La Banda: Orchestra del nuovo Millennio – Lorenzo Della Fonte

Storia della letteratura originale per l’orchestra e l’ensemble di fiati

Presentazione di Frank L. Battisti:
“……è una risorsa indispensabile per chiunque sia interessato all’evoluzione dell’orchestra di fiati come medium artistico del XX° secolo e al suo potenziale artistico nell’avanzare dello stesso.”
La storia che racconta è una storia emozionante.”
E’ mia speranza che questo libro serva ad ispirare le future generazioni di direttori di banda….”

Boston, 10 maggio 2003

 

Lorenzo Della Fonte è stato il mio primo Maestro.
Lorenzo Della Fonte è un amico che vive la Banda.
Lorenzo Della Fonte scrive sulla musica per Banda, per questo il suo libro è utile ad ogni direttore di banda.
Con questa recensione, spero di contribuire ad una ulteriore diffusione dell’opera.

La Banda: Orchestra del nuovo Millennio. Storia della letteratura originale per l’orchestra e l’ensemble di fiati

Un titolo che è tutto un programma: quello di sancire lo stacco avvenuto nell’utilizzo della banda come media, dalla funzione di intrattenimento a quella di Ensemble Artistico, sottolineando come nel terzo millennio, la Banda e l’Orchestra non abbiano più nessun vincolo di subordinazione; e supportando ogni tesi con una documentazione scaturita da anni di lavoro come direttore, e anni di ricerca, nel campo della musica originale “d’arte” scritta per banda, e SOLO per banda.

Il libro inizia da subito calando un asso importante… anzi, il più importante asso vivente quando si parla di repertorio: Frank L. Battisti, che ha illuminato migliaia di direttori e didatti con le sue ricerche storiche e tecniche e che ha pubblicato quello che possiamo senz’altro qualificare come uno dei “VANGELI” del mondo bandistico intitolato THE WINDS OF CHANGE (Meredith Publications, 2002). Sicuramente un biglietto da visita straordinariamente azzeccato, per un libro che parli di Storia del Repertorio. E quel 4 ottobre del 2003, alla presentazione del libro al Teatro Comunale di Firenze, il “Monumento Vivente” Frank Battisti era presente, e spese non poche parole per “benedire” l’iniziativa di un testo del genere, FINALMENTE in italiano.

16 sono i capitoli che compongono il libro:

  1. Le Radici
  2. La Rivoluzione Francese e i suoi sviluppi
  3. I Grandi Autori dell’800 e i complessi di fiati
  4. Il Movimento bandistico americano e le influenze europee
  5. La nascita della banda sinfonica: Holst e Grainger
  6. Dal nuovo secolo agli anni 20: il movimento scolastico americano
  7. Gli anni 20
  8. Il Festival di Donaueschingen
  9. Gli anni 30 in Europa
  10. Gli anni 30 negli Stati Uniti
  11. La musica per banda negli anni 40
  12. La musica per ensembles di fiati negli anni 40 e 50
  13. L’Orchestra di Fiati negli anni 50: Le Commissioni
  14. Europa e resto del mondo: dal dopoguerra ai giorni nostri
  15. Di nuovo in America: dagli anni 60
  16. I protagonisti di oggi e le nuove tendenze

Oltre a questi, una presentazione (quella di Frank Battisti), una prefazione, un’introduzione, conclusioni, anticipazioni (!!!), e, in ultimo, una nutrita bibliografia.

Le dimensioni del repertorio originale sono ovviamente aumentate con il passare degli anni; allo stesso modo, con lo scorrere del tempo, è aumentato anche il numero di compositori che si sono dedicati alla nostra amata Banda. Da quest’evoluzione ne consegue che i primi capitoli del libro risultano un po’ poco “ricchi in quantità di notizie spicciole”, rispetto agli ultimi nei quali si possono incontrare, invece, anche 10 compositori per pagina. Ovviamente man mano ci si avvicina ai giorni nostri, il materiale aumenta considerevolmente e quindi si riduce lo spazio dedicato ad ogni singolo compositore; ciò a mio avviso è da ritenersi giusta valutazione da parte dell’Autore, in quanto è più difficile trovare notizie riguardanti i compositori più lontani a noi piuttosto che i contemporanei.
È importante però il lavoro che l’Autore dedica alle origini, che sono il vero punto che dove si individua la differenza tra musica d’arte e musica di intrattenimento, e che danno la dimostrazione di come, fin da Gabrieli, i complessi di Fiati avessero il loro repertorio Originale ed Autonomo.
Il punto focale del discorso si pone in un’unica domanda che, nell’introduzione al testo, viene presa in prestito da David Withwell (uno dei più importanti ricercatori sulla musica bandistica): chi sono gli antenati culturali della banda, e quale importanza hanno nell’ambito dello sviluppo successivo?
E quindi si scopre un “fil rouge” che collega Gabrieli, Haydn, Mozart, Beethoven, Dvoràk, Mendelsshon, Holst, Hindemith, Schönberg, Van der Roost, Cesarini, Whitacre eccetera…

