Intervista a Michele Fioroni
Dalla sua recente esperienza in Polonia, per il centenario della nascita di Giovanni Paolo II, alle challenge organizzate sui social: conosciamo meglio… il Barbamaestro!
L’anno scorso, in Polonia, si è tenuto un importante concerto per il centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II, organizzato dal Santuario della Misecoridia di Plock, il luogo dove Santa Faustina ebbe le prime apparizioni di Gesù Misericordioso. E’ stato un evento molto importante non solo per la Polonia, ma anche per l’Italia: sia per il bellissimo ricordo che ha lasciato Papa Giovanni Paolo II nel nostro Paese, ma anche perché a dirigere l’orchestra è stato chiamato il connazionale Michele Fioroni, oggi qui con noi per raccontarci questa sua esperienza, e altre cose che ci hanno incuriosito della sua attività in campo musicale.
Ciao Michele, e benvenuto su MondoBande.it. Prima di parlare di quest’ultima esperienza nell’Est Europeo, raccontaci qualosa di te: primi passi con la banda, gli studi e la tua prima volta, ovviamente come direttore.
Ciao a Voi e un caro saluto anche a tutti i lettori.
Si può dire che sono stato avvicinato alla Banda fin dal “giorno zero”, sin dalla nascita. Mio padre era direttore di Banda e mia madre lo accompagnava a tutti i concerti portandomi con lei nel passeggino. Successivamente ho iniziato a seguire mio padre nei pomeriggi in Banda, in cui teneva i corsi per gli allievi, e all’età di sei anni ho preso attivamente parte al mio primo concerto in veste di batterista. Ho suonato le percussioni nella mia prima formazione bandistica di appartenenza fino all’età di tredici anni, per poi avvicinarmi allo studio del Basso tuba, strumento con il quale mi sono laureato presso il Conservatorio G. Verdi di Milano nel 2011.
Negli ultimi anni di formazione, con il primo fiorire di una maggior consapevolezza artistica e sulla spinta di una grande ambizione personale, mi sono progressivamente avvicinato ed interessato a seguire il percorso accademico di Direttore d’orchestra di fiati. Ho sempre guardato a questa figura con curiosità e fascino in quanto nel mio immaginario non solo guida e unisce un insieme di persone, i musicisti, verso un’unico e condiviso scopo, l’opera musicale, ma ne attribuisce una coloritura espressiva, unica, che si fa portavoce delle emotività dei singoli musicisti e le raggruppa in un’unica rappresentazione musicale.
Nel 2009 mi sono iscritto così al biennio di direzione e strumentazione per Banda alle Scuole Civiche di Milano. Nel settembre del 2011 ho ricevuto il mio primo incarico come direttore della Banda de “I Martinitt” di Milano e da lì poi i successivi.
Il mio primo concerto da direttore lo ricordo molto bene! E’ stato un vero e proprio disastro! Nonostante la preparazione e gli studi mi sono ritrovato totalmente impreparato a gestire quella circostanza, le mie emozioni e quelle della Banda. Oggi ripenso a quel momento con un pizzico di nostalgia e con un sorriso.
Dicevamo in premessa della Polonia, e del concerto in onore di Giovanni Paolo II. Raccontaci: com’è andata?
Il Concerto si è svolto il 3 ottobre scorso nella città di Płock (Polonia), con un repertorio di musica sacra interamente dedicato a Giovanni Paolo II, nell’ambito dei festeggiamenti del centenario della sua nascita. L’evento è stato organizzato dagli ecclesiastici del Santuario della Divina Misericordia e dalla Associazione ”Kapital Narodu”. Il concerto è stato trasmesso dalla TVP3, su canale nazionale polacco, in diretta dalla chiesa di San Bartolomeo di Plock, città in cui Santa Faustina ha avuto l’apparizione del Gesù Misericordioso e alla quale il Papa Giovanni Paolo II era fortemente devoto.
La mia presenza in veste di Direttore è stata motivata dal fatto che l’organizzazione, in demarcazione del legame tra il Paese natio di Giovanni Paolo II e l’Italia, volesse la significativa partecipazione di un artista italiano e, altresì, dettata dalla continuità di una ormai consolidata collaborazione con la Soprano Dominika Zamara, componente organizzativa dell’evento, nonché l’interprete protagonista canora.
Ho avuto il piacere di dirigere l’Orchestra polacco-tedesca “Sinfonietta” e il Coro “Męski”, con l’intervento di numerosi artisti internazionali, quali il Tenore Sylwester Targosz-Szalonek, il Violoncellista Emilian Rosiak e l’organista Lorenzo Zaggia. Il programma prevedeva l’esecuzione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, l’Ave Maria di Giulio Caccini e come bis il brano Barka di Cesáreo Gabaráin, uno dei brani preferiti dal Papa Waitila.
