Intervista ad Angelo Bartolini

Incontriamo il direttore artistico del Concorso “La Bacchetta d’Oro” e vincitore del Concorso Nazionale di Composizione di una marcia indetto dalla Boario Ed. Musicali

Salve Angelo, benvenuto su MondoBande. Prima di addentrarci in argomenti più tecnici, ad ogni nostro ospite poniamo una domanda di rito per fare in modo che i nostri Utenti possano conoscerlo meglio: parlaci un po’ di te e della tua formazione musicale.
Ciao Giuseppe, prima di ogni cosa vorrei salutare gli Utenti di MondoBande.
Ho cominciato molto presto a suonare il Sax baritono, strumento che amo, nella Banda del mio paese; le prime lezioni di musica me le ha date mio padre Luigi, per tutti nonno Giggi, il quale ha creduto bene di convogliarmi fin da subito alla musica. La stessa mi permetteva di trascorrere delle ore piacevoli fuori dai luoghi comuni. Ricordo che a quel tempo (metà anni ’60) non avevamo la macchina, in casa non c’era la televisione, solo la radio ed il giradischi, difficilmente si superavano le ore 21 e si andava a dormire molto presto; per cui il partecipare alle prove, ai concerti e servizi ti allungava la giornata. Far parte della banda musicale ti faceva assumere un ruolo importante fra gli amici: a differenza loro, andavo in giro a suonare, uscivo dal quartiere e dalla città, andavo a conoscere nuovi posti, nuovi paesi, e qualche volta mi ritrovavo anche qualche soldino in tasca, e ciò era molto importante e mi poneva in una situazione dominante e di rispetto. Tornando alla formazione musicale, mi ritengo un pluristrumentista, perché negli anni ho intrapreso lo studio di più strumenti musicali; ho cominciato ad incuriosirmi ed approfondire lo studio di strumentazione ed arrangiamento per banda molto presto, all’età di 15 anni, con il M° Gino Piastrelloni, insegnante presso il Conservatorio di Bologna e Maestro della banda di Imola (BO), il quale ogni anno, durante le ferie, veniva a suonare nella nostra banda. Ciò non mi era sufficiente perché il tempo era poco, per cui, in accordo con altri amici, vista la necessità impellente di fare musica e non solo bandistica (avevamo anche un gruppo rock), avanzammo una richiesta comune ad alcuni politici locali, dimostratisi attenti e lungimiranti, e in breve tempo riuscimmo ad ottenere l’apertura di un liceo musicale, che da lì a poco si trasformò in uno dei più grandi e funzionali Conservatori d’Italia, il “Licinio Refice” di Frosinone. Il nostro sogno era diventato realtà, si cominciava a studiare sul serio.
Ho intrapreso e approfondito lo studio dell’armonia e di diversi strumenti musicali quali Tromba, Oboe, Flauto, Sax e per ultimo il Clarinetto, strumento con cui mi sono diplomato. Dopo mi sono arruolato ed ho militato nell’Arma dei Carabinieri, per un periodo di circa 10 anni, dapprima nella Fanfara e a seguire nella Banda: esperienza che considero unica, formativa sotto ogni aspetto, sia professionale che umano. Tolta la divisa, ho deciso di passare all’insegnamento nelle scuole statali: ciò mi ha aperto nuovi orizzonti e vedute, ho conseguito l’abilitazione ed il ruolo, mi sono iscritto alla SIAE come compositore e arrangiatore e, a seguire, sono stato chiamato a dirigere ed organizzare numerose scuole di musica della provincia, finalizzate alla formazione di bande musicali. La prima esperienza nel 1983 “Giuliano di Roma” (FR), nel 1985 “Villa S. Stefano” (FR), nel 1988 “Collepardo” (FR), nel 1992 Pofi, nel 1993 Ripi (FR): queste realtà sono nate grazie alla collaborazione fra le associazioni Bandistiche da me fondate e le scuole statali, elementari e medie; oso definirmi un precursore dei tempi, proponendo e realizzando quei progetti didattici che oggi sono il fondamento esclusivo delle scuole dei nostri giorni. La Banda Giovanile: è questa la sintesi del lavoro svolto in questi anni, ma è anche questa la molla che mi ha spinto a riprendere la composizione e la strumentazione, avendo continue esigenze di arrangiare e adattare al mio organico le parti del nostro archivio (ricordo che molte di esse provenivano da arrangiamenti per grande Banda rimediati qua e là).
Negli anni ’80 non erano ancora diffuse  le edizioni musicali ed è solo dopo alcuni anni (nel 1990) che, grazie ad una più capillare distribuzione di queste e delle informazioni legate al mondo delle Bande, per puro caso mi sono trovato a partecipare al II Concorso Internazionale per Banda “Il Flicorno d’Oro”: esperienza per me dirompente, che mi ha permesso di conoscere un nuovo modo di concepire la Banda e di fare musica con essa, ed è da questa partecipazione che è nato l’input per realizzare nel 1997 il Concorso Nazionale per Banda “La Bacchetta d’Oro”, l’unico Concorso Nazionale riconosciuto che si tiene in Centro Italia.
Tornando a noi, nei ritagli di tempo ho scritto circa quindici marce ed alcuni pensieri musicali, compreso alcuni scherzi per bambini, e fra queste anche Villa Santo Stefano, marcia caratteristica vincitrice del Concorso Nazionale di composizione una marcia per Banda “Massimo Boario”, bandito dalle edizioni musicali Boario. Un  risultato inatteso e molto gratificante che mi ha proiettato in una nuova dimensione: essere annoverato e citato come compositore a livello Nazionale, uno status del tutto inaspettato e mai cercato, visto che non avevo mai pensato di rendere pubbliche le mie composizioni. Negli anni ho collaborato con le più importanti reti televisive nazionali, partecipando a show televisivi come Scommettiamo Che?, Giorno di Festa, I Fatti Vostri, Maurizio Costanzo Show, Buona Domenica.
Sono fondatore e Vice Presidente, nonché Direttore Artistico, dell’U.M.C. (Unione Musicale Ciociara), associazione per la promozione e divulgazione della Musica e dello Spettacolo; Direttore Artistico del Concorso Nazionale per Banda “La Bacchetta d’Oro”; fondatore e Presidente dell’U.M.P., Unione Musicale provinciale, una federazione di Bande, Cori e Orchestre a Fiati della Provincia di Frosinone. Attività che mi hanno gratificato, e reso orgoglioso di avere un certo seguito fra le Bande della provincia e non solo.

