L’operato del TP per le bande musicali italiane

Con Giorgio Zanolini, coordinatore del Tavolo Permanente, parliamo di numerosi argomenti di interesse bandistico: legislazione, concorsi, fisco, e tanto altro

Buongiorno Giorgio, e benvenuto su MondoBande.it. Parliamo subito del Tavolo Permanente: cos’è, cosa fa, come e quando nasce?
Ciao Alessandro, grazie per l’opportunità che ci viene fornita da MondoBande.it.
Il Tavolo Permanente, o più brevemente TP, nasce ufficialmente nel 2001 come esigenza di alcune Federazioni Bandistiche locali di fare fronte comune nella risoluzione di problemi “burocratici” che assillano ogni singola Banda Musicale. La sua struttura è snella: le Federazioni aderiscono per comunanza di intenti in modo spontaneo, e si danno delle linee guida da seguire ma senza imposizioni. In pratica, funzioniamo con il principio che regge anche l’autoregolamentazione esistente in altri campi (per esempio la pubblicità). Le Federazioni si ritrovano almeno due volte all’anno, a rotazione in varie zone d’Italia, e discutono dei vari argomenti all’ordine del giorno in quel momento. Il tutto viene gestito da un Coordinatore Nazionale, scelto dalle Federazioni stesse, il quale si tiene costantemente in contatto con tutti i referenti locali, scambiando informazioni, notizie, promovendo iniziative e quant’altro. Col tempo, dopo le problematiche burocratiche più urgenti, si è passati anche ad affrontare gli aspetti artistico, formativo e didattico, fondamentali per un gruppo come la Banda Musicale.

Quali sono i problemi che consideravate più urgenti al momento della costituzione?
Al momento della nascita del TP, l’argomento più scottante era la recessione unilaterale della SIAE dal vecchio accordo realizzato nel 1983. Dovevamo, quindi, riuscire a trovare delle soluzioni che tutelassero le nostre Bande. L’occasione propizia per far sentire la nostra voce è venuta grazie all’incontro con la Direzione Nazionale della SIAE, organizzato a Trento nel 2000 dalla locale Federazione. Nell’occasione si sono aggiunte pure le Federazioni di Como, Bergamo, Brescia, Cremona e del Veneto. A margine dell’evento, verificato che anche altri problemi assillavano le Bande Musicali, abbiamo deciso di dare un seguito alla positiva esperienza appena effettuata, cercando di creare uno strumento tramite il quale, nel pieno rispetto dell’autonomia di ogni singola Federazione, si riuscisse ad incidere su scala nazionale. Il primo incontro “ufficiale”, quindi, si è tenuto a Cremona nel 2001: da allora altre Federazioni si sono aggiunte, tutte unite dallo spirito comune di mettere al servizio delle Bande Musicali Italiane una serie di strumenti atti ad aiutarle nei settori che le riguardano: fiscale, legale, burocratico, artistico, didattico, formativo e quant’altro.

Dalla lista delle Associazioni di categoria elencate sul vs. sito abbiamo visto che sono presenti solo realtà del Nord Italia e delle Isole: cosa succede nel Centro Sud?
Ai lavori del TP partecipano anche delle realtà che non sono costituite legalmente in Associazioni: parlo della Toscana, delle Marche, dell’Abruzzo, della Basilicata, del Lazio e del Friuli. Sono gruppi di lavoro spontanei, che vogliono crescere e si appoggiano là dove scorgono tale prospettiva. I loro rappresentanti sono costantemente invitati agli incontri del TP, poiché riteniamo che anch’essi siano una risorsa preziosa. Alcune zone si sono recentemente costituite (Calabria) ed altre ancora stanno iniziando tale percorso (Puglia). Posso quindi tranquillamente affermare che il mondo bandistico italiano è in grande fermento, e da questo processo nemmeno il Centro Sud è immune.
Che poi ci siano delle resistenze è normale: pensa che anche al Nord si possono trovare punte di eccellenza affiancate da desolati deserti. Un esempio? La provincia di Milano: sta tentando di partire la costituzione di una Federazione provinciale, ma le resistenze sono molteplici, complice anche una tradizione che non conosce (o non vuole conoscere) ciò che succede fuori dal proprio orticello. E questo, purtroppo, è un male comune in tutt’Italia.

