La Banda Giovanile in Italia – Evoluzione e analisi del fenomeno negli ultimi venti anni

Giovanni Bruni ci parla del suo lavoro di tesi specialistica del biennio di Strumentazione per Banda presentato a Riva del Garda in occasione del Flicorno d’Oro

Per prima cosa benvenuto su MondoBande.it. La prima domanda è praticamente standard per tutti i nostri intervistati per presentarsi agli utenti: qual è stato il tuo percorso di studi e quali le tue evoluzioni musicali?
Innanzitutto voglio ringraziare MondoBande.it per l’opportunità che mi dà di presentarmi e presentare il mio lavoro sulla banda giovanile in Italia.
Ho cominciato i miei studi musicali presso la scuola musicale “C. Eccher” di Cles (TN), di cui adesso sono insegnante e coordinatore dei corsi di formazione bandistica, avvicinandomi alla musica attraverso lo studio del pianoforte. Poi, grazie ai consigli dei miei genitori, ho studiato sassofono presso la banda del mio paese e successivamente al conservatorio di Trento dove mi sono diplomato nel 2002. In quegli anni ho anche cominciato a studiare composizione con il M° Daniele Carnevali seguendo il corso di Strumentazione per Banda che ho concluso nel 2007. Nel 2010 mi sono iscritto al biennio specialistico di Strumentazione per Banda, presso il conservatorio di Trento, durante il quale ho avuto l’opportunità di studiare per 6 mesi presso la Hogeschool voor de Kunsten di Tilburg in Olanda sotto la guida del M° Hardy Mertens. Nell’ottobre 2012 ho concluso il biennio a Trento con il M° Carnevali presentando una tesi dal titolo “La Banda Giovanile in Italia” che fotografa la situazione italiana negli ultimi 20 anni, da quando cioè in Italia si è cominciato a parlare di banda giovanile.

Com’è nata l’idea di una tesi sulla banda giovanile?
L’idea di fare una tesi che parlasse di banda giovanile è nata dopo tanti anni di lavoro con i giovani allievi che seguono i corsi di formazione nella mia zona. Come senz’altro saprete in Trentino il movimento bandistico è radicato nella tradizione e tanti giovani si avvicinano allo studio della musica proprio attraverso i corsi che vengono svolti capillarmente in ogni paese dove è presente una banda. Quando ho pensato di scrivere questo lavoro avevo appena ricominciato a preparare i concerti di fine anno con i miei allievi e allora mi sono chiesto da quanto tempo in Italia esistessero i gruppi giovanili. Da qui il passo è stato breve nel progettare un lavoro che desse il più possibile una visione nazionale.

La tesi è divisa in diversi capitoli. Come hai scelto la divisione degli argomenti e come ti sei procurato le informazioni?
Nella fase di progettazione ho pensato quali aspetti avrei voluto trattare e in che maniera mi sarei procurato le informazioni. Visto che non esistono libri sulla banda giovanile in Italia, ho pensato di svolgere diverse interviste a varie persone che in questi ultimi vent’anni hanno lavorato con le bande giovanili italiane, cercando di tracciare un quadro nazionale del mondo che gravita attorno alla Banda Giovanile. Ho diviso quindi il mio lavoro il quattro capitoli: storia, concorsi e festival, edizioni e analisi di alcuni brani per banda giovanile. Dopo il quarto capitolo ho allegato in forma integrale tutte le interviste che ho realizzato, in maniera che chi le volesse leggere per intero ne abbia la possibilità, anche se non sempre mi sono trovato in accordo con quanto espresso dai miei intervistati.

Il primo capitolo tratta quindi della storia della banda giovanile in Italia. Come hai scelto chi intervistare?
Non è stato semplice scegliere chi intervistare, infatti negli ultimi anni si sono moltiplicate le formazioni giovanili. La prima banda giovanile di cui ho parlato è quella con la storia più lunga e cioè la banda giovanile della Federazione delle Bande Trentine che ha debuttato nel 1991. Successivamente a questa ho scelto di parlare di alcune formazioni che si sono distinte per diversi aspetti: la banda giovanile John Lennon di Mirandola, che al suo interno ha dei ragazzi diversamente abili; la banda giovanile di Besana in Brianza, che nasce a seguito di un progetto nella scuola dell’obbligo; la banda giovanile della FeBaCo che nasce a seguito di un campus estivo; le bande giovanili calabresi di Delianuova e di Laureana di Borrello che danno un’opportunità ai giovani musicisti di crescita e di coesione sociale; per ultima l’orchestra di fiati giovanile del Friuli Venezia Giulia che negli ultimi anni ha portato a compimento alcuni progetti molto importanti (CD per importanti case editrici e riviste, collaborazioni con solisti di fama internazionale).
L’aspetto che sicuramente accomuna tutte queste realtà è che ognuna di esse è il risultato di un percorso didattico-educativo che, prima di tutto, dà ai giovani allievi le competenze musicali per poter suonare uno strumento, ma che allo stesso tempo fornisce loro opportunità di suonare insieme agli altri.

