Intervista a Douglas Bostock

In occasione del Masterclass tenuto a Collegno lo scorso Ottobre, abbiamo incontrato un altro GRANDE del mondo bandistico (e non solo)

Douglas Bostock è uno dei più importanti direttori d’Orchestra di Fiati al mondo, e uno dei più famosi, essendo stato Direttore Principale della Tokyo Kosei Wind. Benvenuto su MondoBande.it, e grazie per questa intervista. La prima domanda è standard: ci racconta il Suo percorso e la Sua evoluzione musicale, e la strada percorsa per diventare uno dei migliori direttori nel mondo delle Orchestre di Fiati*?
(*Si noti che nell’intervista il Maestro utilizza il termine “banda” ed “orchestra di fiati” come sinonimi)
A differenza di altri, non c’è un background musicale nella mia famiglia. A 11anni iniziai a suonare la tuba nella brass band del paese dove sono cresciuto, nel nord dell’Inghilterra. Tre anni dopo passai al clarinetto, che divenne il mio strumento principale, e iniziai a studiare il pianoforte. Ho iniziato a comporre musica molto presto, e la mia prima composizione completa fu per Brass Band. Riuscii a convincere il direttore della banda locale a farmi dirigere la prima esecuzione – avevo 14 anni. Seguirono altri lavori per Brass Band e per orchestra durante gli anni di studio, e che mi fu consentito di dirigere. Prima di andare all’università, riuscii a raccogliere una piccola orchestra sinfonica, dove suonavano giovani strumentisti, insegnanti e anche alcuni professionisti free-lance. Fu così che ebbi la possibilità di dirigere il mio primo concerto sinfonico, prima di iniziare gli studi universitari, a 18 anni.
All’università, la direzione e la composizione divennero le mie attività principali, insieme alla musicologia. Composizione – ed esecuzione – pian piano diminuirono, e allo stesso tempo mi divenne chiaro il fatto che volevo dedicare me stesso alla direzione, come mio massimo significato di espressione musicale. Nei primi anni della mia attività di direttore, ricevetti lezioni e sostegno da alcuni tra i più conosciuti Direttori Inglesi, compreso Sir. Adrian Boult, a Londra (http://en.wikipedia.org/wiki/Adrian_Boult). Dopo aver completato gli studi all’università, mi trasferii in Germania, a frequentare il MasterClass di Direzione al Conservatorio di Friburgo. Da qui presi il mio primo incarico da professionista come Musikdirektor nella città di Costanza, sul confine tra Svizzera e Germania nel 1979, all’età di 24 anni. Fino ad allora non avevo mai avuto nulla a che fare con le Orchestre di Fiati, e probabilmente non ne avevo nemmeno mai sentita una! Il mio repertorio rimaneva nel campo della musica sinfonica o cameristica, come anche in quella corale-orchestrale.

MondoBande.it si occupa nello specifico di musica bandistica, e in Italia Lei è famoso soprattutto per il Suo lavoro come direttore di Orchestre di Fiati; personalmente credo che Lei sia probabilmente il più “completo” direttore nel nostro campo, appunto per il fatto che la Sua formazione e la Sua occupazione, comprendono anche orchestre sinfoniche, opera, e un’attività di insegnamento che abbraccia entrambi i “lati della direzione”. In cosa consiste esattamente il Suo lavoro non-bandistico?
Il pilastro principale del mio lavoro di Direttore è orientato verso la direzione di orchestre sinfoniche professionali, principalmente in Europa, Asia e Nord America. Ho avuto vari incarichi dopo il lavoro in Germania subito dopo gli studi: direttore ospite fisso della South-West German Philharmonic, Direttore Musicale della Karlovy Vary Symphony Orchestra (Rep. Ceca), principale Direttore Ospite della Czech Chamber Philharmonic Orchestra e della Munich Symphony Orchestra, e Direttore Principale della Aargau Symphony Orchestra (Svizzera). Oltre a questo, lavoro come Direttore Ospite in varie orchestre, tra cui BBC Orchestra, London Philharmonic, Royal Philharmonic, Prague Symphony, Czech Radio Symphony, New Japan Philharmonic, Tokyo City Symphony …… eccetera. Negli ultimi anni, sto avendo una crescente attività nel campo operistico, che mi dà grandissimo piacere e soddisfazione. Nell’insegnamento della Direzione, trovo che ci sia differenza nel repertorio, ma la Direzione in sé stessa, non ha “lati”. Questo è un Credo importantissimo per me! Oltre a vari Masterclass in Europa ed Asia, lavoro anche come Visiting Professor alla National University of Fine Arts (Geidai) di Tokio, e al Senzoku Gakuen College of Music in Giappone.