Dunque, fra le varie attività che hai elencato sei noto per essere il direttore artistico del concorso “La Bacchetta D’oro” che si tiene nel Lazio. Qual è il ruolo del direttore artistico in questi eventi? Puoi descrivere la tua attività dal momento in cui si pensa al bando fino alla conclusione?
Prima di risponderti permettimi una premessa. Ho conosciuto i concorsi per Banda nel lontano 1989/90, quando si svolse, credo, il primo concorso nazionale, “La Banda dell’anno”: si teneva presso i capannoni espositivi della fiera di Pesaro, in occasione dell’anno Rossiniano e della prima mostra internazionale degli Strumenti ed Edizioni Musicali per Banda. Ebbi modo di vedere le più belle ed organizzate Bande di tutta Italia; un vero spettacolo ma, nonostante tutto, quel concorso non mi lasciò alcun segno o impressione particolarmente accattivante, solo un senso di confusione e sovrapposizione di esibizioni, forse perché tenute in luoghi non idonei. Solo due anni dopo, alla II Edizione del “Flicorno d’Oro” di Riva del Garda, ebbi modo di scoprire come era strutturato un vero Concorso per Banda: organizzazione, serietà, luoghi idonei per ascoltare e gustare la musica, sala da concerto, esposizioni di strumenti e cataloghi musicali, etc. L’impressione avuta fu tale e positiva che, per alcuni anni, ho covato l’idea di realizzarne uno simile in centro Italia, in Ciociaria.
Passando alla domanda specifica affermo che il lavoro del Direttore Artistico è fondamentale nell’organizzare e nel portare avanti qualsiasi attività finalizzata alla buona riuscita di un concorso, ed esso si divide tra lato organizzativo e lato artistico/musicale. Dopo aver diffuso e aggiornato il Bando si passa immediatamente al lato organizzativo: la struttura, che sia un teatro o un Auditorium, deve obbligatoriamente rispondere a dei requisiti ben precisi di acustica e funzionalità, inoltre deve essere supportato da Sala accoglienza, Ufficio, sala di pre-riscaldamento con eventuali box dove poggiare le custodie e gli strumenti, salone teatro, passaggio di accesso ed uscita dal palco, con la possibilità di effettuare delle prove di acustica e posizionamento sul palco dove si terrà il concorso, cosa che personalmente ritengo di fondamentale importanza per le bande giovanili e/o le bande che per la prima volta affrontano un concorso. Riguardo il secondo punto, l’aspetto musicale, il lavoro è alquanto complesso e delicato, sia per la scelta dei pezzi d’obbligo, sia per la valutazione dei pezzi a libera scelta che le Bande ci propongono. Riguardo la scelta dei pezzi d’obbligo da inserire nelle varie categorie, sarebbe opportuno che più concorsi condividessero gli stessi brani, adottandoli tutti o in parte, in modo da dare alle Bande l’opportunità di abbattere i tempi di studio e di conseguenza i costi di preparazione; inoltre bisogna dare la possibilità di essere valutati e consigliati da più Giurie esperte e capaci. Non so se sono stato abbastanza chiaro, ma credo che di questo se ne debba parlare, visto che allo stato attuale stiamo condividendo un Bando di Concorso, comune a tutti gli aderenti al T.P. (Tavolo Permanente, N.d.R.), dei Concorsi per Banda Italiani. Ritengo fondamentale la cooperazione fra tutti gli addetti ai lavori, visto che l’esperienza ci insegna che andare da soli fa fare poca strada.