Il libro mostra una raffinata ricerca storica: tocca i brani più importanti della storia del repertorio, dà notizie sui compositori, sulle commissioni, sugli organici utilizzati. Inoltre l’Autore non si limita ad esporre lo sviluppo storico della musica per fiati, ma ci propone anche un excursus evolutivo sia degli organici che dell’ampliamento delle forme compositive.
La linea che collega il tutto, è quella della QUALITA’ dei brani analizzati: qualità riscontrata tramite l’analisi dei pezzi e lo studio di una massa enorme di partiture.
Alcune citazioni di certi lavori riportano anche dei brevi ma significativi appunti formali riguardanti il pezzo, altre invece si limitano ad elencare titoli e anno di pubblicazione, rimandando al lettore interessato l’approfondimento delle tematiche affrontate.
I punti fondamentali, però, della storia della Musica “dedicata” a questo organico, quali, ad esempio, Holst e Grainger o il Festival di Donaueschigen, vengono ampliamente sviscerati; così come i capolavori più importanti (le Suite di Holst, o “Lincolnshire Posy” di Grainger, o “Music for Prague, 1968” di Husa, solo per citarne alcuni) vengono debitamente approfonditi. Medesima condizione per i compositori “recenti” più importanti (Dello Joio, Persichetti, Goldman, Zaninelli, Schwanter eccetera).
Dalla lettura, traspare una certa predilezione per la musica americana soprattutto dagli anni 20 in poi, e cioè da quando la banda ha iniziato ad essere parte del sistema formativo-scolastico statunitense. È innegabile però che ciò ha fatto sì che la banda crescesse, sia dal punto di vista esecutivo, che da quello editoriale e compositivo. In particolare, l’interesse sempre più vivo e specializzato dei compositori verso la musica per fiati, ha innalzato sicuramente la qualità di tutti i prodotti musicali. Tuttavia è necessario porsi con una prospettiva critica nei confronti di tutto il repertorio: non tutta la musica originale per fiati (Americana o non) è necessariamente buona musica. E’ dunque necessario essere in grado di saper scegliere, e avere dei “mezzi” che aiutino a fare scelte consapevoli.

Il libro di Lorenzo Della Fonte si presta così ad essere uno spunto di riflessione (e, nota molto importante, il primo scritto in italiano) su QUALE sia e COME funzioni la musica di qualità. Il semplice ascolto della maggior parte dei brani indicati nel libro, può già essere un punto di partenza per una prima sommaria analisi di cosa possa essere classificato come “musica d’arte”. Ricordiamoci che molti dei nostri direttori di banda, non hanno mai ascoltato la prima suite di Holst (ammesso che sappiano che è stata scritta), o, peggio ancora, credono che il repertorio bandistico sia costituito solamente da trascrizioni operistiche o canzonette.
Insomma, personalmente ritengo che questo libro debba essere obbligatoriamente presente nella biblioteca di ogni direttore di banda “cosciente” e che vada ogni tanto riletto cercando all’interno di esso nuovi spunti, nuove idee, nuove ricerche. E perché no, anche il “rispolverare” qualche capolavoro storico che, dimenticato in qualche cassetto polveroso, ci riporterebbe a conoscenza del “da dove veniamo”. Dopotutto, le maggiori orchestre del mondo eseguono ancora Monteverdi e Bach…
Scoprire le radici storiche della banda attraverso il repertorio è la pedina fondamentale per trasmettere, sia ai bandisti che al pubblico, il pregiato valore culturale che tale compagine possiede.

(a cura di Denis S.)

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