Quindi non c’è differenza tra dirigere un’Orchestra di Fiati o un’Orchestra Sinfonica? E’ lo stesso tipo di lavoro?
La risposta è collegata a quanto detto sopra parlando dell’insegnamento. Non ci sono reali differenze nella direzione. La differenza sta nel repertorio, e nel fatto che l’ensemble diretto sia di professionisti, studenti o dilettanti. Sicuramente il lavoro sull’Orchestra Sinfonica, richiede un differente background ed una differente conoscenza degli stili musicali. Ma il “metodo” per dirigere, è lo stesso. Sono contrario, rispetto alla divisione “artificiale” a riguardo.

Nel mondo, il 95% del repertorio bandistico è basato su musica e compositori contemporanei, e molti brani vengono eseguiti molte volte in un anno. Le Orchestre Sinfoniche, invece, eseguono forse un brano contemporaneo in una stagione, e quasi mai propongono una “seconda esecuzione”. Perché?
Ottima domanda! Credo che ci siano tre ragioni. Innanzitutto ci sono molte più bande, amatoriali o scolastiche, piuttosto che orchestre sinfoniche, grazie alla popolarità degli strumenti a fiato e percussione rispetto agli archi, in molti Paesi. Quindi ci sono svariate possibilità di esecuzione in più per la musica bandistica. Le orchestre di fiati, richiedono continuamente nuova musica. Secondo fatto, l’Orchestra Sinfonica ha una tale ricchezza di grande musica da molti secoli, che costituisce la “spina dorsale” del repertorio. La musica contemporanea viene perciò ristretta nello spazio che le può essere ritagliato all’interno della programmazione. L’orchestra di Fiati, dall’altro lato, non ha tutta questa eredità da sostenere. Perciò la musica del nostro tempo si prende più di un semplice sguardo marginale, eccezion fatta per le trascrizioni di musica proveniente dal repertorio sinfonico. Molti compositori che non provengono dal mondo bandistico, si stanno rendendo conto di questo fatto: scrivere per Orchestra di Fiati porta una probabilità di esecuzioni maggiore, rispetto a lavori per Orchestra Sinfonica. Questo è un bene per il repertorio. Terza cosa, l’Orchestra di Fiati non è stata intesa come medium musicale “serio” fino al ventesimo secolo, quando arrivarono lavori come la Suite in Mi Bemolle di Holst.

Domanda opposta: nel modo, il 95% del repertorio orchestrale è basato sulla musica e sui compositori classici, e molti brani classici sono eseguiti moltissime volte in una stagione. Le Orchestre di Fiati, invece, probabilmente eseguono un solo brano originale classico ogni anno, anche se pure l’Orchestra di Fiati ha I “suoi” classici. Perché?
Questo fatto mi sta molto a cuore. Molte Orchestre di Fiati ignorano i “classici” del loro repertorio, in favore dell’ultima “novità che colpisce la scena”. Certamente, è molto importante che le Bande eseguano musica contemporanea, sebbene si debba distinguere tra musica contemporanea seria e di qualità, e l’eccessiva “musica commerciale” prodotta ogni anno. Le bande, comunque, dovrebbero eseguire regolarmente i Grandi Capolavori della loro breve storia, mi riferisco alle Suites di Holst, Vaughan Williams, Garinger, Hindemith, Copland, Milhaud e molti altri. Poi ci sono, evidentemente, molti lavori del diciannovesimo secolo, ad esempio Mendelssohn, Gossec, Berlioz, che sono raramente ascoltati. E anche le composizioni del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, tendono ad essere ignorati, sebbene ci siano molti brani di valore. Molte bande hanno armadi pieni di musica che hanno suonato solamente per un anno o due, dopodichè viene dimenticata, preferendo setacciare gli abbondanti cataloghi regolarmente spediti dagli editori ed eseguire l’ultima novità.