L’edizione conclusasi da poco è la dodicesima: sicuramente sarai molto orgoglioso dei risultati ottenuti. Hai notato se nel corso di questi anni  ci sono stati miglioramenti o peggioramenti nel livello delle esecuzioni dei gruppi musicali partecipanti?
Certamente, sono molto soddisfatto ed orgoglioso dei risultati ottenuti in questi anni: basta leggere l’Albo d’Oro, fin dalla prima edizione non si è mai scesi al di sotto delle 15/16 iscrizioni, segno tangibile di rispetto ed affezione da parte del mondo bandistico a “La bacchetta d’Oro”. Passando al livello delle esecuzioni, secondo me, le bande che oggi frequentano i concorsi, stanno rispecchiando appieno il nostro periodo storico/culturale; il livello generale è cresciuto e lo si denota dalle Bande, che provengono da sempre più Regioni Italiane. Le stesse si dividono in Bande che hanno raggiunto la consapevolezza e del proprio ruolo e livello musicale; Bande ancora non del tutto formatesi a tale livello, che si stanno adeguando, frequentando corsi di formazione e concorsi; Bande capaci di esprimere livelli musicali eccellenti, che stanno proseguendo nel cercare di migliorarsi.
Ricordo le prime edizioni, era una lotta per cercare di accaparrarsi un qualsiasi risultato: chi aveva preso questo e/o quello, musicista e/o strumentista, chi aveva questo strumento,       chi si alzava da una sedia per poi sedersi subito dopo in un’atra, chi si cambiava divisa, etc… Questo, per fortuna, nel corso degli anni è scemato progressivamente, e sempre meno sono le bande ed i maestri che agiscono così. Le Bande che partecipano alle tre categorie, escludendo le giovanili, vengono con organici propri, per fortuna vengono integrati sempre meno rinforzi (Professionisti, Militari, Orchestrali), e gli stessi non sono più dominanti ed essenziali come nel passato, per cui la formazione presentata, molto spesso, si riconosce nei propri elementi che la compongono e la impreziosiscono da sempre. Aggiungo che finalmente i Maestri e/o i Presidenti si stanno rendendo conto che tali “aggiunti” (rinforzi), se non perfettamente integrati nel gruppo, molto spesso squilibrano l’assetto della Banda danneggiandola, sia musicalmente che economicamente, e che non è sempre di vitale importanza ottenere risultati a tutti i costi.
Il livello delle Bande sta aumentando anche grazie alle dirigenze, che si stanno rendendo conto dell’importanza dello studio comune e della figura professionale del Maestro. Posso affermare che la vera scoperta ed innovazione viene dalle Bande Giovanili, le mie preferite visto che sono stato il primo ad inserire stabilmente questa Sezione Speciale nei concorsi a categorie. Le stesse, anno dopo anno, stanno producendo dei risultati sorprendenti e molto gratificanti, direi inattesi sotto l’aspetto musicale. Un plauso va ai Direttori delle scuole ed ai Presidenti delle Federazioni e delle Bande che appoggiano e sostengono queste iniziative: anche qui pian piano si va affermando il concetto di scambio di esperienze e risorse umane finalizzate all’insieme e non al solo gruppo dominante composto dai più dotati.