Quanta collaborazione c’è da parte delle bande italiane?
Essendo un’organizzazione di “secondo livello”, sono poche le Bande che conoscono il TP. Questa è una lacuna che non siamo ancora riusciti a colmare: c’è talmente tanto di quel lavoro da svolgere che la “pubblicità” non riusciamo a farcela. Ma comunque: non avendo poltrone da difendere, gettoni o rimborsi vari da prendere, ed essendo tutto quanto svolto in modo totalmente gratuito e disinteressato, a noi interessa portare a casa dei risultati concreti, dei quali ogni singola Banda possa avvalersi per lavorare ed esistere in tranquillità. Quello è il massimo dei risultati che ci interessa ottenere. La visibilità, le passerelle in TV, gli articoli sui giornali… a che servono se non ci sono contenuti nelle parole espresse in tali contesti? Non ci interessa la “gloria personale”… In qualsiasi caso, le Bande che hanno collaborato nelle iniziative sinora realizzate hanno mostrato molto interesse, sono restate molto soddisfatte e ci hanno invitato a proseguire nel nostro operato.

Qualche nome degli esperti di settore che collaborano attivamente al Tavolo, e quali contributi hanno portato in particolare.
Sono veramente molti gli esperti che, nel tempo, hanno collaborato e collaborano tuttora col TP. Solo qualche nome, i primi che mi vengono in mente (non me ne vogliano coloro che dimentico):

  • per gli aspetti legali e fiscali l’Avv. Stefano Lurati, la Dott.ssa Chiara Borghisani, il Dott. Giacomo Spiller ed altri;
  • per la Didattica i M° Emiliano Gusperti, Ciro Paduano, Laura Fermanelli, Silvia Sandrini, ecc.;
  • per l’aspetto artistico i M° Arturo Andreoli, Lorenzo Della Fonte, Daniele Carnevali, Denis Salvini, Leonardo Tenca, Marco Tamanini, Franco Brusini, Claudio Mandonico, Marco Somadossi, Lorenzo Pusceddu e molti altri ancora (non elenco qui gli stranieri).

I contributi sono stati tanti e vari, ma molto è stato utilizzato nella costruzione della proposta di legge quadro depositata in ben tre legislature da vari deputati (compresa quella attuale). E’ stata un’esperienza intensa: nessuno di noi avrebbe mai pensato di osare tanto, e nessuno di noi aveva mai formato una proposta di legge. Pensiamo di aver svolto un ottimo lavoro, creando uno strumento che, se approvato, potrà finalmente aiutare concretamente le Bande Italiane in tutti gli aspetti che le riguardano.Da quando abbiamo iniziato il nostro lavoro, l’elenco degli esperti che collaborano si allunga sempre di più, a testimonianza che il nostro operato raccoglie consenso.

Nel 2006, in occasione della “Giornata della musica”, c’è stata appunto una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare: ci vuoi descrivere quali sono i punti essenziali, quali le differenze con la legislazione vigente, e a che punto siamo ora?
Qui bisognerebbe scrivere un romanzo… tenterò di essere conciso. Per “affossare” una proposta di legge che denotava una non conoscenza dell’argomento trattato, proposta che ci andava molto stretta e che non rispondeva affatto alle esigenze di una Banda Musicale moderna, nel 2003/04 abbiamo realizzato una nostra controproposta alla quale accenno nella risposta precedente. Però abbiamo deciso di realizzare un testo serio, completo, di ampio respiro e che fosse al passo coi tempi: per questo abbiamo attivato tutta una serie di tavoli di discussione (legale, fiscale, burocratico, didattico, artistico, ecc.), invitando una marea di esperti nei vari settori e giungendo alla definizione di un testo contenente del materiale qualitativamente molto valido. Non posso fare confronti con la legislazione nazionale vigente, dato che di Bande non c’è traccia salvo che in un paio di casi ove se ne parla “en passant” (ex Legge 800 e DLCPS n. 708/1947).
I punti qualificanti della nostra proposta di legge sono tanti. Innanzi tutto si tratta di una sorta di “legge quadro”, ovvero tratta SOLO della Banda Musicale e degli aspetti ad essa legati. Nello specifico:

  • stabilisce in modo chiaro la definizione di “Associazione Banda musicale” intesa come amatoriale: tale definizione viene rilasciata da una Consulta nazionale, (nella quale sono rappresentate tutte le Federazioni italiane legalmente costituite), la quale ha anche compiti di aiuto, sviluppo ed indirizzo della realtà bandistica nazionale;
  • viene preservato il diritto ad un contributo per le spese d’impianto e funzionamento;
  • per le Bande che intraprendono un percorso artistico e di crescita musicale viene aggiunto un ulteriore contributo, previa partecipazione, almeno ogni quattro anni, a manifestazioni di verifica (concorsi o classificazioni).
  • vengono estese alle Bande le agevolazioni vigenti per le associazioni sportive dilettantistiche per quanto riguarda la tenuta fiscale, compreso quanto disposto circa la detraibilità per le erogazioni liberali, sia personali che d’impresa;
  • vengono esentati dal versamento IRE le indennità di trasferta e i premi corrisposti ai componenti;
  • viene escluso l’obbligo dell’ENPALS;
  • gli atti costitutivi e gli statuti sono esentati dall’imposta di bollo e di registro;
  • le donazioni o eredità alle Bande sono esenti da ogni imposta;
  • i contributi per le singole manifestazioni sono esenti da ritenuta d’acconto;
  • gli incassi di eventuali attività commerciali sono esenti da IVA, IRES e IRAP;
  • gli strumenti musicali dell’organico bandistico godono di un’aliquota IVA del 4%, così come i relativi accessori e del materiale necessario all’attività della Banda (divise, ecc.);
  • viene previsto un cofinanziamento delle attività di formazione, rivolte a tutte le figure presenti nelle Bande, e promosse dalle Federazioni in concorso con le regioni;
  • vengono promossi gli scambi culturali, nazionali ed internazionali, anche attraverso un contributo economico.

A questi sono recentemente stati aggiunti la detraibilità delle quote versate dalle famiglie degli allievi delle Scuole per Banda, nonché la decommercializzazione di tutte le attività svolte da una Banda. Allo stato attuale la nostra proposta è stata depositata in due versioni leggermente diverse tra loro, e precisamente dall’On. Stucchi (LNP) – pdl 88 (Camera) – e dall’On. Vannucci (PD) – pdl 866 (Camera). Altri hanno aggiunto la loro firma, dato che la Banda Musicale non ha “colore”, e quindi spingiamo affinché ci sia un impegno “bipartisan”. Purtroppo, e la notizia è recente, la vecchia proposta, morta e sepolta per due anni, ora è stata ripresentata sia alla Camera che al Senato: ci siamo già attivati per dialogare coi vari deputati che l’hanno sottoscritta, al fine di convincerli ad appoggiare la nostra proposta e lasciare perdere testi senza capo né coda. Tali proposte sono i pdl 614 (Camera), 448 (Senato) e 806( Senato). C’è poi il pdl 613 (Camera) che tratta solo marginalmente di argomenti che possono riguardarci, nonché il pdl 1411 (Camera) e il pdl 761 (Camera) di cui non si conoscono i contenuti, dato che non sono ancora stati pubblicati. Lo stesso dicasi per una proposta che verrà presentata dal Governo, in prima persona dal Ministro Bondi, di cui non si conoscono ancora i contenuti (le Federazioni sono convocate a Roma per il 7 Ottobre per esserne messe a conoscenza). Di conseguenza siamo ancora in stato d’allerta e mobilitati (ogni Federazione è in contatto con i propri deputati di zona) per riuscire ad ottenere risultati positivi per le Bande.