Aver contribuito alla buona riuscita di questo concerto in onore del sacro Pontefice, figura che ha accompagnato la mia infanzia e uomo del quale, ancor più in età adulta, ho potuto apprezzare l’umiltà e la forza, mi ha fatto riflettere su quanto ancora sia sentita e presente la sua Persona e quanto altrettanto lo siano gli effetti del suo operato. Il pubblico attento e in rispettoso silenzio, l’atmosfera intima, raccolta, nonché lo stesso luogo sacro che ha fatto da cornice e palco all’evento, sono stati preziosi elementi che hanno favorito la riflessione e al contempo caricato di commozione la performance.
Da noi in Italia il 2020 è stato un anno “da dimenticare”, soprattutto per la musica: in Polonia la situazione come ti è sembrata? Paragonabile a quella che viviamo ogni giorno nel nostro Paese?
Non propriamente. Mi sono imbarcato a Bergamo, città simbolo della pandemia in Italia, e ricordo precisamente l’aria di terrore e l’ansia che si respirava tra le fila di persone all’imbarco. Sbarcato a Varsavia ho in parte avuto la sensazione di essermi scrollato dalle spalle tutto ciò. All’epoca c’era una situazione sicuramente più rilassata, tanto da permettere lo svolgimento di un evento di questa portata.
La pandemia, ancora in corso, ha cambiato in modo radicale le nostre vite: per te è cambiato qualcosa, a livello personale e lavorativo, e se si, cosa?
SI! E’ cambiato radicalmente e drasticamente tutto! Da una vita fatta di 70.000 km all’anno, vissuta ad incastri, su e giù per la Lombardia, mi sono ritrovato per la prima volta dopo anni ad una improvvisa battuta d’arresto. Non nego che all’inizio l’ho vissuta bene: “mi ci voleva“, mi son detto. A distanza di un anno, però, mi manca vivere anche i momenti più quotidiani della mia professione: non solo i concerti, ma anche la scuola allievi, che possa contare su di una imprescindibile presenza fisica, le prove serali in banda, i week end studio, le masterclass…
Comunque sei rimasto sempre molto dinamico e attivo e, coi tuoi gruppi, non vi siete mai fermati, organizzando inziative sempre originali e coinvolgenti anche sui social: in particolare abbiamo seguito, quando ci è stato possibile, la “challenge più agguerrita della Lombardia”, che ci tenuto piacevolmente compagnia per quasi un anno.
Il progetto “Music nomination, la challenge più agguerrita della Lombardia”, è nato dalla volontà di permettere a tutti i musicisti delle Bande con cui collaboro di continuare a fare musica anche e soprattutto nel periodo di lockdown. L’idea mi è sorta in Aprile 2020, a distanza di circa un mese dalla chiusura totale. Oltre al tentativo di garantire una continuità didattica l’iniziativa, come richiamato dal termine stesso “challenge”, intendeva lanciare una sfida a tutti gli strumentisti, non solo in termini di confronto gli uni con gli altri, ma anche in relazione ad un’autovalutazione che ciascuno di loro era chiamato ad effettuare rispetto a scelta del brano, studio e preparazione dello stesso, esecuzione e registrazione audio e video.
Nella scena musicale ritengo sia fondamentale che ciascun attore sia ben consapevole dei propri mezzi, punti di forza e debolezze. Solo attraverso una profonda conoscenza di sé il lavoro d’insieme può essere utile strumento di paragone e la sana competizione terreno fertile per superare i propri limiti ed affinare le proprie abilità.
Un’iniziativa che ha visto protagonisti tanti giovani musicisti i quali, anche grazie alla musica, non si sono lasciati abbattere dalla pandemia e, anzi, hanno reagito con creatività e passione: sentiamo in proposito Emma, Francesco e Asia.
Emma: La quarantena è stata vissuta in modi diversi da tante persone, c’è chi non l’ha vissuta bene e altri invece sì. Noi ragazzi della banda giovanile abbiamo voluto regalare un po’ di colore e musica a quel periodo per dare speranza alle persone, perché il bello si può trovare anche nei momenti di difficoltà.
Francesco: “Music nomination” è stata una bella esperienza, che mi ha fatto divertire con la musica. È stata una sfida contro me stesso per riuscire a rappresentare una mia sfaccettatura attraverso un brano musicale. È stato anche interessante vedere e ascoltare come si raccontavano gli altri ragazzi. Grazie a questa esperienza, sono riuscito a dimenticare per un attimo la quarantena e tutti quegli aspetti negativi che caratterizzavano la vita di ognuno di noi.