In tutti i concorsi italiani, i vincitori hanno un beneficit di immagine e di guadagno, per esempio la vincitrice del concorso “Miss Italia”, oltre ad avere contratti pubblicitari, viene scritturata come ospite in altri concorsi di bellezza o in programmi televisivi. La banda vincitrice di un concorso bandistico, quali benefit trae?
Sarebbe auspicabile che anche con le Bande si usassero gli stessi criteri, ma purtroppo per noi organizzatori, non avendo alle spalle Istituzioni o Sponsor importanti che ci offrono queste opportunità, siamo costretti nostro malgrado ad adottare il sistema vigente. La Banda che riesce ad aggiudicarsi un qualsiasi piazzamento, spesso come premio riceve buoni acquisto per partiture o strumenti musicali, molto utili ma non sufficienti ad incidere sull’economia della stessa. Le bande si iscrivono solo e semplicemente per essere valutate musicalmente, per confrontarsi e cercare di crescere. Molti sono i fattori importanti e determinanti: il più immediato è l’effetto studio, il miglioramento del tasso tecnico strumentale con l’applicazione continua; lo sviluppo del senso di appartenenza, con la consapevolezza di fare gruppo, la voglia di esserci e di dire “c’eravamo anche noi”; la verifica del livello musicale della Banda, chi siamo realmente, a quale categoria possiamo ambire, etc.. Posso affermare che, purtroppo, il partecipare ad un concorso non porta la propria Banda a guadagni materiali immediati e/o ad effettuare più concerti e/o più servizi musicali, ma solo alla gratificazione e all’orgoglio personale: ad oggi non conosco alcuna realtà che ne abbia tratto un vantaggio diretto, sotto l’aspetto del guadagno materiale.

A cosa serve quindi un concorso? Una banda che partecipa che cosa si porterà dietro nel tempo, oltre le fotografie e gli eventuali  premi?
La sensazione dell’esperienza vissuta, il mettersi sempre in gioco, non riposare mai sugli allori, avere l’ardimento di misurarsi in continuazione con sè stessi, con le proprie capacità, coi propri limiti, accettare di sottoporsi al giudizio dei giudici e del pubblico, la voglia di tornare a farne subito un altro.
Parliamo un attimino di costi. Una banda con un organico medio, composta per esempio da 35 elementi, oltre il prezzo dell’iscrizione ha un onere assai gravoso: pulmann, alloggi, ristorante, etc… Molte bande si rifiutano di spostarsi dalle proprie sedi e partecipare ai concorsi, spesso distanti dalla propria località, proprio perché non possono farsi carico di tali spese, e anche chi vince i primi posti non recupera le spese. Come si potrebbe superare questo problema? In generale i costi si aggirano intorno a € 12.000,00 / 15.000,00 per un soggiorno di tre giorni per una Banda che proviene da fuori Regione. Non essendoci soluzioni immediate per agevolare tale problema, dovremmo intervenire noi organizzatori e/o associazioni di categoria, tramite dei fondi specifici, Statali, Regionali e/o Provinciali, da devolvere alle Bande come bonus di contributo alle spese. Purtroppo a mio sapere non esistono leggi o fondi a tal proposito o, se esistono, al sottoscritto, sotto l’aspetto di organizzatore, non sono mai arrivati; per cui ci affidiamo al solo modo che conosciamo, il volontariato. Come detto i premi non copriranno mai alcuna spesa nè aiuteranno le associazione musicali a superare i costi di un concorso. Sarebbe opportuno che qualche Ente o Sponsor importante pubblico, devolvesse alla cultura Bandistica dei fondi specifici per tali attività; una volta alcune Regioni Autonome avevano nel loro ordinamento delle leggi speciali per tali fini, ma purtroppo anche quelle sono state abrogate! Almeno in base a ciò che so e che mi hanno riferito, è così!

