Almeno il cappello – Andrea Vitali

Un libro che non può mancare nella libreria di ogni banda oppure, perché no, un apprezzatissimo regalo di Natale.

Trovare un autore che dia ad una banda, o per meglio dire a un Corpo Musicale, il ruolo di colonna portante e protagonista del proprio romanzo, è abbastanza raro. Ma questo posto vuoto nella nostra biblioteca è stato finalmente colmato da Andrea Vitali e dal suo “Almeno il cappello”, edito da Garzanti Libri in prima edizione nel febbraio 2009, e ristampato addirittura soltanto un mese dopo, a dimostrazione dell’ampio successo subito riscontrato.
E’ doveroso premettere che l’autore ha dedicato la sua opera, oltre che al Corpo Musicale Bellanese in cui ha militato in passato in veste di trombonista, anche ai Filarmonici di San Carlo Canavese, i quali lo hanno ospitato recentemente per una conferenza stampa di presentazione (cfr. http://www.mondobande.it/articolo.php?id=178): nell’occasione, Vitali ha anche fatto gentile dono di un suo racconto agli Utenti di MondoBande.it.

Parliamo del libro: “Almeno il cappello” è ambientato sulle rive del lago di Como, precisamente a Bellano, piccolo centro alle prese con la vita di sempre, agli inizi del Ventennio fascista. E’ il ragionier Onorato Geminazzi, dopo una serie di piccole-grandi peripezie, tra le quali un cambiamento di lavoro e un trasloco, ad assumersi la responsabilità di formare, lui che è stato addirittura seconda cornetta – o prima? l’ambiguità sarà mantenuta per tutto il libro e sarà l’alone di mistero che lo circonda agli occhi dei suoi musicanti – dell’arcinota banda di Loveno, il corpo musicale del paese.
Riuscirà il nostro ragionier-direttore a concludere un’impresa così impegnativa? Questo non ve lo vogliamo assolutamente svelare, in modo che possiate gustarvi le sorprese che si susseguono fino al finale del libro, dolceamaro ma imprevedibile e da leggere tutto d’un fiato. Certo è che il Geminazzi, per arrivare alla “corona finale” del suo sogno, dovrà fare i conti con una lunga serie di ostacoli: il podestà Parpaiola di Bellano e il suo “bravo” (in senso manzoniano), il segretario Fainetti, che sembrano quasi sadicamente divertirsi – e ci divertono – a mettergli i bastoni tra le ruote in ogni modo possibile; i disagi dell’Evelindo Nasazzi, l’asso del bombardino con il vizio del bere che, fresco vedovo, si risposa con una giovane donna che si rivelerà essere un vero e proprio tiranno; l’arrivo di un neonato a sorpresa, che porterà scompiglio nella sua già numerosa famiglia, oltretutto alle prese con i disagi derivati dal trasloco e dai nuovi concittadini, che definire dei ficcanaso è senz’altro riduttivo; il suo nuovo lavoro di contabile dell’ospedale; i disagi e gli equivoci che ancora si trascinano dalla precedente occupazione, e che lo faranno addirittura arrivare dritto dritto in una cella della Caserma dei Carabinieri. E via di questo passo, attraverso una serie di situazioni tragicomiche, ai limiti della sopportazione umana e che si incrociano continuamente, e l’incontro-scontro con personaggi divertenti e tratteggiati con sapiente ironia, freschezza e una semplicità di linguaggio che dipingono Bellano come una cittadina in cui risulta davvero molto difficile annoiarsi.

Scrive bene, Andrea Vitali, ci piace molto. La lettura è molto scorrevole e la storia, narrata senza inutili orpelli e tecnicismi linguistici, ma con decisione e arguta vitalità, e con una caratterizzazione dei protagonisti mai banale nonostante il tratto all’apparenza molto semplice, sanguigno, cattura con facilità il lettore; quest’ultimo viene catapultato fin dalle prime pagine nel piccolo comune lombardo, affresco e simbolo di un’Italia confusa e a volte ingenua di fronte alle vicende politiche che la porteranno in seguito al disastro.
I capitoli in cui si suddivide il romanzo sono, per la maggior parte, molto brevi; ma questo, a nostro parere, è decisamente un ulteriore punto a favore: nello sviluppo della trama infatti, e nelle sue tante scene e ramificazioni, c’è sempre ben definito il filo conduttore, la colonna portante dell’impianto narrativo di cui vi accennavamo all’inizio, ovvero quell’impresa di dar vita a un corpo musicale che, siamo sicuri, coinvolgerà tutti i lettori delle bande italiane. Tant’è che crediamo che tanti bandisti del Belpaese, e ancor più quelli maggiormente avanti negli anni rispetto ai loro colleghi musicisti più giovani, ricorderanno sicuramente, col procedere nella lettura di “Almeno il cappello”, episodi e aneddoti analoghi a quelli raccontati dall’autore.
Ad Andrea Vitali ci sentiamo di fare pubblicamente i nostri più sentiti complimenti, sperando – forse un po’ “egoisticamente”, ma d’altronde il nostro portale si chiama MondoBande.it! – che dalla sua penna – ricordando ancora che lui stesso è stato trombonista nel Corpo Musicale Bellanese – possano nascere altre storie dove le bande, i direttori e i musicisti a noi tanto cari possano essere, di nuovo, protagonisti.

Un libro che non può mancare nella libreria di ogni banda oppure, perché no, un apprezzatissimo regalo di Natale.

Ed. Garzanti Libri