In accordo con “Il Sole 24 ore”, avete anche realizzato la guida “Banda musicale e Fisco”. Com’è nata questa iniziativa, quali erano le finalità che vi eravate prefissati, e quali risultati si sono ottenuti?
Mi riaggancio alla risposta precedente. Dato che eravamo consci che sarebbe stato difficile riuscire ad ottenere tutto e subito con l’approvazione della nostra proposta di legge, in questi anni abbiamo adottato la politica dei piccoli passi. Ogni Federazione ha contattato i propri deputati di zona e, di anno in anno, abbiamo proposto l’inserimento di alcuni “comma” all’interno delle varie Leggi Finanziarie. Così facendo siamo riusciti ad avere dei cambiamenti positivi che hanno notevolmente agevolato la vita di ogni Banda. Sorgeva però un altro problema: come rendere leggibili i cambiamenti ottenuti ? E’ nata così l’idea di appoggiarci al maggiore giornale italiano specializzato in economia: la Federazione di Bergamo (ABBM) ha fatto da capofila, e siamo riusciti a realizzare una importante guida, distribuita solo alle Bande associate alle Federazioni del TP. In questo modo, ogni singolo gruppo possiede un utile strumento che tratta tutti gli aspetti normativi relativi alla vita di una Banda: dall’atto costitutivo allo statuto, agli aspetti fiscali e burocratici necessari nello svolgimento della normale attività.

A livello politico, quanto interesse c’è rispetto al mondo bandistico? Come vengono considerate le nostre bande? Sono solo un bacino di voti a cui attingere, o c’è qualcosa di più?
Ho in parte risposto indirettamente nella domanda inerente la nostra proposta di legge. Negli ultimi anni, sia a livello nazionale che a livello regionale, qualche segnale positivo arriva, da parte dei politici. Purtroppo alcune volte essi sono “malconsigliati” da “pseudo esperti” che si avocano il diritto di rappresentare tutti quanti, pur non confrontandosi con nessuno. La nostra azione, svolta in questi anni, ha coinvolto capillarmente i deputati presenti nei nostri territori di competenza. Il risultato è che più di novanta deputati nella scorsa legislatura hanno appoggiato le nostre richieste. Nella legislatura attuale, invece, a tutt’oggi sono circa sessanta i deputati in contatto con il TP tramite le Federazioni locali. Speriamo bene!

Nel 2007, a Riva del Garda, c’è stata l’Assemblea costitutiva dell’ “Albo dei Giurati”: quali sono state le esigenze all’origine di questa iniziativa? Quali benefici si è voluto portare? E quali i requisiti per l’iscrizione allo stesso?
In Italia troppi si improvvisano per ciò che non sono, e questo avviene in tutti i campi. Negli anni abbiamo verificato una “disaffezione” da parte delle Bande verso le manifestazioni che, invece, dovrebbero dare loro fiducia: parlo dei Concorsi e delle Giornate di Classificazione. A nostro parere, ciò è stato causato da una non uniformità di giudizio a livello nazionale (diversi i parametri utilizzati), ma soprattutto da un’inflazione di Concorsi improvvisati, che non offrivano garanzie di serietà. Uno degli aspetti contestati riguarda la preparazione dei giurati. Abbiamo visto di tutto, nella composizione delle varie giurie (e qui mi fermo per evitare inutili polemiche). Di conseguenza abbiamo promosso l’istituzione di un Albo nazionale dei Giurati, il quale dia adeguate garanzie di preparazione, competenza, uniformità e serietà. Tale organismo è completamente autonomo dal TP, pur collaborando strettamente con esso, e si autogestisce totalmente. Ecco che, quindi, le varie organizzazioni possono attingere da tale Albo i nominativi dei componenti della propria giuria con assoluta tranquillità. Di più: se le organizzazioni fanno ciò, rispettando anche una serie di indicazioni concordate tra Concorsi e TP, esse possono godere di una sorta di “attestato” di qualità rilasciato alla manifestazione da parte del TP stesso. Riteniamo che anche questo lavoro sia rivolto nell’interesse delle Bande le quali, per prepararsi seriamente ad affrontare un Concorso, investono soldi, tempo ed energie. Esse hanno quindi il diritto di essere rassicurate circa la serietà e la qualità della manifestazione alla quale partecipano. I requisiti per l’adesione all’Albo si possono trovare sul sito del TP (www.tavolopermanente.org), nel quale viene ospitata una parte gestita autonomamente dall’Albo stesso.