Come giudichi i contributi e le collaborazioni da parte degli Enti Locali? Noti un interessamento serio?
Assolutamente inesistenti, non mi risulta che alcun ente eroghi dei fondi specifici per le bande musicali, sotto l’aspetto della formazione e della didattica musicale. Ci sono a disposizione solo pochi fondi erogati a pioggia, che non si vogliono destinare a quelle associazioni o scuole che realmente lavorano, basti dire che non si riesce a far varare una legge che regolamenti l’intero sistema banda in Italia, solo proclami e circolari ministeriali. Riguardo ai concorsi, a complicare le cose si ci è messa l’attuale crisi economica, lo si denota dal fatto che moltissime bande hanno dovuto optare per soluzioni molto restrittive, alcune rinunciando a partecipare, causa i pochi fondi a disposizione, e altre che, pur di non rinunciare al mettersi in gioco, sono arrivate e ripartite nel giro di poche ore, dovendo correre ad effettuare servizi il giorno dopo in modo da recuperare fondi utili. Cosa che costa molto alla crescita delle Bande e soprattutto ai giovani i quali dovrebbero poter vivere tutto il concorso, soprattutto ascoltando tutte le prove, in quanto è un insegnamento indiretto utile a renderli consapevoli del livello musicale della propria e delle altre Bande musicali.

Il concorso “La bacchetta d’oro”, oltre che premiare le migliori performances bandistiche, propone un premio speciale per il miglior direttore. Non credi che qualche maestro con ottime qualità possa essere svantaggiato da un organico di minori possibilità, o viceversa un maestro meno bravo si avvantaggi con un organico eccellente?
Con il premio “La Bacchetta d’Oro” ho sempre inteso stimolare e premiare quei Maestri che studiando si migliorano ed evolvono con la propria Banda. Se si consulta l’Albo d’Oro si può notare che in alcune edizioni il premio non è stata assegnato, perché non ci sono stati i requisiti necessari, con relativo punteggio, per vincerlo, e ciò è previsto dal regolamento; preciso che le Bande che raggiungono i migliori punteggi vincono il Trofeo dell’Unione Musicale Ciociara ed i premi di categoria.
Non credo assolutamente che i Maestri vengano penalizzati da un organico di minori dimensioni: se ciò avviene, è colpa esclusiva del Maestro, perché non ha saputo adeguare la Banda alla prova, si studia anche per questo. Nel caso opposto i Maestri che non sanno bilanciare il proprio organico e spesso eccedono con raddoppi di strumenti e musicisti, sono destinati ad essere penalizzati: il numero non fa la qualità di una Banda.