Altra domanda di rito: quali sono i Suoi contatti con l’Italia? Cosa conosce e cosa pensa della situazione Italiana?
Il mio primo contatto professionale con l’Italia è stato nel 1996 – un invito a Catania per dirigere la Camerata Polifonica Siciliana per dei concerti e pre la registrazione di un CD. Altri progetti con loro e con altri gruppi sono seguiti negli anni successivi, comprese collaborazioni con Noto Musica Festival, il Bellini D’Oro di Catania, Catania Estate Musicale, con molti artisti rinomati, tra cui Katia Ricciarelli. La Sicilia è un luogo che mi sta veramente a cuore.
É proprio durante questa mia prima visita in Sicilia nel 1996 che ho lavorato con il pianista Antonio Piricone (www.antoniopiricone.com), a cui ho fatto conoscere il mondo dell’orchestra di fiati. Adesso è un pianista di rilievo nel mondo dei fiati, suonando molto del repertorio specifico con la Tokyo Kosei Wind Orchestra e con la Symphonic Wind Orchestra di Ulm – tra cui, lo scorso ottobre, il concerto di Piet Swerts in prima esecuzione italiana, proprio a Collegno. Collaboreremo nuovamente insieme e con la TKWO in occasione del Tour Europeo per il 50° anniversario della stessa, il prossimo settembre.
Devo dire che ho avuto modo di conoscere lo scenario bandistico italiana abbastanza recentemente. Il mio primo contatto fu un invito da parte di Fulvio Dose per dirigere l’Orchestra di Fiati di Trieste, dove sono tornato dopo un paio d’anni. Poi sono entrato in contatto con Lorenzo Della Fonte, una delle figure più importanti nel mondo Bandistico Italiano, ed un invito a Torino per un masterclass organizzato dalla attivissima Orchestra di Fiati di Collegno, e dall’infaticabile Antonio Zizzamia. Ho insegnato anche all’ISEB di Mezzocorona (TN) e lavorato come membro di giuria nei concorsi di Novi Ligure (Concorso di Composizione “Romualdo Marenco”) e Abbadia San Salvatore (Concorso Internazionale di Direzione “Palmiero Giannetti”). Prima di questo, ho lavorato regolarmente con orchestre sinfoniche e cori in Sicilia.
Il panorama bandistico in Italia mi dà l’impressione di essere molto attivo e florido, sebbene la mia esperienza fino ad ora si sia svolta soltanto nel Nord del Paese. So anche che molte città hanno bande di grande tradizione, e che la musica bandistica in Italia ha una storia molto lunga. Penso che oggi l’Italia stia vivendo l’esperienza di un vero e proprio boom nel settore, dove la Banda viene intesa come medium musicale serio.

Uno dei problemi più importanti per i Direttori Italiani è la scelta del nuovo repertorio da eseguire. Quali sono i Suoi suggerimenti per la scelta della nuova musica? Qual’è il Suo “metodo” nella scelta del repertorio? Ha dei compositori che preferisce?
Credo che questo problema – se di problema si tratta – non sia ristretto ai Direttori Italiani. Dipende dal tipo di programma che si vuole costruire, per quale occasione, per quale sala, eccetera. Il “bilanciamento” del programma è cruciale, qualunque sia il tipo di programma che si sta pianificando. E molta cura va dedicata a tempi e tonalità – troppi pezzi nella stessa tonalità o con tempi simili, messi in successione non funzionano bene. Il Direttore dovrebbe tenere presente queste cose prima di tutto, e poi costruire il programma partendo dalla musica che conosce per la sua esperienza di “prima mano”, dai cataloghi, dai CD eccetera. Certi compositori possono essere preferiti, e presentati con regolarità. Comunque, a mio avviso, è anomalo il fatto che molti cataloghi di musica bandistica siano elencati in ordine alfabetico per titolo, piuttosto che per nome del Compositore! I miei preferiti? Dunque, tutti e nessuno! Nel repertorio per Orchestra Sinfonica, sento sempre il Compositore che sto studiando in qualsiasi momento, come il mio preferito. Nel repertorio per Orchestra di Fiati, faccio tesoro della musica di Grainger. E’ stato un raro genio.