Troppe persone prendono una bacchetta in mano senza avere un’adeguata preparazione: è prevista anche la costituzione di un “Albo dei Direttori di banda”? Quali potrebbero essere i requisiti per farne parte?
Anche questa è una discussione in essere, iniziata già da un paio di anni. Cresce l’esigenza e la consapevolezza, da parte delle Bande Musicali, di avvalersi della collaborazione di Direttori preparati e non improvvisati (essere dotati di un diploma di Conservatorio non significa automaticamente saper dirigere). Nel nostro Paese, la formazione dei Direttori di Banda è basata sull’intraprendenza delle Federazioni locali, alcune delle quali hanno organizzato ed organizzano dei veri e propri corsi di durata annuale e sviluppati su più livelli nell’arco di alcuni anni. Esistono anche casi lodevoli (ancora troppo pochi!) in cui tale formazione viene effettuata da alcuni Conservatori (Milano, Trento, Udine, Cosenza), ma ciò avviene grazie all’intraprendenza di qualche docente locale, più che ad una scelta di campo convinta da parte di tali Istituzioni scolastiche. Come e quando nascerà un “Albo dei Direttori”, quali saranno i requisiti necessari per farne parte e quant’altro saranno sicuramente argomenti discussi, condivisi ed approvati assieme agli esperti del settore.

Parliamo delle “Giornate di classificazione”: cosa sono, come nascono, quali indicazioni avete fornito alle varie associazioni per la realizzazione, e che utilità e benefici possono ricavarne le bande tramite la partecipazione alle stesse.
Lo scorso anno, consci dell’importanza di “sbloccare” la paludata situazione italiana, le Federazioni del TP hanno approvato una regolamentazione tesa a divulgare ed armonizzare il più possibile la realizzazione delle “Giornate di Classificazione” su tutto il territorio nazionale. Queste “Giornate” sono un utilissimo strumento: la Banda si presenta a questa manifestazione che non è un Concorso, si esibisce con il proprio organico ed ottiene dalla Giuria l’assegnazione in una delle cinque Categoria esistenti in Italia (Terza, Seconda, Prima, Superiore, Eccellenza), a seconda del livello qualitativo raggiunto dal proprio gruppo. Inoltre viene fornita una scheda tecnica su cui sono riportati i punti di forza e quelli deboli, con tanto di consigli per migliorare. Non c’è nulla da vincere in tali manifestazioni, quindi è inutile, e controproducente, presentarsi con organici “gonfiati”. Viceversa, un sano ed onesto confronto con esperti del settore è utilissimo per la crescita artistica della Banda. Anche in questo caso la regolamentazione unica a livello nazionale, così come i parametri comuni di giudizio e l’utilizzo dei componenti dell’Albo Nazionale dei Giurati, sono a garanzia di serietà e competenza nei confronti dei gruppi partecipanti.

Veniamo ai concorsi di esecuzione e composizione: cosa ne pensi dei concorsi che vengono organizzati in Italia? Quali i paragoni con le realtà estere?
I Concorsi sono da considerarsi un’opportunità per le Bande. Alcuni, però, non offrono alcuna garanzia di serietà e valore. Così anche quelli che lavorano seriamente ne risentono, dato che poi si fa di tutta l’erba un fascio. Sarebbe interessante riuscire a creare una sinergia tra i due tipi di concorso, nel senso che i brani risultati vincenti in quelli di Composizione venissero poi inseriti come brani d’obbligo in quelli di esecuzione: ci stiamo lavorando…
E per quanto riguarda l’estero, personalmente condivido molto la realtà svizzera: la Banda, ogni quattro anni, si deve obbligatoriamente presentare alla “Festa Federale”, se vuole mantenere i contributi assegnati dallo Stato. E’ semplicemente un discorso di serietà: chi lavora veramente deve essere premiato.