Ho notato, guardando l’Albo d’Oro, come non vi sia mai un numero costante di bande partecipanti, e negli ultimi anni va addirittura riducendosi. Pensi che questo sia un campanello d’allarme per il mondo bandistico italiano?
A questa domanda penso di aver indirettamente risposto già, ma voglio aggiungere che purtroppo, nonostante la crisi, il nostro settore al contrario si sta inflazionando, nascono sempre più associazioni che organizzano nuovi concorsi, dove lo spettacolo in piazza ed i premi messi in palio sono l’obiettivo principale, sminuendo così l’importanza primaria che è l’acquisizione di un punteggio e la serietà del giudizio. Consiglierei a questi organizzatori di non chiamarli Concorsi Regionali, Nazionali o Internazionali, ma con il loro vero nome, Rassegne e/o Raduni, Festa della Musica, Note sotto le Stelle, etc.. Purtroppo molti organizzatori di eventi simili, non avendo esperienza del settore specifico, pur di differenziarsi copiano Bandi/Regolamenti proponendo innovazioni musicali senza alcun criterio, spesso in giuria invitano autori, compositori, direttori o musicisti, purché di chiara fama, cercando tramite il loro nome di convogliare e convincere più bande possibili a partecipare. Purtroppo anche senza volerlo vengono affermate situazioni, criteri di giudizio e/o comportamenti alquanto dubbi, si lanciano falsi messaggi, senza pensare che ciò può arrecare danni irreversibili a quelle Bande meno esperte che partecipano per la prima volta a quello che credono essere un Concorso, producendo l’effetto che alcuni di essi non vengono chiamati più “concorsi”, bensì “ricorsi”. E questa per me è la causa maggiore che sta danneggiando il settore, non quella della crisi finanziaria che tutt’al più ci sta limitando. Bisogna saper scegliere a monte cosa voler fare, posso dire che ciò a suo tempo mi è stato consigliato ed io ho scelto.

Sempre osservando l’Albo ho avuto modo di constatare che alcuni direttori o bande partecipanti non arrivino al punteggio necessario per l’assegnazione dei primi posti. Secondo te c’è ancora molto da lavorare? E se si, su cosa?
Questo è verissimo; rischio di ripetermi, ma non si possono raggiungere buoni risultati senza un’applicazione ed uno studio continuo, da ambo le parti, perchè sono il frutto di anni di lavoro. Al contrario penso che per raggiungere i 90 punti utili ad ottenere il primo premio in qualsiasi concorso, una Banda deve essere come l’equipe della Ferrari, efficiente ed affiatata. Il confronto e la partecipazione a più concorsi deve essere la molla trainante per fare esperienza, sempre sapendo scegliere fra quei Concorsi che tendono alla valorizzazione delle Bande; aggiungo che noi organizzatori, in quanto tali, siamo dispiaciuti di non poter assegnare sempre i premi messi in palio ma, come detto in precedenza, se non si ottiene il punteggio, il premio non può essere assegnato. Non lo si deve dare a tutti i costi, non siamo mica la lotteria Italia.

Qual è il criterio che stabilisce l’iscrizione di una banda ad una categoria prestabilita?
E’ il grado di difficoltà dei pezzi che il maestro intende affrontare.  Scegliere una categoria che si ritiene propria dopo averne provato i pezzi d’obbligo, verificare con gli elementi della banda le reali aspettative e capacità del complesso: questo compito è affidato essenzialmente al maestro ed alla sua esperienza. Un consiglio che mi sento di dare ai direttori è quello di organizzare uno o più corsi di formazione con la propria banda, affidandosi a maestri esperti che possano consigliarli e guidarli sul da farsi, ma senza che gli stessi preparino la Banda e i relativi brani del concorso, cosa alquanto ricorrente, aggiungerei irreale e pacchiana. Se si hanno dubbi e remore sulle reali potenzialità della banda, uno dei metodi più diretti e sicuri per cominciare ad impattare un concorso è scegliere di partecipare alle Sezioni Speciali, ai Concorsi di Qualificazione o Classificazione. I risultati ultimi ci danno ragione.

La scelta dei giurati come avviene? Ti attieni alle liste della WASBE o di quelle delle nostre organizzazioni?
Nel mio caso specifico ho un metodo preciso, acquisito e collaudato  da tempo: in primis mi affido alla mia esperienza professionale e conoscenza diretta dei giurati; gli stessi sono inseriti in una lista e poi concordata con il presidente di giuria, il quale contatta direttamente i giurati e fissa con essi le modalità ed i criteri. Quello di affidarsi alle liste delle varie organizzazioni potrebbe essere una strada percorribile, ma è tutta da verificare, e al momento non lo sto prendendo in considerazione.

