CEM 2010 – Riflessioni sul Campo Estivo Musicale

FORNI D’AVOLTRI (UD) – Ideata quasi 20 anni fa da Emiliano Gusperti, l’iniziativa è giunta quest’anno alla XV edizione

I ragazzi sono incredibili: se guidati per mano, con esperienza, ti ripagano ampiamente dell’impegno che offri loro. Certo, non bisogna tentare di imbrogliarli, poiché in pochi attimi capiscono com’è chi si gli si para loro davanti. Sono spugne assetate di sapere, e si rendono conto se tu gli offri aria fritta, o se invece metti a loro disposizione strumenti che gli potranno tornare utili, siano essi nozioni tecniche strumentali oppure aneddoti e piccole lezioni di vita. E, a seconda di come tu li tratti e di cosa tu gli offri, loro ti “pesano” e decidono se rispettarti, darti considerazione ed affetto oppure solo sopportarti.
Il tempo al CEM di solito vola, ma in questa edizione per il sottoscritto è letteralmente schizzato via.
Ho incontrato ragazzi curiosi, volonterosi, bramosi di imparare e di suonare. Certo, nel mucchio si trovano sempre le eccezioni, ma la sfida sta nel capire come mai, se teoricamente non c’è voglia, il ragazzo si sia iscritto ugualmente nell’ottica di affrontare una settimana con ritmi da “caserma”; e se si indaga un attimo, si possono scoprire mondi, personalità, ricchezze e curiosità.
Sicuramente gioca a vantaggio del CEM l’amicizia che si instaura tra i partecipanti: un legame che, grazie anche alla tecnologia moderna (SMS, Facebook, ecc.), resta saldo per tutto un anno, sino a giungere all’edizione successiva. Ma ormai da tempo compaiono anche, nell’arco dell’anno, i “raduni” spontanei organizzati direttamente dai ragazzi (Gardaland in primis), segno questo che nascono pure rapporti sinceri e duraturi.
L’idea venuta quasi vent’anni fa ad Emiliano Gusperti si è rivelata vincente: quindici edizioni sono ormai in archivio, la sedicesima è in cantiere, ed il fatto che anche in altre parti d’Italia si organizzino esperienze simili sta ad indicare che la strada da seguire è questa. Bisogna puntare su di una Didattica dinamica, interessante, accattivante, funzionale, non “parruccona”. Si può lavorare, e molto, se si capisce qual è lo scopo e lo si condivide con tutti. Ma, come ho detto prima, non si può imbrogliare. Il programma musicale deve essere di qualità, così come lo staff di collaboratori deve essere all’altezza dello scopo. Anche l’esperienza della parata, ove si imparano i rudimenti della “Marching Band”, deve essere di qualità: ecco perché è presente ormai da anni il “Sergente di ferro” Diego Zordan, Direttore della “Mosson Marching Band”, Banda Campione d’Italia di Parata.
Si accetta di lavorare duramente e seriamente se si condivide un obiettivo. E i ragazzi capiscono.

Il sottoscritto è entrato in questo magnifico mondo dal 2003, e da allora ci si è sempre ritrovato in mezzo. C’è sempre da imparare, ed è bello ritrovarsi con esperti, adesso anche amici, almeno una volta all’anno per discutere, scambiarsi esperienze, pareri… e parlare di Musica!
Ci estraniamo dal mondo per una settimana, esistono solo i ragazzi, la Musica, il CEM.
Io ho un debole per Massimo Grespan, che stimo moltissimo e dal quale ho sempre tanto da imparare, così come mi riempie di carica positiva il poter vedere all’opera Emiliano, il collaborare e il confrontarmi con Marina, Cristina, Monica, Silvia, Diego, Luca, Roberto e Olmo.

E naturalmente, come sempre accade nel nostro Paese, le cose che funzionano e danno risultati straordinari non vengono minimamente prese in considerazione dalle Istituzioni, sempre più miopi. Il CEM, infatti, si autofinanzia totalmente, appoggiandosi su aiuti di sparuti soggetti particolarmente “illuminati”: parlo della Banda Cittadina di Brescia, dell’A.B.M.B., della ditta “Cavalli” di Castrezzato. Altri si sono eclissati anni fa e personalmente non ho ancora capito il perché… ma questo è un altro discorso.
Viviamo in una Società dove è normale buttare al vento milioni di Euro per dotare di accappatoi, tute, felpe, borsoni e quant’altro rigidamente coordinato e firmato (forse anche le mutande) i validi atleti sportivi (e relativi accompagnatori) impegnati in eventi straordinari (a partire dai raduni di tutte le squadre di ogni ordine e categoria) e riportanti successi planetari (tipo il recente Mondiale di Calcio…). Invece è meno normale investire in Cultura. D’altronde ce lo insegnavano già duemila anni fa gli antichi Romani: “panem et circensem” e il popolino è soddisfatto…
Ma la molla che fa funzionare il CEM è la serietà e l’estrema positività dell’esperienza: infatti i genitori affidano il loro bene più prezioso (il proprio figlio) allo staff del CEM perché hanno capito. E personalmente spero che questi genitori diventino sempre di più.

La cronaca di questo quindicesimo CEM è a disposizione di tutti quanti sul sito ufficiale (www.cemitalia.org): l’organizzazione della giornata tipo, i brani imparati in una settimana ed eseguiti in Concerto nonché incisi su apposito CD, le foto, i filmati… non perdo tempo a descrivere il tutto. Sottolineo solo che, nonostante la varietà delle realtà formative di provenienza dei ragazzi (Scuole Medie ad indirizzo musicale, Scuole per Banda, Accademie private, Conservatori, ecc.), l’amalgama che si crea è quasi magica.
Personalmente ritengo l’edizione appena teminata una delle migliori in assoluto: tutto è filato liscio, i problemi sorti in itinere sono stati risolti prontamente, l’impegno dei ragazzi è stato notevole, l’inserimento dei nuovi partecipanti (circa un terzo del totale) è stato completo, l’entusiasmo contagioso, i risultati musicali buoni; insomma, questo CEM mi è letteralmente volato. E ciò appaga dalla stanchezza fisica, dalla tensione organizzativa e quant’altro.
Grazie a tutti coloro che rendono possibile questa bellissima esperienza: spero che duri per molto tempo ancora, così da poter offrire l’opportunità di viverla a tanti altri ragazzi del futuro, in modo che portino almeno un po’ di tale esperienza all’interno del loro gruppo musicale e contribuendo così a dare una “spallata” alla ingessata situazione nostrana.

(a cura di Giorgio Z.)