Asia: Grazie alla challenge “Music Nomination” ho potuto risentirmi parte di un gruppo bandistico anche senza concerti, prove ed uscite; in un momento storico che ci ha obbligati a cambiare radicalmente abitudini e routine.
Di nuovo con Michele, ora. Tra tutti i tuoi impegni musicali, occupa una parte rilevante il ruolo di docente: come ti ci ritrovi, in questa veste?
Non ho mai voluto fare il docente. Da piccolo sognavo di fare il musicista: tourneè, concerti, ore piccole, viaggiare… non mi sarei mai immaginato in cattedra. Proprio io che, a dirla tutta, non sono stato quel che si definirebbe un “allievo modello”. La fisiologica necessità di provvedere alla costante integrazione dell’organico bandistico, nonché il desiderio e la curiosità di avvicinare e formare delle giovanissime leve alla disciplina musicale, mi ha portato ad approcciare l’insegnamento di musica propedeutica mediante progetti concordati tra Banda, scuole dell’infanzia, elementari e medie, ed i rispettivi Comuni del territorio.
Credo che la figura dell’insegnante abbia un privilegio, nonché una responsabilità immensa. E’ suo compito, infatti, ancor prima di infondere conoscenza, sensibilizzare, trasmettere valori, fungere da motivatore e saldo punto di riferimento. Questo grande onere, tuttavia, non manca di essere ben ricompensato tramite il ritorno appagante, soprattutto da parte dei più piccoli, che si affacciano alla materia con ingenuità e spesso si rivelano sorprendentemente capaci.
L’anno scorso avevano destato molta curiosità alcuni tuoi post, dove illustravi un tuo personalissimo metodo, il “Barbamaestro”, ideato appunto per avvicinare i più piccoli all’apprendimento della teoria musicale: vuoi condividerlo con noi e con tutti i lettori di MondoBande.it?
Il metodo didattico “Barbamaestro” è nato da un’intuizione avuta nell’ambito dell’insegnamento nelle scuole dell’infanzia con l’intento di introdurre precocemente, in modo ludico e con un linguaggio semplice, facilmente assimilabile da bambini in fascia d’età 3-6, le principali figure ritmiche di base della teoria musicale (nota da 4, 2, ¼ e relative pause), avvalendosi di sei personaggi della magia. Il disegno di ciascun personaggio da me ideato, infatti, contiene in sè il simbolo grafico della nota o pausa da esso rappresentata (a fondo pagina una breve gallery con degli esempi, NdR). Ciascun personaggio è introdotto e presentato nel contesto di una narrazione fiabesca che appassiona i bambini e che li porta ad affezionarsi ai protagonisti. La classe viene istruita a chiamare ciascun personaggio con il proprio specifico nome, scandendo il numero di sillabe da cui è composto che, a sua volta, corrisponde al valore della nota ad esso riferita e, nel caso delle pause, a contarne il valore numerico della durata. La primissima lettura ritmica della partitura così ottenuta viene poi eseguita mediante l’utilizzo di semplici strumenti a percussione, realizzati con materiale di recupero da ciascun bambino.
Come reagiscono i bimbi?
Questo metodo si è rivelato molto efficace, in quanto ha il grande pregio di istruire divertendo i più piccoli attraverso i personaggi buffi di fantasia e le loro avventure, cattura e tiene alta l’attenzione ed infonde reali competenze di riconoscimento, lettura ed esecuzione delle fondamentali figure ritmiche.
Andiamo a concludere: progetti futuri?
Come avrai intuito non sono mai a corto di idee! Voglia di fare e di progettare ce n’è molta. Ho in cantiere diverse iniziative e sono già pervenute alcune richieste di collaborazione in Italia e all’Estero. Questo periodo mi ha portato a riflettere molto e a scoprire altri e diversi canali tramite i quali arrivare con la musica alle persone. La didattica non si è fermata, attraverso la DAD ho ancora la possibilità di insegnare e supportare la scuola allievi. Nel breve ho, inoltre, in programma di realizzare una serie di concerti online alla riscoperta di innovativi e freschi repertori ispirati a ricorrenze storico-culturali-letterarie, di carattere multidisciplinare, attingendo al mondo della recitazione, danza e cinematografia.
Allora attendiamo sviluppi. Intanto, grazie e alla prossima!
Grazie a voi di MondoBande.it e un arrivederci a presto.