E la scelta dei brani?
La scelta dei brani d’obbligo è legata al fattore Sponsor, ma ci tengo a precisare che gli stessi non interferiscono assolutamente sulla scelta dei brani che verranno banditi. Una volta assegnate alle case editrici le Categorie e le Sezioni Speciali, passo ad esaminarli: gli stessi devono rispondere a requisiti ben precisi ed essere possibilmente inediti o di recente pubblicazione. Una volta selezionati vengono vagliati dalla Giuria del concorso e da una mia equipe di collaboratori, i quali forniscono il loro giudizio. Già da diverse edizioni è intento de “La Bacchetta d’Oro” condividere con il “Flicorno d’Oro” alcuni dei brani d’obbligo comuni nelle tre categorie e/o sezioni Speciali, cercando di creare un filo comune tra i Concorsi Nazionali ed Internazionali.

Sei stato uno dei primi che ha inserito la categoria giovanile in un concorso. Come vedi questi ragazzi che oggi sono il vivaio delle orchestre di domani?
Posso affermare che la vera scoperta ed innovazione viene dalle Bande Giovanili, le mie preferite, visto che sono stato il primo ad inserire stabilmente questa Sezione Speciali nei concorsi a categoria. Le stesse stanno dimostrando che la scelta di puntare su di esse è stata azzeccata e lungimirante: i risultati e punteggi che si stanno ottenendo confermano quanto di buono si sta facendo per il futuro delle nostre Bande. Un plauso va ai Direttori delle Scuole ed ai Presidenti delle Bande delle Federazioni, che appoggiano e sostengono queste iniziative: anche qui pian piano si va affermando il concetto di scambio di esperienze e di risorse umane, finalizzate all’insieme e non al gruppo dominante composto dai più dotati.

L’anno scorso hai inserito la categoria “Orchestra di Fiati”. Quasi tutti i nostri esperti sostengono che banda e orchestra di fiati siano la stessa cosa. Tu pensi che siano due cose diverse ?
Per essere più precisi, la mia iniziativa è stata una provocazione rivolta ad alcuni Maestri e/o Presidenti, visto che alcuni di essi, pur di vincere ed affermare il loro essere, adottano un sistema alquanto singolare, quello di costruirsi le bande da concorso con elementi provenienti da più realtà musicali, chiamandole Orchestre di Fiati. Spesso queste formazioni sono composte esclusivamente da professionisti (per professionisti intendo coloro che fanno la professione di musicisti stabili in orchestre o Bande Militari) per cui si presume siano superiori per tasso tecnico, rispetto alle Bande di paese; ma, pur di vincere, spesso si presentano in categorie inferiori, togliendo di fatto la possibilità alle Bande di categoria di fare risultato. Preciso che queste realtà ci sono e sono legali, ma non potrebbero partecipare ai concorsi, visto che i bandi mettono dei limiti ben precisi nei componenti e nella struttura delle Bande partecipanti. Il mio intendimento era quello di spronare questi Maestri e Presidenti a presentarsi in una categoria speciale, dove tutti avessero le stesse possibilità di confronto, con organici e musicisti senza alcun limite.  Ma come ho potuto constatare non ci sono state iscrizioni, e posso affermare che l’ipocrisia di queste persone è stata messa a nudo: per cui ognuno intenda ciò che vuole e ne tragga le conseguenze.
Chiarito questo punto, posso rispondere che la Banda e l’Orchestra a Fiati dovrebbero essere la stessa cosa, sono ambedue formazioni composte da Strumenti a Fiato e Percussioni, ma la mia formazione professionale mi porta a dire che la Banda e l’Orchestra di Fiati sono nettamente differenti. La Banda, se ci riferiamo all’organico classico, non prevede il fagotto, il contrabbasso a corda, il violoncello, lo xilofono, il vibrafono, il glock, etc.: questi strumenti noi li troviamo nelle Orchestre di fiati, e solo di recente anche nelle Bande Militari, dove il loro inserimento stabile sono il risultato di una evoluzione timbrica non più basata sulla vecchia teoria dell’organico proposta da Vessella. Per me è questa la differenza: di fatto, nell’organico delle Bande non troviamo più Bordone, Contrabbasso ad Ancia, Clarinetto piccolo in Lab, Flicorno Tenore da canto (a cilindri), Trombone da canto (a cilindri), Trombone Contrabbasso, Flicorno Contralto in Mib,Tromba Basso in Fa ,Tromba Basso in Mib, etc.. per cui la Banda di oggi ha un assetto completamente diverso dal passato, sia nella forma che nella timbrica. Inoltre cosa importate ed evidente è che la diversità fra Banda e Orchestra a Fiati viene fatta a monte dai compositori, che hanno cambiato modo di scrivere, cambiando di fatto le sonorità e strumentazioni. Per cui oggi possiamo affermare che Banda e Orchestra di Fiati sono la stessa cosa, basta solo guardarsi intorno e seguire il nostro tempo.