Il Suo lavoro alla Tokio Kosei Wind Orchestra, inizia dopo la scomparsa di Frederick Fennel. Fennel è stato probabilmente il più grande direttore nella storia dell’Orchestra di Fiati. Come ha vissuto questa grandissima eredità?
No, no! Fred terminò la sua carica come Principal Conductor a metà degli anni ’90, periodo in cui io iniziavo a lavorare con la Tokio Kosei Wind Orchestra come ospite. Abbiamo diretto entrambi la TKWO nello stesso concerto nel 2002, al Midwest Clinic in Chicago. Abbiamo avuto contatti in molte occasioni. Ha lasciato una grande eredità come direttore non solo della TKWO, ma di moltissimi wind-ensembles o orchestre. Senza di Lui il mondo bandistico non sarebbe mai stato quello che è oggi. Il mio arrivo alla TKWO, da un background musicale differente , mi consentì di portare un approccio fresco al repertorio, e al modo di suonare, che ha mosso la TKWO verso qualche direzione differente, senza ovviamente alcuna mancanza di rispetto nei confronti del lascito di Fred.

Com’è essere il direttore della banda più famosa del mondo?
Essere stato “solamente” un direttore ospite, e in seguito Direttore Principale, ed ora Principale Direttore Ospite, così come nelle altre orchestre (sinfoniche), mi ha fatto vedere la TKWO da differenti angolazioni. È un privilegio, e un onore, lavorare con un ensemble così valido. Anche la TKWO cambia con i tempi, come i direttori. Noi – la TKWO ed io – abbiamo un fantastico rapporto, che ci consente di dedicare noi stessi completamente alla musica che stiamo facendo.

Ci può parlare del Suo lavoro ad Ulm? Abbiamo ascoltato un concerto FANTASTICO a Collegno, con questa banda!
La Ulm Symphonic Wind Orchestra (SBU – www.sbu-online.de) è, come molti ensembles di questo tipo, formata da insegnati di musica, studenti, dilettanti e ragazzi. I componenti vengono dal sud-est della Germania, la maggior parte intorno alla città di Ulm. L’Orchestra si incontra solamente per due progetti all’anno, strutturati in 2 -3 week-end ed un concerto finale. C’è una sorta di “zoccolo duro” di musicisti che rimane sempre lo stesso, ma ovviamente alcuni altri vanno e vengono. Di solito suoniamo in formazione da 55 elementi. Non c’è un direttore principale, la direzione – formata da membri dell’Orchestra – mi chiede quando ho il tempo, e insieme decidiamo le date. La SBU si è molto ben sviluppata negli ultimi anni, e ha raggiunto veramente un buon livello. Per me è lavorare con degli amici. Piuttosto che un week-end libero a casa, vado a Ulm alla SBU.

In Italia, molto del repertorio delle bande è basato sulle trascrizioni di brani classici od operistici. Cosa pensa di questo tipo di musica fatta con la banda?
Devo dire: di base non mi piacciono le trascrizioni. Ovviamente questa è una generalizzazione, ma c’è qualche verità in questo. Io arrivo da un background di tipo sinfonico. Dirigo alcune delle migliori orchestre professionali al mondo, quindi non ho realmente bisogno di dirigere queste trascrizioni con le bande. Credo fortemente che il lavoro principale dell’Orchestra di Fiati sia quello di eseguire il repertorio scritto esclusivamente per essa. Certamente, c’è spazio anche per qualche trascrizione per quelle bande che apprezzano la sfida, ma non di certo per accontentare un pubblico a cui piace ascoltare la sua musica sinfonica preferita suonata dalla loro banda. Ancora una volta, è una questione di “bilanciamento” nel repertorio ad essere cruciale. Se la trascrizione che si vuole eseguire calza alla banda, all’occasione e al pubblico, allora c’è una giustificazione per eseguirla, ma non c’è la giustificazione se serve semplicemente a soddisfare l’aspirazione del direttore nell’aver diretto “tal-popò-di-opera”! E notevolmente oculata deve essere la scelta della trascrizione in base alla qualità della stessa – che varia enormemente da una all’altra. Ho un consiglio per i direttori, riguardo le trascrizioni: per prima cosa studiare sulla partitura originale, possibilmente con l’aiuto di una registrazione. Poi scegliere la trascrizione – se c’è una scelta – e studiarla parallelamente alla partitura originale. In questo modo si è consci delle intenzioni originali del Compositore.

Grazie Maestro Bostock, per il tempo dedicato a questa intervista. Arrivederci al Suo prossimo importante appuntamento Italiano.
È stato un piacere. Grazie a te. Arrivederci in settembre, quando sarò in Italia in tournèe con la Tokio Kosei Wind Orchestra

Ulteriori informazioni: http://www.douglasbostock.net

(a cura di Denis S.)