piacerebbe entrare a suonare nella banda?
    Si, è uno dei tanti sogni che vorrei realizzare.

    Quali altri sogni hai?
    Da grande vorrei girare il mondo con il mio strumento.

    Questo corso te lo aspettavi così?
    No io mi aspettavo che suonare il sax fosse faticoso, invece una volta che hai imparato è facilissimo, poi basta poco ogni giorno!

 

Maggiori info su: www.associazionemusicalegabrielli.it