Hai mai pensato di inserire una marcia come brano obbligatorio, sulla falsariga dei paso doble spagnoli?
Si, è un’idea che sto valutando, la stessa mi è sopraggiunta proprio in occasione della premiazione della mia Marcia. Già altri concorsi hanno inserito fra i brani d’obbligo l’esecuzione di una Marcia Sinfonica, che è paragonabile di fatto ai paso doble. Una scelta molto azzeccata, ma che non corrisponde al mio pensiero ed ai miei fini: io ho in mente di rivalutare la marcia, la prima cosa che ci viene insegnata in Banda, certo meno titolata e spesso sottovalutata, ma non meno difficile, e bella se suonata bene. Una marcia ben suonata spesso identifica l’effettivo valore e cultura di una Banda. Il mio scopo è quello di far ritornare in auge questo tipo di composizione, rivalutare tutto il significato storico che porta con sè, farla tornare in primo piano con i propri autori. Per cui la prossima edizione della “Bacchetta d’Oro” si avvarrà tra le altre cose anche di questa opzione, e inserirò fra i brani d’obbligo anche la Marcia: per fare ciò mi avvarrò della collaborazione del Concorso di composizione di una marcia per Banda “Massimo Boario”.

A proposito di marce, le congratulazioni sono d’obbligo visto il tuo risultato al concorso di composizione indetto dalla casa editrice “Boario”.  Ci vuoi parlare di questa composizione?
Non vorrei ripetermi, io non mi ritengo un compositore a pieno titolo, ma vista l’evidenza, voglio precisare che la Marcia Villa S. Stefano è stata da me scritta e dedicata alla Banda ed al paese, se ricordo bene nel 1987, per poi di recente essere ripresa e strumentata di nuovo. Chi ha avuto modo di suonare la mia marcia dice che è una marcia vera, io questa definizione non so proprio come interpretarla, dal canto mio l’ho scritta e pensata cercando di rispecchiare il carattere della Banda ed i suoi componenti. Quando scrivo è come avere davanti una foto, un quadro, portare in musica quelle essenze caratteriali che permettono al soggetto di identificarsi e riconoscersi in esse, far uscire e mettere in evidenza quel senso di appartenenza che ci distingue come gruppo o paese; di più non so dirvi.

Giunti al termine di questa intervista, a nome di MondoBande.it, e di tutti i nostri Utenti, ringrazio il M° Angelo Bartolini per questa intervista, rinnovandogli ancora i complimenti e le congratulazioni per i risultati ottenuti.
Giuseppe, grazie per questa intervista, un saluto a tutto lo Staff e ai vostri Utenti. Spero che abbiate compreso il mio modo di interpretare quello che ritengo essere il mio mondo, il mio essere partecipe alla musica e alla Banda musicale. Buona musica e buona banda a tutti.

(a cura di Giuseppe S.)