Sappiamo che, d’accordo con le varie Organizzazioni, state delineando delle linee guida, appunto, anche in questo settore: in cosa consistono?
Stiamo lavorando affinché si giunga ad una forma di “autoregolamentazione” sottoscritta tra i maggiori Concorsi Italiani, e riconosciuta dal TP. I particolari saranno resi noti quando si giungerà alla sottoscrizione dell’accordo tra le Organizzazioni, controfirmato anche dal TP per riconoscerne il valore. Posso anticipare che, come già detto in precedenza, si punterà a garantire il livello qualitativo della manifestazione ad ogni Banda partecipante. E il TP sarà garante di ciò apponendo un proprio “sigillo” di garanzia sul bando di concorso.

E se qualche organizzazione volesse fare comunque di testa sua?
Non si obbliga nessuno ad aderire all’autoregolamentazione appena esposta. Così come non si ricerca l’unanimità a tutti i costi. L’iniziativa partirà con chi ci sta: la si potrà aggiustare in corsa, ma si parte lo stesso. Di sicuro non concederemo il “sigillo” di garanzia a chi non risponde ai requisiti decisi e concordati tutti assieme.

C’è collaborazione, da parte delle case editrici nostrane, alle iniziative intraprese? Eventualmente, quale strada si potrebbe seguire?
Sono tre anni che contattiamo tutte le Case Editrici per formare le liste annuali dei brani d’obbligo da utilizzare nelle “Giornate di Classificazione”. Nel passato c’è stata una buona risposta. Sono stati scelti tre brani per categoria, esclusivamente sulla base di valutazioni artistiche, da parte di un gruppo di esperti. La prima Commissione formata per tale compito, di durata biennale, ha lavorato in modo egregio: i tre membri non erano conosciuti da nessuno salvo che dal sottoscritto, non si conoscevano tra loro, ed hanno svolto il loro lavoro in modo del tutto gratuito. Colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente: sono i M° Andreoli, Mandonico e Tamanini. Ora l’Albo Nazionale dei Giurati ci fornirà un nuovo terzetto di esperti, scelti tra i propri componenti, con i quali inizierà il nuovo impegno biennale. Speriamo, quindi, che le Case Editrici continuino nella loro collaborazione: dobbiamo superare quelle fratture che, in questi anni, hanno diviso il nostro ambiente. Se vogliamo ottenere risultati concreti dobbiamo mostrarci compatti tutti quanti, nel rispetto dei reciproci ruoli.

Non sarebbe male dare una “certificazione di qualità” anche in questo settore. C’è qualche iniziativa a riguardo?
Il TP sta promovendo l’istituzione delle nuove tabelle di riferimento per la Classificazione dei brani: divisi per livello di difficoltà, sono riportati tutti quei dati tecnici che permettono di capire come il brano analizzato si inquadra. Tale strumento sarà di prezioso aiuto anche ai compositori meno “addentro” al mondo bandistico per capire come operare. Per il resto, una volta messe a disposizione queste indicazioni di merito, ogni direttore potrà usare le tabelle per capire se il proprio gruppo può affrontare, o meno, un determinato brano. Invece penso che il rilascio di una “certificazione di qualità” dei brani non rientri tra i compiti delle Federazioni: la differenza la lasciamo fare al libero mercato.

Facciamo il punto della situazione: quali le migliori soddisfazioni per le iniziative sinora intraprese? Siete a buon punto, o c’è ancora molta strada da fare rispetto agli obiettivi prefissati inizialmente?
Proprio in questi giorni sono alle prese con le proposte di legge prima elencate ed in contatto coi relativi estensori. Una giungla!
Spero vivamente che i politici interpellino i diretti interessati, prima di promulgare una legge che non risponde alle nostre esigenze. Ma soprattutto spero siano disponibili a variare ciò che deve essere variato! E tutto questo avviene proprio quando eravamo quasi riusciti a far passare una linea di pensiero comune ad entrambi gli schieramenti… Insomma, quasi si riparte da zero… Notizie più concrete le avremo dopo il citato incontro del 7 Ottobre al Ministero dei Beni Culturali. Tutto ciò dimostra la situazione di precarietà nella quale noi, e le Bande in generale, ci troviamo ad operare. Per carità, nella peggiore delle ipotesi le Bande sopravviveranno anche a questo, ormai sono abituate, dopo cinquant’anni di abbandono…
E quali sono le maggiori soddisfazioni ottenute in questi anni? I comma approvati nelle varie leggi Finanziarie, il conoscere e dialogare con molte persone di varie parti d’Italia appassionate, come me, della Banda, vedere Muti dirigere il gruppo dell’amico Managò… Ma comunque ogni piccolo risultato ottenuto, nelle condizioni in cui operiamo, credimi, è veramente una grandissima soddisfazione.