I capitoli successivi come sono stati impostati?
Il secondo capitolo tratta di concorsi di composizione e di esecuzione e dei festival per banda giovanile. Attualmente l’unico concorso di composizione per banda giovanile in Italia e in Europa è quello si Sinnai (CA) il cui direttore artistico è Lorenzo Pusceddu. Per quanto riguarda i concorsi di esecuzione ne esistono per fortuna molti di più: alcuni sono dedicati esclusivamente alla banda giovanile (Costa Volpino, Favignana e Corno di Rosazzo), ed altri che hanno al loro interno la categoria giovanile, il Flicorno d’oro, la Bacchetta d’oro, Suoni in Aspromonte, Città di Sinnai, A.M.A. Calabria. Ho concluso questo capitolo parlando dei festival per bande giovanili e anche in questo caso ho dovuto fare una scelta: negli ultimi anni infatti c’è stato un sempre maggior interesse verso questa formazione e quindi un moltiplicarsi di festival e di rassegne di bande giovanili. Ho quindi preso in esame solamente il festival di Pergine Valsugana “A tutta Banda”, che a quanto ne so è quello con la storia più lunga. Nel 2013 giunge alla 18° edizione.
Nel terzo capitolo ho parlato delle edizioni per banda giovanile: attualmente solamente Scomegna Edizioni Musicali ha una linea editoriale dedicata esclusivamente alla banda giovanile.

Nel quarto capitolo analizzi alcuni brani per banda giovanile: che brani hai scelto? Secondo te c’è qualche autore che riesce meglio di altri a far esprimere il potenziale di una banda giovanile?
Le analisi che ho fatto nel quarto capitolo hanno preso in esame quattro brani, uno per ognuno dei livelli di difficoltà che rientrano all’interno della categoria banda giovanile, ossia dal grado 1 al 2, e uno che si pone a metà strada tra il repertorio della banda giovanile e quello della banda “adulta”. Il primo brano che ho analizzato è di Antonio Rossi, è di grado 1 e fa parte della raccolta White Castle. Ho poi analizzato Essential Suite di Daniele Carnevali, di grado 1,5, ed un brano di grado 2 di Filippo Ledda, Challenger Deep. Ho concluso l’analisi con Winter Tour di Angelo Sormani che è un brano di grado 2 – 2,5. Tutti i brani che ho analizzato sono editi da Scomegna di Torino che, come sottolineo nel terzo capitolo, è l’unica casa editrice italiana che ha una linea editoriale dedicata alla banda giovanile che si attiene rigidamente a dei parametri ben definiti.
Rispondendo alla seconda parte della domanda, da queste poche analisi non ho potuto trarre conclusioni così importanti. Sicuramente i brani che ho analizzato dimostrano che attenendosi a parametri chiari e scrivendo pensando alle abilità tecniche degli strumentisti che eseguiranno le composizioni, si riescono ad ottenere ottimi risultati che sono estremamente importanti per la crescita musicale dei giovani esecutori. Sono convinto che scrivere buona musica con grado di difficoltà limitato, penso all’1 e all’1,5, sia più difficile che scrivere avendo a disposizione maggiori possibilità timbriche e tecniche.

Avendo svolto un lavoro di analisi del mondo della banda giovanile ti sarai fatto un’idea sulla situazione scolastica italiana…
Rispondere a questa domanda è molto difficile. Come sappiamo in Italia non esiste un programma unico per l’insegnamento della musica ai giovani bandisti. In tante regioni ogni banda ha i suoi programmi e gestisce autonomamente la sua scuola di musica. Vivendo in Trentino e insegnando musica presso le bande posso dirvi cosa sta succedendo qui. Da qualche anno siamo riusciti a stilare degli orientamenti didattici che attualmente sono adottati da tutte le scuole musicali che gestiscono i corsi delle oltre 80 bande del territorio. Tali linee prevedono 3 cicli biennali al termine dei quali ogni strumentista sostiene un esame che attesta il raggiungimento o meno degli obiettivi programmati. Grazie agli orientamenti nel corso degli anni si è arrivati ad una certa omogeneità nella preparazione dei ragazzi, ma in ogni caso c’è ancora molto lavoro da fare. Nonostante la musica d’insieme sia prevista dagli orientamenti didattici, non è ancora stata attivata, e quindi è lasciato all’iniziativa delle singole bande più virtuose l’organizzazione della musica d’insieme che tante volte si trasforma nella costituzione della banda giovanile.
Per quello che posso estrapolare dalla mia tesi su tale argomento, che non è stato toccato significativamente nelle interviste, mi pare che molto sia lasciato all’iniziativa di singole persone che con tanta dedizione ed impegno dedicano molto tempo nella formazione dei giovani musicisti.

Un’ultima domanda: hai qualche previsione sul futuro della banda giovanile in Italia?
Quello che posso dire è che in questi ultimi anni c’è stata una sempre maggiore attenzione verso la banda giovanile. Credo quindi che nei prossimi anni continueremo ad avere nuove formazioni giovanili che daranno la possibilità a sempre più giovani musicisti di suonare insieme e di crescere musicalmente. Quello che è emerso dalle interviste è l’importanza della figura del direttore e quindi l’importanza della sua preparazione. Negli ultimi anni si sono moltiplicati, per fortuna, i corsi di direzione per banda giovanile: mettersi davanti ad una banda senza un’adeguata preparazione vuol dire, nella maggior parte dei casi, creare dei problemi. Credo quindi che i futuri direttori, ma anche quelli attuali, abbiano una grande responsabilità sul futuro delle bande, giovanili e non, e che se ci saranno persone preparate il movimento bandistico potrà crescere sempre di più e sempre meglio.

(a cura di Giorgio Z.)