Ai vostri incontri sono presenti rappresentanti delle Associazioni di categoria di tutta Italia: supponiamo che sia abbastanza oneroso, date le distanze geografiche, partecipare agli stessi, ma evidentemente c’è molta voglia di rinnovamento e tanta passione. E’ un’analisi corretta? E come vi siete organizzati?
Ogni Federazione si sobbarca le spese di trasporto, vitto e alloggio dei propri delegati. Inoltre, come già detto in precedenza, i nostri lavori sono aperti anche a realtà vive, magari non ancora costituite legalmente, ma che interessano una vasta parte dell’Italia. La loro partecipazione indica una grande voglia di crescita, di rinnovamento, di partecipazione. E tanta, tanta passione. Due volte all’anno ci ritroviamo per discutere e fare il punto della situazione circa le iniziative intraprese. E credimi, non c’è proprio di che stancarsi!

Come vedi la situazione bandistica italiana attualmente? Quali le differenze rispetto al 2000, anno di nascita del Tavolo Permanente?
Trovo grande fermento, negli incontri ai quali partecipo organizzati nelle varie regioni dell’Italia. Purtroppo il nostro ambiente è ancora troppo diviso, e ciò non gioca a nostro vantaggio. La collaborazione che esiste tra le Federazioni del TP è ottima, ma alcune volte, nelle nostre iniziative, ci ritroviamo dei “bastoni tra le ruote” messi da soggetti terzi… e la voglia di impegnarti rischia di sparire. Per fortuna, sinora la passione ha la meglio. Comunque vedo aumentare la crescita di una sostanziale consapevolezza, da parte di un numero sempre più crescente di persone, che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per cambiare la situazione nella quale ci troviamo. Non bisogna accettare passivamente lo stato attuale. E se poi non riusciremo a cambiare le cose… beh, almeno ci avremo provato.

E rispetto all’Estero, riferendoci alle nazioni notoriamente più avanzate dal punto di vista bandistico, quanta strada c’è ancora da percorrere?
Fammi la domanda di riserva… A parte la battuta, dobbiamo ancora far conoscere l’esperienza estera a moltissime Bande italiane. E ciò non per apparire “esterofili”, ma per far comprendere le potenzialità dell’organico strumentale denominato “Banda Musicale”. Per fortuna esistono gruppi e zone, qua e là per l’Italia, che hanno già avviato un percorso di crescita artisticamente corretto da anni, ma sono lodevoli eccezioni… e il lavoro da fare, a livello generale, è veramente ancora tanto! Personalmente ho constatato quanto ottenuto in Oriente, e precisamente a Taiwan, lavorando seriamente ed in modo artisticamente e didatticamente corretto: in una decina di anni l’intero movimento bandistico nazionale ha fatto passi da gigante! E da noi, invece, si perde ancora tempo discutendo di quale Banda sia la migliore, o quale direttore, ecc.. Tutte beghe da retrobottega che non portano da nessuna parte, salvo sortire l’effetto di dividere invece che di unire.

Grazie per aver risposto alle nostre domande. Vuoi aggiungere qualcosa, oltre a un saluto per i lettori?
Sentiamoci dopo il 7 Ottobre e ti dirò com’è andata a finire al Ministero a Roma. E’ giusto che tali informazioni vengano condivise con tutti quanti. Solo lavorando insieme possiamo costruire il nuovo, in Italia. E quindi mi auguro che tanti lettori facciano la loro parte, anche nel piccolo della loro realtà: perché le cose si cambiano partendo dalla base.